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Carnets Intimes

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«Ce que je redoute le plus, je crois, c'est la mort de l'imagination. Quand le ciel, dehors, se contente d'être rose, et les toits des maisons noirs : cet esprit photographique qui, paradoxalement, dit la vérité, mais la vérité vaine, sur le monde.»
Sylvia Plath a 24 ans lorsqu'elle évoque cette hantise dans un journal dont les pages sont l'écho de ses aspirations contradictoires, tantôt idéales, tantôt futiles. On sait comment devait s'achever, six ans plus tard, son voyage au bout de l'angoisse...
Outre le journal, ce livre propose neuf nouvelles inédites en français qui complètent l'œuvre en prose de la poétesse américaine.

228 pages, Paperback

First published January 1, 1982

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About the author

Sylvia Plath

278 books27.9k followers
Sylvia Plath was an American poet, novelist, and short story writer, widely regarded as one of the most influential and emotionally powerful authors of the 20th century. Born in Boston, Massachusetts, she demonstrated literary talent from an early age, publishing her first poem at the age of eight. Her early life was shaped by the death of her father, Otto Plath, when she was eight years old, a trauma that would profoundly influence her later work.
Plath attended Smith College, where she excelled academically but also struggled privately with depression. In 1953, she survived a suicide attempt, an experience she later fictionalized in her semi-autobiographical novel The Bell Jar. After recovering, she earned a Fulbright Scholarship to study at Newnham College, Cambridge, in England. While there, she met and married English poet Ted Hughes in 1956. Their relationship was passionate but tumultuous, with tensions exacerbated by personal differences and Hughes's infidelities.
Throughout her life, Plath sought to balance her ambitions as a writer with the demands of marriage and motherhood. She had two children with Hughes, Frieda and Nicholas, and continued to write prolifically. In 1960, her first poetry collection, The Colossus and Other Poems, was published in the United Kingdom. Although it received modest critical attention at the time, it laid the foundation for her distinctive voice—intensely personal, often exploring themes of death, rebirth, and female identity.
Plath's marriage unraveled in 1962, leading to a period of intense emotional turmoil but also extraordinary creative output. Living with her two children in London, she wrote many of the poems that would posthumously form Ariel, the collection that would cement her literary legacy. These works, filled with striking imagery and raw emotional force, displayed her ability to turn personal suffering into powerful art. Poems like "Daddy" and "Lady Lazarus" remain among her most famous, celebrated for their fierce honesty and technical brilliance.
In early 1963, following a deepening depression, Plath died by suicide at the age of 30. Her death shocked the literary world and sparked a lasting fascination with her life and work. The posthumous publication of Ariel in 1965, edited by Hughes, introduced Plath's later poetry to a wide audience and established her as a major figure in modern literature. Her novel The Bell Jar was also published under her own name shortly after her death, having initially appeared under the pseudonym "Victoria Lucas."
Plath’s work is often classified within the genre of confessional poetry, a style that emphasizes personal and psychological experiences. Her fearless exploration of themes like mental illness, female oppression, and death has resonated with generations of readers and scholars. Over time, Plath has become a feminist icon, though her legacy is complex and occasionally controversial, especially in light of debates over Hughes's role in managing her literary estate and personal history.
Today, Sylvia Plath is remembered not only for her tragic personal story but also for her immense contributions to American and English literature. Her work continues to inspire writers, artists, and readers worldwide. Collections such as Ariel, Crossing the Water, and Winter Trees, as well as her journals and letters, offer deep insight into her creative mind. Sylvia Plath’s voice, marked by its intensity and emotional clarity, remains one of the most haunting and enduring in modern literature.

