When Samuele Stocchino is two years old the village sage can already see a heart shaped like a wolf's head beating in his breast: the heart of a murderer. As a colonial soldier in Northern Africa, recruited from one subject land to subdue another, the sixteen-year-old Stocchino learns to kill before he has learned to love, and it is a skill he hones to perfection on the pitiless battlefields of the Corso Front in the Great War.
Returning to Sardinia a hero to a pauper's welcome, he finds his family swindled and his sweetheart stolen away by the richest clan in the region, and from one first crime of passion a bitter feud is born. Stocchino terrorizes his wealthy neighbours and anyone who dares to till their land until, with Italy now firmly under Mussolini's boot, his elimination becomes Il Duce's priority. As he continues to elude capture, the seeds of myth are sown and the legend of Samuele Stocchino is forged.
Shrouded by mystery and portent, Memory of the Abyss is a stirring fusion of myth, history and fiction, a daring re-imagining of the true story of a notorious Sardinian bandit and a deft excavation of the island's cultural roots by one of Italy's most gifted and celebrated writers.
Fois, non lo conoscevo, Fois. Lo avrei quasi pronunciato alla francese… Questo è stato il mio primo approccio ignorante. Ho iniziato la lettura di “Memoria del vuoto” un po’ scetticamente ma subito, dico, subito, mi sono ricreduta grazie alla sua Scrittura: ricercata ma semplice, precisa e frutto spontaneo e conseguente di un lungo processo di elaborazione da parte dell’autore, mai trascurata, elevata anche quando attinge alla lingua del popolo – di cui si intuisce il senso anche se sardi non si è. Scrittura sofisticata piegata ai servizi del mondo naturale che subito fa da padrone - la notte, la montagna, la luna -, e dei bisogni e delle credenze primordiali dell’uomo che solo con l’artificio del sogno riesce a comprendere e ad avvicinarsi alla sua predestinazione, nulla di razionale, tutto inevitabile. Predestinazione che è fulcro del racconto, insieme alla sua accettazione, al convivere con ciò che è stato scritto ancor prima della nascita; e il dolore che ne consegue che è la testimonianza, il ricordo, l’omaggio a vite vissute, il modo di combattere la morte, ciò che sopravvive quando i propri figli sono stati destinati ad avere un ‘cuore di lupo’. Leggo e sento l’alito di ciò che è primordiale, ricordo i grandi miti, le leggende, il mondo greco, e poi Foscolo, Leopardi, Verga, siamo tutti attori in questo mondo, ognuno con il proprio ruolo da interpretare nel migliore dei modi, storia antica… E, in epigrafe alla seconda parte del romanzo, trovo una citazione da “Mentre morivo” di William Faulkner: "Fu la Sua mano che mi portò al sicuro al di sopra del diluvio". Fois mi piace ancor di più. E poi il plot, interessante, in crescendo, la conclusione è evidente da subito ma l’interesse e la curiosità del come e quando persistono, e intanto la grande storia scorre attraverso la guerra, quella in Libia, quella mondiale, il fascismo, quella di potere tra i briganti e il duce. E scorre anche la storia individuale con l’amarezza che deriva dalla constatazione di non aver fatto nulla di diverso da ciò che si pensava di dover fare.
4,5 ⭐ Tenim aquí la història de Samuele Stocchino, el bandit més buscat l'illa de Sardenya. Crescut en la ruralitat i fill d'una família molt humil, el Samuele és la representació d'una generació d'homes que es van veure obligats a allistar-se i fer la guerra com a única opció per fugir de la pobresa del món que els va tocar viure. Stocchino en tornarà convertit en heroi, però llavors es trobarà que li han pres el poc que tenia, la qual cosa serà el detonant per emprendre una terrible croada a tall de venjança contra tots aquells a qui considera culpables del seu infortuni.
