La vitalità è la reazione biologica, alla 24ª settimana di gravidanza, di un sé libidico del feto che, avendo rapporto con l'oggetto (liquido amniotico), ne realizza l'esistenza per le sensazioni che dà la sensibilità biologica. La fantasia è la realizzazione dell'istinto di morte che, in quanto fantasia di non esistenza della realtà esterna al neonato, rende esistente nella traccia mnesica (capacità di immaginare) il sé endouterino, cioè il sé in contatto fisico con un oggetto.
Mi sono avvicinato a Istinto di morte e conoscenza con sincera curiosità. Avevo sentito tanto parlare dell'importanza di questo testo, della sua influenza, della sua profondità. E invece… niente. Una prosa oscura, autoreferenziale, che sembra costruita più per intimorire che per spiegare. Concetti ripetuti, mai davvero argomentati, in un circolo chiuso che fa girare la testa senza arrivare da nessuna parte.
Non metto in discussione l'onestà delle intenzioni, né il rispetto che tanti nutrono per quest’opera. Ma per me, leggerlo è stato come cercare di scalare una parete di vetro con le mani insaponate.