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January 7, 2009
I share a slightly less articulate piece of Plath's soul.
Profile Image for Blackjessamine.
425 reviews70 followers
May 25, 2018
Sylvia Plath è una di quelle autrici - l'unica, dovrei forse dire, o per lo meno è stata la prima - che annientano la mia razionalità.
Quando ho letto per la prima volta “La campana di vetro” mi sono totalmente arresa alla sua scrittura, ho lasciato che tutto quel groviglio di dolore e paure e accuse e decine di altre emozioni che non ho voluto razionalizzare mi travolgesse, ed è stata un'esperienza radicalmente diversa dalla semplice fruizione di un romanzo. E' stata un'esperienza del tutto intima, un viaggio del tutto personale all'interno dei miei confini, una strumentalizzazione dell'opera di qualcun altro per arrivare a parlare solo di me stessa. Un gesto egoistico, forse, ma l'intera produzione di Sylvia Plath è qualcosa di estremamente egoistico, in un certo senso: in ogni sua parola c'è Sylvia, solo Sylvia. Ed è forse banale, perché nella produzione di qualsiasi scrittore c'è lo scrittore stesso, ma Sylvia Plath è la sua scrittura, lo è sempre stata, lo è in una maniera così totalizzante e ampia che c'è quasi da sentirsi degli intrusi indugiando sulle sue righe. Mi viene da pensare che Sylvia sia stata così tanto la sua scrittura, la sua tensione, il suo struggente bisogno di scrivere ed essere accettata come scrittrice da aver perso di vista i contorni della donna Sylvia, di averli persi molto prima di quell'11 febbraio 1963.
Ho impiegato quasi due mesi per terminare questi diari. Due mesi per entrare nella testa di una donna e vivere 12 anni della sua vita sono forse pochi, ma sono sicuramente molti se paragonati al mio normale ritmo di lettura. Ma, come ho detto, Sylvia Plath annienta la mia razionalità, l'ha fatto con “La campana di vetro”, lo ha fatto con le sue poesie, e ancora di più lo fa con i suoi diari, che certo non possono e non devono essere considerati come una qualsiasi opera letteraria. Più volte sono stata sul punto di arrendermi, come durante la lettura de “La campana di vetro”, per lasciare che la scrittura mi travolgesse e trascinandomi con la sua forza seducente e magnetica, ma mi sono trattenuta. Con un enorme sforzo, ma mi sono trattenuta. Perché qui, diversamente dal romanzo o dalle poesie, c'è Sylvia al naturale, Sylvia senza maschere, Sylvia che soffre un dolore così grande e insondabile da risultare spaventoso. Sylvia è la sua scrittura, ma i suoi diari sono una finestra cui forse non ci si dovrebbe affacciare. Più volte, durante la lettura, mi sono chiesta se davvero è corretto permettere a chiunque di abbattere anche l'unico velo di riservatezza e rispetto che resta ad una persona.Sylvia s'è consegnata al mondo con le sue poesie, i suoi racconti e il suo romanzo, si è consegnata in una maniera così aperta e totale. La cronaca ci ha consegnato una donna di trent'anni che dopo aver preparato la merenda ai figli, una mattina di febbraio, ha infilato la testa nel forno della cucina. Davvero era necessario mettere sotto gli occhi di tutti - accanto alle bellissime riflessioni sulla sua scrittura, che certo sono utili e forse necessarie per comprendere al meglio l'opera di questa grandissima poetessa - anche i momenti smaccatamente privati, quelli che, ed è facile riconoscerli, leggendo, chiaramente Sylvia non avrebbe mai avuto l'intenzione di svelare? Non lo so. Ted Hughes nella prefazione, scrive: “C'erano altri due taccuini, due registri foderati di carta marrone come il volume relativo al 1957-1959, con annotazioni dalla fine del 1959 a non oltre tre giorni prima della morte. Il secondo dei due conteneva gli appunti di molti mesi e io l'ho distrutto perché non volevo che i suoi figli lo leggessero (in quei giorni l'oblio mi sembrava essenziale per la sopravvivenza). L'altro è scomparso”. Ecco, forse anche noi non dovremmo mai aver letto quello che per Sylvia era solo uno sfogo, un tentativo di sopravvivere al suo immenso dolore. Ad un certo punto, lei annota che si ritrova a scrivere sul suo diario solo quando è di cattivo umore (e il cattivo umore di una persona clinicamente depressa non è certo il cattivo umore di una persona che ha avuto una giornata storta), quando è felice vive, scrive, ama suo marito e non pensa al diario. Davvero è giusto prendere tutto il dolore di una persona e gettarlo sotto gli occhi di tutti? Poco importa che questi occhi possano essere occhi compassionevoli, occhi che in qualche modo, anche a distanza di anni dalla sua morte, hanno amato Sylvia, e si trovano ad annegare nel suo stesso dolore solo per provare a comprenderla meglio, ad esserle un po' più vicine, ad essere un passo più vicino a quell'immenso “io” che ha scritto poesie così belle.
Non lo so. Non sono sicura della risposta a domande del genere, o forse sì, ma il punto è che mi sono trattenuta, ho costruito argini al dolore immenso e così reale e tangibile di Sylvia, ho impiegato circa due mesi per leggere poco più di 400 pagine, ma sono arrivata in fondo a questo “giornale di bordo”.
E il dolore, il dolore di Sylvia, è impossibile razionalizzarlo.
Chiedo scusa, so che non è questa la recensione che uno si aspetterebbe di leggere, so che ho parlato forse troppo di me, e che forse certe cose avrei dovuto semplicemente tacerle, ma se provo a pensare a qualcosa da dire su queste pagine, questo è il meglio che trovo.
Profile Image for Cheryl.
516 reviews809 followers
February 20, 2015
The individual is an independently acting, and responsible, conscious being--rather than what labels, roles, stereotypes, or preconceived notions the individual fits. This is what existentialists will tell you.