A través d'una prosa exquisida i unes descripcions de l'entorn memorables, Fois ens posa sobre la pista d'aquest llegendari bandoler —que a estones ens ha recordat a aquells mítics Rocaguinarda, Capablanca o Serrallonga—, que va atemorir Sardenya i al qual el mateix Mussolini va cercar insistentment i fins i tot va posar preu al seu cap. Una sàvia narració que entrellaça realitat i ficció, i on s'apleguen, entre d'altres, el caciquisme, el rancor o el feixisme. Estremidora, sagnant i colpidora, però, tanmateix, d'una bellesa indiscutible i d'un altíssim nivell literari.
La cosa che fin da subito colpisce di questo libro è la scrittura ricercata ma al tempo stesso semplice. Il libro parla di cose semplici, di vita vera, di credenze e il tema centrale è il destino con cui si nasce e il doverlo accettare nonostante tutto. Ognuno nasce con il proprio cuore, chi a forma di testa di pesce, chi a forma di testa di scimmia, chi a forma di brocca, e comunque qualsiasi forma ha il proprio cuore ha il destino scritto. Samuele Stocchino ce l'ha a forma di testa di lupo, un cuore spigoloso come quello degli assassini, e la sua mamma lo sa fin da quando nasce che questo figlio le darà delle preoccupazioni. La storia si svolge in Sardegna dai primi del novecento passando per la guerra in Libia e la grande guerra, per poi tornare in Sardegna dove Stocchino non farà nulla di diverso da quello che si doveva fare. Avevo già letto Sempre caro di Fois, è di dialetto sardo era inserita una frase qua e là ma che si riusciva ad interpretare, un po' come Camilleri con Montalbano. Ma in questo caso per un terzo del libro le parti in dialetto sono tante ed è un vero peccato che non ci siano le traduzioni, perchè non me l'hanno fatto apprezzare fino in fondo. Poi forse pian piano entrando nella storia diventa più semplice da capire e anche se la conclusione è scontata, il libro è un crescendo e rapisce. Una nota particolare alle due donne vicine a Samuele: la madre e Mariangela. Donne forti e di grande personalità, nonostante i tempi.
Funambolismo Marcello Fois tende un filo da un’estremità all’altra del libro, con tutta la forza, l’intensità e la resistenza necessaria a ché nessuna piega si formi, il filo rimanga perfettamente teso ed abbastanza elastico da reggere i passi del bandito Samuele Stocchino sopra il vuoto. La vertigine non coglie nemmeno il lettore, spaventato, che sta a guardare testa in su, l’evoluzione pericolosa del giovane Samuele, con la vendetta conficcata nel sangue, che lui lo voglia o no. La meraviglia, verso il funambolo è continuamente rinfocolata: Stocchino appare dove non te lo aspetti, fulmineo come la morte, dolce come un ultimo respiro; ferito, caduto nei precipizi insondabili della Sardegna, perso nella terra, sparato in guerra, ricompare sempre, come l’incubo della famiglia giurata nemica. L’origine della “disamistade” nasce dal rifiuto di dare un bicchiere d’acqua al figlio assettato di Felice Stocchino, stanco nella notte da una camminata lunga una giornata. L’acqua negata trasforma la fatica in disperazione, la speranza in dolore, il futuro in veleno. All’inizio della prima parte del racconto, in quello che Fois intitola Il primo corifeo, leggiamo la messa in scena di ciò che sarà la storia: dolore su dolore – necessario e quasi tenero, come può esserlo il boia quando si avvicina al condannato. “Qui la scena è in atto, la prendiamo dal centro, dal cuore dell’azione, che azione non è, è racconto dell’azione. C’è l’estinto, c’è la madre, figlia, moglie, sorella, e c’è la Morte che silenziosa assiste, e si rifiuta di dare spiegazioni, ma partecipa anch’essa.” Assomiglia ad una deposizione l’ultima immagine di Samuele che in una grotta muore, all’ora che decide lui, e pesa molto più di quanto lasci credere il suo esile cadavere alle braccia di chi deve trasportarlo.
In una piccola nota finale, l’autore precisa: “Samuele Stochino è un personaggio storico e al contempo leggendario. Samuele Stocchino (con due c) è il personaggio doppiamente leggendario raccontato in queste pagine.” Ecco, una piccola c, ed il mondo riparte nel raccontarlo.
Comincia con un’invocazione e protasi. Ed immediatamente pensi ad Omero, e non a lui solo. Perché, ad un certo punto, intervengono il corifeo ed il coro, così che la tragedia si dipani secondo il più classico dei canoni. Ed ancora: premonizioni, prodigi e predestinazioni; oracoli, Madonne e antiche divinità. Una piccola, grande tragedia greca incastonata nella Sardegna del primo Novecento: la storia quasi vera del bandito Samuele Stocchino, eroe di guerra, tre volte morto e altrettante risorto, assassino latitante per volere del Fato. L'incipit E ora dammi le parole La notte dell’eccidio la luna piena, grassa e sudata, se n’era stata appollaiata per ore sulla schiena delle montagne. Pochi fili di nubi facevano l’effetto dei capelli scomposti sulla sua fronte. Se n’era stata così la luna, a bersi l’orizzonte frastagliato come il bordo di un guscio d’uovo spaccato in due, pigra di una pigrizia quasi Morte, quasi fosse il primo sonno. Poi, a un certo punto, si era sollevata, indolente, alitando contro la terra. Una luna antica che, arcuata la schiena per sgranchirsi nel silenzio e cominciare con ritardo il suo turno, si era spalancata allo sguardo degli insonni. Così aveva iniziato a scialbare la campagna solleticando il pelo fosforescente delle bestie, e facendo scintillare le foglie d’erba come rasoi. Aveva attraversato le vigne, incidendo contro la lastra del cielo un nero golgota di piante crocifisse. Poi era passata in paese come giungendoci per caso, viaggiatrice distratta, per rendere febbrile di luce il rosso dei tetti. E penetrò nella malta dei selciati per farla preziosa d’argento, e scelse muri immacolati perché la riflettessero. Illuminò gli amplessi, oh se lo fece! Quelli leciti e quelli illeciti, ferendo con scudisciate di bianco la pelle degli amanti, infilandosi nelle fessure delle porte chiuse, insinuandosi fra le tende che si sfioravano, schizzando dagli sfiatatoi delle imposte accostate. Più in là, dove il terreno sempre è grasso di vermi, fece brillare le tombe di marmo come specchi ustori e abbatté al suolo nerissime ombre di cipressi sull’attenti ai bordi dei viali, per farle colare sui marciapiedi. Ah, una luna maledetta! Che sussurrava sventure, la notte dell’eccidio. ---------------------- Mi càpita poche volte, ma, appena finito, sono ritornata all'inizio ed ho ricominciato daccapo.
E ora dammi le parole. ... Lui morto? No. Lui proprio no. E mettetela come vi pare.
Tra l'inizio e la fine, un capolavoro. Un protagonista storico e leggendario insieme, un romanzo che gioca con il lettore per il suo mescolare verità e finzione. Sopra a tutto, un uomo solo, che sa (ma sarà vero?) che il suo destino è tracciato e che non può avere scampo. Un linguaggio splendido, in tutti i registri usati. Mea culpa per non aver mai letto prima qualcosa di Fois :(
3.5 Hi ha hagut escenes que m'han transmès molt, que són molt potents literàriament. Però en algunes altres parts m'he trobat perdut. Potser el fet de llegir-lo en italià ha ajudat a aquesta confusió. Siga com siga, la història està bé i l'estil narratiu de l'autor no em desagrada.
Memoria del vuoto inizia così: "E ora dammi le parole". Invocazione (troppo) retorica che avvia le due pagine peggiori del libro. Non ci si badi, sono le prime ma non sono rappresentative.
Secondo me, avrebbe dovuto iniziare diversamente. Faghimus unu pattu. Sono convinto che la chiave di lettura di questo libro stia nell'accettare il patto che Fois propone al lettore. E' un patto che avrebbe potuto proporre il protagonista, il bandito Stocchino, un patto da valutare bene perchè sgarrare è sconsigliabile. Si rischia di perdere un grande romanzo.