This year I've decided to add diaries and journals to my list of memoirs I love reading because while some prefer the philosophical observations of researched psychology, anthropology, and even social biology, I prefer examining the unalterable part of humanity that we deem the human condition, through the individual. The things one learns by reading words so personally written without the intention of being published...
With me, the present is forever, and forever is always shifting, flowing, melting. This second is life. And when it is gone, it is dead. But you can't start over with each new second, you have to judge by what is dead. It's like quicksand…hopeless from the start. A story, a picture, can renew sensation a little, but not enough, not enough. Nothing is real except the present, and already I feel the weight of centuries smothering me.

Yes, this is autobiographical literature, but it is more than that. It is a personal thesis; a lecture on life, love, literature and individualism; a glance at mental oppression; an examination of gender roles; an artist's canvas.

Very ambitious, Plath was: "I am made, crudely, for success." She was a poet before she was anything else, this is what I think as I read her words. Poetry is in the cadence and rhythm of her flow, even as she writes in her journals, you hear the music. Still, she feared that she wasn't a good enough poet (wonder how she would have felt had she known her collection would win the Pulitzer). She felt like she couldn't make enough money as a poet, so she turned to prose. The Bell Jar was an autobiographical account mentioning the leave of absence she took from college after having a mental breakdown.
You live night and day in the dark cramped prison you have made for yourself. And so on this day, you feel you will burst, break, if you cannot let the great reservoir seething in you loose, surging through some leak in the dike.

You don't read this book for cohesiveness because there is no such thing when it comes to one's private thoughts, is there? Instead, it is a collection of narrative vignettes. A story of a young writer, a young wife, a student and teacher, a woman who loved Dickens and James, one who wanted to make it big. She wanted to see her name with the greats. Unfortunately she didn't live to see herself pronounced one of the greats. Maybe this is one of the best parts about this journal: you get to see a soul in all its rawness. On the other hand, it is saddening, for, "liberty, self-integral freedom, await around the corner of the calendar." Around the corner is also hope from despair: the optimism that no matter how bad things get, they could always get better.

Plath struggled with depression. She wrote about fearing her own mind. Her journals, however, don't go into great lengths about anything leading up to her tragedy--just in case you fear this-- and this is partly because her husband (amid controversy) refused to publish some parts of her journals (read the Unabridged Journals for more that is not present in this edition). However, she does go into her fears: fear of being seen as promiscuous while men her age were free to live; fear of not being loved enough; fear of being married and losing her creativity (Esther also struggles with these fears in The Bell Jar ).

"I dislike being a girl, because as such I must come to realize that I cannot be a man. In other words, I must pour my energies through the direction and force of my mate. My only free act is choosing or refusing that mate." This she ends up doing with her husband, Ted, whose poems she typed and edited. She always thought him a better writer than herself, and she even seemed to place him on a pedestal. In the end, he betrayed her, but we don't get to see those journal entries because he omitted them. At the end of her marriage is when she wrote Ariel, the poetry collection said to be her best. Now I can't wait to read it.
See each scene deep, love it like a complex faceted jewel. Get the light, shadow & vivid color. Set scene the night before. Sleep on it, write it in the morning.