Fois scrive un racconto mitologico contemporaneo, scritto in un italiano complesso, che passa da una prosa coltissima (a volte gratuitamente oscura) al parlare sgrammaticato del popolino, a lunghi inserti in sardo. Generalmente sono scettico davanti a tanto stile, ma qui non vedo esibizioni, solo l'audacia di uno scrittore che non si accontenta. Lo stile è (con poche eccezioni, come l'incipit) tutto funzionale alla costruzione di un'atmosfera che compatta e riscatta alcuni passaggi decisamente infelici (le gratuite oscurità, gli accenni al contesto storico non sempre indovinati) e gli elementi di debolezza della storia. Chie faghe parte de su pattu, li noterà appena.
Un esempio. Fois, a un certo punto, esprime il pensiero del protagonista, un mezzo analfabeta, con una digressione in una specie di discorso indiretto libero, inutilmente elegante e articolata. Non appartiene certo al bandito, è tutta dello scrittore. Si legga il passaggio di fretta e altrettanto lo si scordi.
Fois evita sia l'apologia del bandito eroe,giustiziere o rivoluzionario, sia il saggio spicciolo sul banditismo sardo. La storia è intrisa di elementi magici, di superstizioni antiche e credenze arcaiche. E' una storia di presagi, segni premonitori e manifestazioni soprannaturali, di destini che sono condanne invincibili. E' la storia di un ragazzino destinato a diventare eccezionale, nel senso letterale del termine. Destinato a violare le leggi inscalfibili di una comunità retta da secoli dalle stesse regole non scritte, a catalizzare odii e rancori inesprimibili e annegarli nel sangue. Per assurgere a quel ruolo (o precipitarvi), il protagonista deve compiere un atto eccezionale, che lo separi definitivamente e irreparabilmente dall'umanità comune. Quell'atto è un eccidio barbaro, motivato da una futile scortesia subita venti anni prima dal padre e da lui stesso, allora bambino. E' un punto labilissimo della trama, nella prospettiva di un romanzo classico sarebbe una debolezza logica gravissima. In un racconto mitico, diventa una necessità ineluttabile, una prova iniziatica, una rivelazione.
M'ha costat entrar i ambientar-me. Tot i que son d'aquelles novel·les que li has de donar una oportunitat. Brillant llenguatge descriptiu que et dona una idea clara d'allò que succeeix a la Sardenya de la primera guerra mundial. La seva gent, costums i el caràcter d'aquells que hi viuen.
Samuele Stocchino is a folkloric legend of Sardinia who in the 1920's becomes a vigilante hiding in the mountains but swooping into towns and villages to reak revenge on anyone who he perceives as helping his enemies, the older families who have stolen his families rights and inheritance. This book was the retelling of this story and it is certainly an interesting look at the history of Italy as Stocchino learns his skill for killing in the war in lybia and then in world war one. When he becomes an embarrassment to the new fascist regime the book ends in a conflict with authority and a man who is brutal and cruel becomes a hero and legend. Interesting book, but I felt I wasn't able to really connect with the hero ,however I was glad to read something very unique.
I love Fois' writing, the capture of Sardinian society is spectacular, it has a feel of a Sardinian Hardy.. I don't think I am an entirely impartial reviewer... may even reread this on the beach in Cagliari ;).
Titolo Fortemente S (tracciata perterra altamente mistica) e fortemente C (doppia leggenda)
Epicureo oppure Dionisiaco oppure nuragico oppure crepuscolare sicuramente poetico E’ bello essere un grande scrittore, tenere gli uomini a cuocere nella padella della propria frase e farli saltare come castagne. Gustave Flaubert Si mi sono sentito una castagna :-)
Le mille una notte -Come sapete di non essere lui? .Perchè so di essere io! (attenzione :-) a non confondere l'affermazione dell'assenza con la negazione della presenza :-) vedi Taleb :-) ) INVOCAZIONE E PROTASI Immagine della Luna bella! Pag 8 Codiato le scarpe (da codiare seguire pedinare) Pag 9 Dal cielo cade un anzone (in sardo gallurese agnello) Pag 10 Un rapace fa cadere agnello dal cielo Pag 11 Presagio Pag 12 Morte del minatore Pag 13 Dolore serio come un bambino che fa il broncio. Pag 15 Lascito del padre morto farsi docile nelle avversità. Un'esistenza sensata costa migliaia di vite senza senso. Pag 16 Separazione come piangere morto (banale concetto di psicologia) Pag 18 A 9 anni pastore Pag 19 Festa moltiplicazione pani e pesci. Pag 20 Epaminonda bandito come eroe spartano. La giustizia abita le case dei ricchi. Pag 22 Mucadore (gallurese fazzoletto) Pag 23 Una S sul terrreno Pag 29 Madonna cerca di volere quello che ti è assegnato. Pag 32 TUTTA IN SARDO MA DAI!!! Pag 35 Felice c'ha il peso dei secoli per lui dice tutto il silenzio. Pag 36 Tutto è più facile a trovare le parole giuste, ma valle a trovare(tanta poetica, troppa in una pagina anche se molto bella!) Pag 39 Delinquente (lupo); pazzo (scimmia); minorato (pesce) lo decide Dio il cuore. A Forma di pugno il cuore normale. Forma di brocca raccoglie e versa non può stare chiuso ed è una maledizione. Pag 40 Samuele sogna sarai sporco di sangue e pure come un giglio. Pag 46 Il ginepro lo salva. Pag 53 Nel teatro dell'uomo ci sono parti assegante Pag 56 Samuele 18 anni si arruola esercito sabaudo Pag 57 Furore che faceva brillare lo sguardo (cita Faulkner con la parola furore). Bengasi Pag 62 Uccisione del Beduino sapore della notte. Pag 64 A Samuele uccidere è piaciuto più che scopare. Pag 70 Le cose per quanto uno pensi di poterle determinare. Pag 72 Anche quando si ha ragione ci vuole il luogo e il tempo. I padroni diventano padroni perchè hanno le regole. Pag 83 Collasso polmonare tra la Vita e la Morte. Prima leggenda Samuele salva onore di Mariangela e uccide possidente. Pag 87 Seconda leggenda incontro di Samuele e Mariangela alla fontana (come Giacobbe) non si lasciano più. Pag 90 Cavallo del ricco del paese nutrito a patate. Pag 101 Corpo comatoso della terra (che pesante). Pag 102 Sentirsi vicino all'essenza porta a sentirsi immortale. Le parole spesso mancano e resta dentro una memorie che è un vuoto. Pag 103 La Luna continua a tornare (La luna si dice dia sempre la stessa faccia e qui sempre lo stesso registro) Pag 105 Non scrivere e non leggere ti sembra di essere morto già prima di perire in guerra. Pag 109 Bordone Pag 114 Lussu grazia Samuele e crede alla storia della botta alla sprovvista per la fuga. Pag 128 Stocchino accusato di abigeato Pag 132 Contravvenzione della regola della solidarietà è il crimine più grande. Pag 133-134 Omicidio dell'ex bottaio inizia la latitanza e il rispetto. Pag 134 Conoscere le regole serve per disobbedire meglio. Pag 137 Leggere Villon?? Pag 139 Figlio del ricco del paese tonto e prepotente. Pag 143 Gionario e le bestie come tempi antichi contribuiscono alla grandezza del creato. Pag 147 Si muore per conto proprio. Pag 148 I ricchi diventano fascisti. Pag 152 Il caso non esiste (Taleb qua si incazza :-) ci ha scritto un libro Giocati dal Caso) Pag 160 Muore la mamma di Samuele, Antiochia. Pag 161 Muore Mariangela nella loro caverna. Pag 164 La regola del terrore. Stocchino pazzo di solitudine. Pag 166 Grazia Deledda. Pag 186 Stocchino sente odore della vergogna ed evita agguato la settimana dopo. Pag 196 La carne ragiona per se. Pag 200 Stocchino incontra Polito a casa del Bottaio dove si sentono le voci dei morti. Dentro l'origine si trova la fine. Pag 203 La cifra dell'abominio è il silenzio. Pag 205 (una frase che vale un libro) memoria del vuota quando tutto sembra che sarà ed invece è già stato. Pag 206 Uscrate Romanticissimo farsi trovare nella grotta dove è morta anche Mariangela. Avvertenza mezza verità e mezza invenzione.