Profile Image for gretafasurf ☆.
72 reviews10 followers
October 21, 2022
Se tutti gli autori che apprezziamo avessero tenuto un diario personale probabilmente la nostra prospettiva sulla loro opera omnia risulterebbe molto più completa, e riusciremmo a spiegarci più facilmente anche quelle piccolezze stilistiche o contenutistiche che siano che ci appaiono incomprensibili ad un primo sguardo, o apparentemente insensate.
Sylvia Plath è diventata involontariamente la voce narrante di una categoria di persone da sempre stereotipate e ghettizzate, destinate per la società a crogiolarsi nel loro «male inesistente»: coloro che sono ammalati di depressione.
Sylvia Plath non scrisse i "Diari" per fungere da portavoce universale della sua esperienza analoga a quella di molti, in quanto a sua volta fu vittima di un sistema socio-economico basato sul compiacimento degli altri e sulla auto oppressione e soppressione.
Sylvia Plath scrive perché carta e penna fanno parte della sua ontologia, scrive per raccontarsi a se stessa, non è direttamente rivolta al mondo contro cui si scaglia.
Esorto chiunque voglia approcciarsi a questa autrice di incominciare leggendo i suoi diari, che nonostante possano risultare pesanti a lungo andare a causa della struttura non lineare del testo perché non destinata ad un pubblico e delle tematiche complesse trattate con la schiettezza e la completezza che solo una esperienza empirica può dare, permettono di comprendere ogni singola sfumatura e retroscena delle sue poesie o del suo celebre testo "The Bell Jar".
La Plath dimostra tramite digressioni, narrazioni, esercizi di stile e flussi di coscienza due degli aspetti fondamentali da conoscere di un'artista qualsiasi: il suo stile e la sua interiorità.
Leggere Sylvia Plath per la prima volta per me è stata una esperienza indimenticabile, leggerla per la seconda volta è stata una esperienza a dir poco catartica.
Sono stata costretta a sviscerarmi dei miei scudi per intersecare il suo mondo al mio, e come scrisse lei:
«Un centinaio di anni fa una ragazza ha vissuto come vivo io. Poi è morta. Io sono il presente, ma so che anch'io me ne andrò. L'istante sublime, la fiamma che consuma arriva e subito scompare: sabbie mobili, sempre»
Quella donna di cui parla, per me è proprio lei; Sylvia Plath.
Profile Image for Elis.
68 reviews60 followers
March 5, 2022
Pagine profonde che raccontano a modo suo fasi
della vita che ogni ragazza nell'arco dei 20 anni
attraverso almeno un'ora nella sua vita. Sylvia Plath
è la voce di molte, ancora oggi.
Profile Image for Francy.
56 reviews11 followers
May 27, 2025
Mi sento orfana, lasciata sola qui a non leggere più nulla di Sylvia Plath. 🖤 La amo, mi mancherà, leggerò le sue poesie.
Profile Image for Ellis ♥.
989 reviews10 followers
May 31, 2024
Uno dei propositi letterari che mi sono ripromessa di portare a compimento per il 2020 è quello di approfondire la figura di Sylvia Plath: colei che desiderò le cose che alla fine la distrussero .(Parafrasando una delle sue stesse affermazioni contenute in queste memorie.)
Pian pianino sto risalendo la china: sono partita dal romanzo semiautobiografico “La campana di vetro”, per poi lasciarmi rapire dalla melanconica raccolta “Tutte le poesie” per approdare - finalmente - ai diari, che contengono il grido disperato di questa donna dalla manifesta indole insicura e fragile, oggi icona indiscussa della letteratura americana.
Non è stata una lettura facile, ogni pagina era veramente una stilettata dritta al cuore.
Eppure non riuscivo a fare a meno di curiosare nella sua vita, di inebriarmi ancora e ancora del suo genio incompreso. Ho sentito la necessità di intervallare queste memorie con altre letture più leggere, perché lo scontento esistenziale che colmava le sue giornate si è mescolato col mio, tanto da sentirla molto vicina ... Quasi amica. È stato un viaggio emotivo e letterario davvero intenso, una di quelle storie che si insinuano sotto pelle e ti cambiano in qualche modo, lasciando un'impronta indelebile; in questo caso ancora più profonda perché si tratta di realtà e non di finzione.
Mi mancano solo due tasselli per delineare il ritratto della sua esistenza: il rapporto tormentato con sua madre - attraverso l'epistolario Quanto lontani siamo giunti: Lettere alla madre - e quello autodistruttivo con Ted Hughes.
Già qui traspare quanto il loro matrimonio sia stato controverso, ma ciò che leggiamo è soltanto una parte della storia e, per una questione di completezza, così da comprendere appieno la complessità e le sfumature di quest'unione, è lecito considerare tutti gli aspetti che hanno contribuito a definire la loro relazione. Quindi mi sembra opportuno confrontarla con la versione di lui (anche se non quella ufficiale, ma romanzata) … Perciò molto presto sarà il turno di "Tu l'hai detto".