Ennesimo libro di Fois che leggo, ennesima conferma. Fois ci racconta la storia di un uomo attraverso cui conosciamo la storia di una famiglia, di un popolo, di una terra, di un'epoca storica. Bellissimo ed emozionante.
Memory Of The Abyss by Marcello Fois is a fictionalised account of the life of Samuele Stocchino, one of Sardinia's most notorious bandits. Such is Stocchino's legendary status that a bare factual biography would probably be as impossible as it would be inappropriate. While remaining loosely loyal to Stocchino's real-life story, Fois makes no apologies for diverting into fiction: 'What you have read', he admits candidly in his afterword, 'is not the truth'. Stocchino was born at the dawn of the twentieth century on an island as yet largely untamed and untouched by outside influences: it had only been incorporated into the Kingdom of Italy less than half a century previously. When Stocchino's nemesis, Saverio, sails to the island to hunt him down, he sights 'a motionless black whale covered in seaweed.. the muddy shell of a monstrous turtle.' Surrounded by 'gelatinous seas', the island hunkers under a heavy sun which is 'greenish… like the colour of fresh-pressed olive oil', and where the air is so heavy even the birds are stilled. Aged sixteen, and craving more than the island can provide, Stocchino enrols as a colonial soldier and is sent to the front, where he is decorated for his bravery on the unforgiving battlefields, and returns home some years later as a hero. But soon Stocchino's love for a local girl leads him into a bitter feud with Manai, the richest and most influential man in the village. It escalates quickly, with Stocchino taking to the unchartered wooded hills and emerging infrequently to post warnings of death to all those who associate with Manai, or seek his employ tilling his fields. His livelihood thus ruined, Manai is a broken man until he puts on the black shirt of the rising fascist movement, whom, led by Mussolini, cannot abide the idea that Sardinia should continue in its state of lawless autonomy; nor that its people should be terrorized into loyalty to a war hero turned bandit. Inadvertently, the fascist pursuit of Stocchino serves to enhance his legend: there are people who will testify that he is touched by immortality, having supposedly already died twice, first as a child falling into an unscaleable abyss, and secondly when news of his 'death' filtered back to the village from the trenches. Stocchino repeatedly defies news of his demise by stealing out in the dead of night to spill the blood of those whom he perceives have wronged him stretching back to his youth: one entire family is wiped out over a distant slight over the patriarch's refusal to grant him and his father water on their way back from a wedding. Fois and his translator Patrick Creagh have created a thickly descriptive, deeply poetic and resolutely old-fashioned novel, and it's also excellent to see the author employ the beutiful but sadly increasingly rare style of italicised summations at the start of each chapter. It's a fascinating novel, all the better for deeply embedding intself in the unique culture and history of its region, and it really comes into its own in the final third, when Stocchino lives a bloodthirsty fugitive existence, and for all his slaughtering ways, you still find yourself secretly cheering him on from the sidelines.
Difficile da leggere e da seguire per chi non conosce un'H del dialetto sardo... si possono intuire gli incisi, ma non dialoghi o preghiere intere. Resta comunque una storia interessante da leggere e da seguire, dove un cuore con la testa di lupo non può sfuggire a sé stesso neanche per il più grande e puro Amore, quello di una mamma. Ho desiderato finirlo in fretta di leggere e ahimè la fine mi ha fatto storcere la bocca per il disappunto. Per ogni storia c'è spesso una leggenda che non sempre migliora la realtà dell'uomo, che sia preda o predatore.