https://www.youtube.com/watch?v=rY2LU...
Profile Image for Glo Aleotti.
101 reviews15 followers
Read
December 21, 2020
I’m not going to rate this one, simply because it’s a diary and I don’t think it right to rate someone’s life and deepest thoughts and concerns. I loved it, form the first to the very last page. It’s not an easy read, so if you’re looking for one, don’t read it. She’s so deeply human that it will make your heart bleed. Just saying
Profile Image for adri ☾.
43 reviews2 followers
January 4, 2024
"some girl a hundred years ago once lived as i do. and she is dead. i am the present, but i know i, too, will pass. the high moment, the burning flash come and are gone, continuous quicksand. and i don't want to die."
22 reviews
January 27, 2008
"The most terrifying realization is that so many millions in the world would like to be in my place."
Profile Image for camomillacida.
Author 41 books139 followers
May 26, 2017
Finire un romanzo è un conto. Finire un diario significa accompagnare un'amica alla stazione, vederla salire e andar via. Mi sa che ho il magone. Ciao, Sylvia.
Profile Image for Freca - Narrazioni da Divano.
376 reviews23 followers
February 6, 2022
Con i diari, che si sono rivelati ben al di sopra delle mie aspettative, continuano le mie letture a 'tema' suicidio, dopo Dagerman (il nostro bisogno di consolazione) e Camus (il mito di Sisifo).
Non è un opera letteraria nel senso puro del termine, nel senso che l'autrice non l'ha pensato per un pubblico ma lo scriveva, senza fronzoli, senza pensare allo stile o a un possibile ricevente, per sé stessa, come forma di espressione non direi più pura, perché non sublimata come potrebbe essere nelle poesie, ma più diretta, immediata. Vi troviamo infatti riportati fatti di vita normale, quotidianità, e soprattutto i suoi up e down, la sempre serpeggiante malattia mentale che purtroppo ha condizionato tutta la sua vita come una nuvola soffocante da cui non è riuscita a liberarsi se non con un gesto estremo: ponendo fine a sé stessa. Vediamo pulsare la fondamentale necessità di narrarsi, analizzarsi, esprimersi, riflettere su sé stesso attraverso uno scritto che rimanga bianco su nero, esternizzando la nostra interiorità, rendendola in un certo qual modo più accessibile perché metabolizzata dalla penna e cristallizzata in quell'attimo, quando nella nostra pancia è inevitabilmente mutevole e confusa, magmatica: come ci rappresentiamo è un modo per conoscerci prima che per farci conoscere.
Non è un testo facile per il contenuto ma estremamente interessante per contestualizzare la sua produzione e conoscerla: troviamo dai retroscena dei lavori, alla sua vita privata, il dramma della depressione e dell'infertilità, il processo creativo ma anche la frustrazione ad esso connessa. È un'opera densa di realtà, che risulta fin troppo presente, nel modo più doloroso possibile; ciò lo rende una narrazione a tratti devastante, che non analizza come ne 'il nostro bisogno di consolazione' ma rimane proposizione viva e immediata di cosa l'autrice sperimenta immanentemente.
Ha la forza di far sentire capito chiunque abbia avuto dei momenti di sconforto, scoraggiamento, si sis sentito impantanato, perchè li troviamo ottimamente rappresentati seppure in modo estremo talvolta, ma c'è il rischio che ti trascini giù con lei, mancando totalmente di speranza.
Profile Image for sfogliarsi.
427 reviews372 followers
February 17, 2022
Questo libro mi aveva entusiasmato e mi ha entusiasmato. Mi incuriosiva e non si è smentito, ma la pesantezza che sentivo tra le pagine è stata davvero enorme. Un libro pesante quanto interessante.
E’ sempre difficile leggere i diari degli scrittori, con Sylvia Plath l’ho notato. Che mente contorta ma allo stesso tempo geniale quella della Plath! Che donna sensibile, malata, interessante, sensuale, un’anima fragile e particolare con un vissuto pesante alle spalle.
Leggere questi diari è stato un vero e proprio viaggio interiore, viaggio tra i pensieri contorti e malati e qui pochissimi momenti felici. Un viaggio per nulla semplice, anzi richiedeva un’attenzione e una concentrazione elevatissima. Nonostante ciò all’inizio mi aveva incuriosito da impazzire, nelle prime 100 pagine ho sottolineato davvero tanto, poi questa curiosità è svanita, perché man mano le pagine scorrevole si sentiva: la malattia, la mente contorta, la difficoltà di vivere, problemi psicologi, problemi familiari e tanto altro.
192 reviews1 follower
December 6, 2023
Attenzione: fragilissimo.

Perché il corpo di Sylvia, purtroppo, non c'è più... Ma in queste pagine è ancora presente la sua anima. Fragile come il cristallo.

Questi diari sono il "giornale di bordo di una sensibilità acutissima, lacerata e drammatica."
Il resoconto della breve esistenza di una autrice straordinaria che ha fatto dello scrivere una "forma di vita."

"È triste essere capace solo di declmare altri poeti. Voglio che qualcuno declami me."
E, allora, guardaci, Sylvia, ovunque tu sia.
Guarda mentre leggiamo le tue opere.
Osservaci tremare e piangere dinanzi al tuo dolore trasfuso nelle pagine.
Sorridi nel vederci parlare delle tue opere.
Ora sei nell'Olimpo letterario, tra le più grandi di sempre.
Te ne sei accorta troppo tardi di avere Il Dono.
Ed è, forse, per questo che ci hai lasciati troppo presto in bàlia di tantissime persone che, per due rime baciate, credono si essere Pessoa e Saffo.

"Il mio mondo cade a pezzi."

"Diari", Sylvia Plath, 1998.
Profile Image for Emilia.
37 reviews21 followers
April 28, 2021
Fammi essere forte, forte di sonno e di intelligenza e forte di ossa e di fibra; fammi imparare, attraverso questa disperazione, a distribuirmi: a sapere dove e a chi dare [...] a riempire i brevi momenti e le chiacchiere casuali di quell’infuso speciale di devozione e amore che sono le nostre epifanie. A non essere amara. Risparmiarmelo il finale, quel finale acido citrico aspro che scorre nelle vene delle donne in gamba e sole. Non farmi disperare al punto da buttar via il mio onore per mancanza di consolazione; non farmi nascondere nell’alcol e non permettere che mi laceri per degli sconosciuti; non farmi essere tanto debole da raccontare agli altri come sanguino dentro; come giorno dopo giorno goccia dopo goccia si addensa e si coagula.


Profile Image for Leo.
4,894 reviews616 followers
June 27, 2021
I've been fascinated by Sylvia Plath for some time now, not because of her tragic passing but for the rawnes of her writing and the strong woman that she was. But sadly going through a lot. I loved getting to read her diarys and getting a closer look on her but it feelt at times very fmwrong to read something so personal. If I had wanted to give it less then five stars I might not have wanted to rate this either as some reviews pointed out and I agree. But while this was at times a difficult read I think it's a work of some kind of art. I have tried to write in my journal before or diarys and I could only dream of ever being close to her writing. Even if it was for personal use it still was kind of easy following was going on and intruging to learn more about her.
Profile Image for wutheringhheights_.
579 reviews198 followers
January 28, 2024
Mi creerò il mio spazio, io, uno spazietto strano e striminzito, ma sufficiente e con vista, per starci dentro felice.
Perché scegliere proprio questa, tra le tante parti di diario sottolineate, conservate, rilette? Perché nel diario di Sylvia Plath io stessa ho trovato uno spazio per essere felice.
Profile Image for Only_ioana.
105 reviews13 followers
December 17, 2020
Da leggere sotto stretta supervisione psichiatrica e psicologica, a piccoli morsi, perché difficilmente digeribile.
Nella prima parte credevo di aver raggiunto l'apice del piacere libresco, poi il tutto è diventato tetro, ripetitivo e lentissimo.
Non per questo però sconsiglio la lettura, anzi.
Profile Image for Laura Gotti.
548 reviews618 followers
March 6, 2019
Ci ho messo un secolo a finire questo libro, ma ogni tanto lo recuperavo dal mio comodino e ne leggevo qualche pagina, Ne è sempre valsa la pena.
Profile Image for Intervalla Insaniae.
140 reviews38 followers
March 20, 2025
E lei, in lettere maiuscole, fronteggia il suo arcano fluttuare con uno spaventoso «SCRIVI», ed è come se si stesse imponendo l’imperativo “vivi”, poiché per lei scrivere equivale ad esistere...

Potete leggere il resto dei miei pensieri sulla rivista online "L'Amletico". Qui sotto il link!

https://www.lamletico.com/articoli/sy...
Profile Image for Szplug.
466 reviews1,485 followers
intermittently-reading
May 19, 2013
I have to admit to feeling a sharp pang of guilt at perusing what were private journals never intended for the prying eyes of the outside world. What's more, every indication is that this edition pales in comparison to its unedited successor, which bore no trace of the interfering and subsuming hand of Ted Hughes, for reasons both obvious and personal, and included, among others, that which editor Frances McCullogh obliquely refers to as the nasty bits—still, it's the only copy that was up for grabs at the Thrift, and so there you go. The opening words—I may never be happy—absolutely permeate the essence that inheres within her poetry (or at least, that which I've had the pleasure to read) and, as one quickly discovers, the turbulent life that birthed the verse; though it also allowed her access to a mother lode of primal emotion, intuition, understanding, and feeling, and through which bleeding she bled herself unto death.
Profile Image for Chiara Marchese.
105 reviews1 follower
January 2, 2022
Leggere Plath fa così male e bene al tempo stesso. Una lettura che ho dovuto centellinare e frammentare per non rischiare di rimanerne invischiata. I diari sono il massimo esempio di ciò che non è verità fattuale, ma della verità esperienziale che possiamo attribuire ad ogni racconto, ad ogni storia. C'è tra queste pagine una sensibilità vibrante che mi ha accoltellata e anche accarezzata, fatta sentire compresa. Grazie per essere vissuta, seppur così dolorosamente. Grazie per aver lasciato un'impronta così importante nel mio cuore.
Profile Image for Martinis.
398 reviews87 followers
September 9, 2017
Le mie poesie sono stucchevoli. Una ghiandaia si divora le briciole sul portico bagnato. La mia testa è un esercito di fisime. Non oso neanche aprire Yeats, Eliot - le vecchie gioie sempre fresche - per la pena che mi provoca ricordare i primi brillanti contatti. Meno capace di perdermi. E nessuno è bravo come me a perdersi in fretta.
Profile Image for Denise Cosentino.
87 reviews7 followers
January 31, 2024
Ottima raccolta di riflessioni di una grandissima poetessa. Struggente e commovente. Da leggere assolutamente.
Profile Image for Sara Booklover.
976 reviews847 followers
October 25, 2019
DIARI INCOMPLETI.
E' stata un'esperienza intensa leggere parte dei diari della Plath, ma il mio voto è basso a causa della mancata trasparenza da parte della casa editrice.

Nella quarta di copertina viene scritto: “questo volume raccoglie parte dei diari che la Plath scrisse tra il 1950 e il 1962. Ma non è vero. I diari si fermano nel 1959, e i pochi e unici scritti successivi (una decina di pagine in tutto) non fanno parte del suo diario vero e proprio ma sono solo degli esercizi di scrittura che la Plath fece per esercitarsi appunto nell’arte dello scrivere in previsione di altre sue poesie o romanzi, che non aggiungono nulla ai pensieri della Plath, nulla di rilevante sulla sua vita e sul suo stato d’animo. Gli scritti personali dei suoi ultimi 3 anni di vita (indispensabili per capire l'entità della sua depressione) non ci sono.
Profile Image for Giulia&#x1f90d;.
34 reviews35 followers
September 18, 2022
“Fammi essere forte, forte di sonno e di intelligenza e forte di ossa e fibra; fammi imparare, attraverso questa disperazione, a distribuirmi: a sapere dove e a chi dare […] a riempire i brevi momenti e le chiacchiere casuali di quell’infuso speciale di devozione e amore che sono le nostre epifanie. A non essere amara. Risparmiamelo il finale, quel finale acido citrico aspro che scorre nelle vene delle donne in gamba e sole. Non farmi disperare al punto da buttar via il mio onore per mancanza di consolazione; non farmi nascondere nell’alcol e non permettere che mi laceri per degli sconosciuti; non farmi essere tanto debole da raccontare agli altri come sanguino dentro; come giorno dopo giorno gocciola, si addensa e si coagula. Sono ancora giovane. Persino ventitré anni e mezzo non sono troppi per ricominciare a vivere…”
Ah, Sylvia💔
Profile Image for Gresi e i suoi Sogni d'inchiostro .
664 reviews13 followers
July 8, 2020
Perché io sono il significato che la gente mi dà come essere, e non sarei nulla se non ci fossero gli altri.


Un'altra di quelle letture il cui ricordo serberò per sempre nel mio cuore. La letteratura in generale mi affascina, ma quella classica, vittoriana, novecentesca, ancor di più, e non mi impongo mai alcun limite. Non mi alieno mai. Eppure, sul piano delle mie letture, ci sono ancora diversi autori che sono ancora isolati dal mio cerchio personale. Anche se ammetterlo, scriverlo, non è propriamente prudente, dignitoso, scrittori o scrittrici che più mi aggravano, ancora lontane e sconosciute. Non sarebbe dignitoso scrivere tutto questo perché sono autori che sono affini al mio essere e danno l’impressione di sapere esattamente cosa dire o comunicare alla mia anima, mettendo in discussione i motivi per cui il nostro conoscersi – per alcuni già accaduto, per altri non ancora – sia stato così tardivo: la mia sete di conoscenza è sempre più pressante, irrinunciabile, attraente, magnetica dotata di un eleganza naturale, spontanea, aumentata così a dismisura e così in fretta che ha già una sua forma, una sua importanza, e come certe visite in certi bellissimi posti, non ho bisogno di tempo o parole per tesserne le lodi ( gli stessi con le quali ho parlato e straparlato di autori come Murakami Haruki o Paul Auster o Philip Roth. Sono delle figure che un tempo erano anonime, quasi invisibili, che hanno adottato la retorica come forma quasi accidentale, veritiera, perché desiderosi di mettere qualcosa a posto dentro di loro. In definitiva, deliberatamente, affinchè il mondo potesse vedere a nudo la loro anima. In reltà, Sylvia Plath non fu meno emancipata di questi autori che ho citato, e forse non lo è mai stata dato che la nostra conoscenza è avvenuta quest’anno, dopo anni e anni di forti e incomprensibili aneliti. Emancipata lo è poi stata, ma non come avrebbe voluto essere. Poiché completamente sola, senza appoggi, senza confidenti, senza una vera e propria patria. Indipendente, ma fino ad un certo punto. Ambiziosa? Assolutamente, ma sensibile, fragile, incompresa, e irrimediabilmente attratta dalla scrittura, da quelle parole che avrebbero concepito calore, suscitato amore, assonanze e dissonanze fra generi, aspirazioni, ideali, mediante il quale potè raggiungere la felicità. Interpretare l’aspetto grottesco della vita da cui tutti vorremmo fuggire.

Sylvia Plath fu più ambiziosa di quelle donne scrittrici che ho avuto modo di conoscere, di tutte quelle indipendenti femministe messe insieme, con un discreto nugolo di uomini attratti da lei a cui si rivolse con modestia e un po’ di timore. Con quale diritto però si affermarono su di lei considerandola recidiva, questo non so dirlo. La Plath era consapevole di ciò a cui aspirava, di idee, ambizioni, coraggio, invettiva ne aveva a dismisura, ma il rispetto doveroso e corretto che avrebbe dovuto occupare un posto particolare nella sua vita fu l’aspetto più importante. Mi sono domandata, come hanno fatto gli << amici >> , i parenti, chi, in generale, gli stette accanto, a non vedere che era una donna timorosa della vita, dell’amore, persino di Dio? Non vedevano come fosse irrimediabilmente inconsolabile, fragile, introversa, ma dall’anima semplice e romantica? Be, sicuramente l’amore per la scrittura, la letteratura, per la Woolf o Philip Roth sortì un certo fascino a quella cerchia di virtuosi collegiali che le procurano un certo prestigio. Ma fu il suo rapporto con la stessa scrittura, il suo desiderio di riversare irrimediabilmente, quasi furiosamente, nero su bianco, le sue vivide impressioni, a colpirmi intensamente. Come scrittrice, poetessa, fu davvero eccezionale. Lei che si interrogò ripetutamente sulla determinata ostinazione di non aver sfruttato al meglio le sue capacità o possibilità, con la costante paura di non aver fatto abbastanza. Lei che fece parte di un tutto indissolubile, con tensioni attorcigliate, irragionevoli amori, sordide lealtà, condannata ad essere circoscritta in una sfera d’azione, di pensiero e sentimento rigidamente consolidati nella sua ineluttabile femminilità. La scrittura ha evaporato ogni paura, ha contrastato il mondo reale, ha dissipato ogni dubbio, perplessità, inducendola a vagare come uno spettro in una landa desolata, poco confortevole, senza nessuno, in silenzio, e drasticamente coinvolta. E come non restarne affascinati, sedotti da tutto ciò? Questo, in certe situazioni, potrebbe essere considerato come un’interpretazione distorta dell’anima, quasi una visione mistica di ciò che ottenebra e offusca i nostri sensi. Ma la Plath li rese classificabili, dotati di “vita” in un buco arretrato come quello in cui fu costretta a vivere, di cui sfido chiunque sarebbe impossibile non esserne coinvolti. Perché diavolo non ha trovato la forza di rialzarsi, rinascendo dalle sue stesse ceneri? Che l’essere debole e fragile rientrasse nel suo temperamento, che certe situazioni non mi siano andate a genio, non dovrebbe suscitare scalpore.

C’è stato però, in particolare, un legame fra noi che mi ha permesso di comprenderla nell’immediato. Pieno di animosità, in sintonia col mio essere coraggioso, intraprendente ma introverso, che crede ancora di non aver letto abbastanza per conoscere la vita. Non aver vissuto pienamente quelle idee letterarie o artistiche indipendenti o rivoluzionarie, che sono parecchie diverse dalle mie ma che concretizzano la mia idea di passato. Intellettualmente ancora distante a ciò che aspiro, ma sempre lieta nel constatare come anche la Plath ha proiettato la sua aura profetica su di me. A fine lettura, col forte desiderio di leggere ancora di lei, << corteggiarla >> come si deve, di stabilire chiaro e tondo i motivi imprescindibili per cui è necessario non smorzare questa nostra conoscenza. Con pagine di diario che mi hanno sconcertato, incantato, manovrato ed interessato invariabilmente al passato.
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August 30, 2024
Che meraviglia! Imprescindibile e grandiosa Sylvia, così avanti per i suoi tempi, così olistica. Impeccabile perfino quando descrive il piacere provato nello scaccolarsi xD
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