Jump to ratings and reviews
Rate this book

Quando muori resta a me

Rate this book
Un viaggio con suo padre verso il paesino tra le Dolomiti da cui proviene la famiglia paterna sarebbe la scusa perfetta per capire meglio Genitore 2, ma Zerocalcare e suo padre sono incapaci di parlarsi di cose significative. Questo rende difficile la trasferta, quando si capisce che la loro famiglia non è vista di buon occhio, anzi, da alcuni è proprio odiata, in paese. Le radici dell'odio risalgono a prima della Grande guerra, e si intrecciano al mistero che circonda, da trentacinque anni, il giorno più misterioso ed emblematico della vita di Calcare, quello che lui fin da bambino ricorda come "Il giorno di Merman". Negli interstizi dei non detti, l'amore incrollabile di un padre per il suo unico figlio attraversa alcune delle pagine più buie della Storia del nostro Paese, silenziosamente coraggioso. Una storia in cui Zerocalcare si costringe a guardarsi allo specchio e non si fa sconti nel raccontare ciò che vede.

304 pages, Hardcover

First published May 7, 2024

90 people are currently reading
2691 people want to read

About the author

Zerocalcare

60 books2,780 followers
Zerocalcare sul finire del 2011 ha quasi 28 anni e per un sacco di tempo ha fatto soprattutto fumettacci sulle fanzine fotocopiate e locandine per concerti punk hardcore. Oltre ad un numero sterminato di autoproduzioni nel circuito dei centri sociali, ha collaborato anche con il quotidiano "Liberazione" (pagina delle illustrazioni, ormai chiusa), il settimanale "Carta" (chiuso), i mensili "XL" di Repubblica (spazio Italian underground, chiuso) e "Canemucco" (chiuso) e la divisione online della DC comics, Zuda.com (chiusa). Tra le collaborazioni che non è riuscito a far chiudere c’è il settimanale "Internazionale", l’annuale antologia del fumetto indipendente "Sherwood Comix", la "Smemoranda" e frescafresca pure la rivista "Mamma!".

Alla fine del 2011 ha dato alle stampe il suo primo libro, “La profezia dell’armadillo”, autoprodotto sì, ma da Makkox.

A ottobre 2012 è uscito il secondo, “Un polpo alla gola“, edito da Bao Publishing.

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
4,671 (62%)
4 stars
2,235 (30%)
3 stars
438 (5%)
2 stars
42 (<1%)
1 star
35 (<1%)
Displaying 1 - 30 of 670 reviews
Profile Image for Francesca.
436 reviews487 followers
May 10, 2024
Tanto bello e caro, però vorrei fare una proposta di legge per tutelare gli italiani da Zerocalcare, perché non è possibile che ogni volta gli venga permesso di spiarci, intrufolarsi nelle nostre teste, leggere i nostri diari segreti, conoscere ogni nostra paura, sogno, rimorso, e tutto il resto.
Profile Image for Giada.
123 reviews11 followers
May 7, 2024
Chiudo il libro con le lacrime agli occhi, le ultime pagine di una tenerezza struggente.
Un'altra meravigliosa storia di Zerocalcare in cui un viaggio con il padre nel paesino di montagna dove hanno vissuto i loro antenati porterà alla luce oscure e tragiche vicende del passato.
C'è spazio per le battute e i momenti divertenti, ci sono riflessioni intime, introspezioni, racconti intrecciati di storie e di Storia. Tutto nel classico stile di Zero, spassoso, irriverente, sincero, profondo e commovente.
Profile Image for TheCrazyFanvergent.
218 reviews142 followers
October 27, 2024
Bella quest'ultima ora e mezza di daddy issues e sensi di colpa

Divertente come sempre, relatable come al solito, confuso e irrisolto come solo i drammi familiari sanno essere (soprattutto le relazioni padri/figli)

Ovviamente ognuno ne avrà una visione molto personale e relativa, dubito che *tutta* la storia raccontata sia un'esperienza universale. Ma mio padre è un po' un Pingping (un bel po')(e io sono un bel po' un Zerocalcare)

+ Le ultime due pagine mi hanno ammazzata
Profile Image for metempsicoso.
416 reviews479 followers
May 16, 2024
Ci devo ancora pensare per un po' e, come è ovvio, saranno le opere da qui in poi a confermarlo o meno, ma mi sembra che Quando muori resta a me segni l'ingresso di Zerocalcare nella sua piena maturità artistica. È diventato, con il tempo ed espandendosi su altri media [credo che le serie TV abbiano molto influito, a riguardo], un narratore più fine e misurato, capace di intrecciare due piani narrativi totalmente distinti in modo che la tensione di uno traini la fase preparatoria dell'altro, e che il primo climax, dopo essere esploso, rada al suolo l'intero scenario per dare più spazio e respiro all'intimità del secondo. Certo, Zero ha saputo spesso scrivere incastri e rivelazioni riuscite, ma qui tutto è scandito con il metronomo: ha l'istintività di un regista che, dopo anni di pratica, sa eseguire i suoi movimenti di camera affidandosi solo all'istinto.
Nella famigliarità con il suo stile, il suo modo di fare i "disegnetti", emerge anche il timore per la ripetitività e il bisogno di trovare nuove vie. Non mancano i riferimenti culturali della sua adolescenza, né le stilettate alla classe politica attuale, ma sono in numero ridotto rispetto al solito. Allo stesso tempo, mi pare evidente un desiderio di riflessione sul suo modo di disegnare: lo si vede nel doppio che gli restituisce lo specchio in modo esplicito, ma anche in diverse tavole più curate ed elaborate del solito [è probabile che affidarsi ai grigi di Madrigal gli abbia dato tempo e spazio per "complicarsi"]. Non mi era mai capitato, nelle sue graphic novel precedenti, di fermarmi così spesso per godermi la bellezza dei disegni.
E poi, ovviamente, la lingua. Non è tanto la scelta del veneto a essere significativa, quando l'accantonamento parziale del romano, perché se c'è una cosa che per Zero è sempre stata identitaria, persino più del suo tratto, questa è la sua voce. Apprezzata o criticata, lo ha sempre reso riconoscibile, anche per quell'idea, oramai consolidata grazie a tanta TV, che il romano sia verace e schietto, caciarone e famigliare.
Se poi, dal punto di vista tematico, ci ha abituati da sempre alla riflessione di sé e su di sé, e quindi anche alla grande consapevolezza sulla propria carriera, in Quando muori resta a me non si tira indietro. È disposto a scoprirsi un altro po', a tentare di dare voce a ciò che sta sempre in silenzio, la mascolinità, anche per il peso che ha avuto nel renderlo così di successo. Perché nel padre che colpevolizza scherzosamente la sua spilorceria, c'è il bisogno di giustificarsi, forse persino di chiedere scusa, per il suo aver fatto i soldi senza rompersi la schiena con un lavoro di fatica, da maschio vero [che poi, con tutto quello stare chino, credo abbia più bisogno lui di un chiropratico che tanti altri]. In realtà, però, il successo gli è venuto non dal disegnare - che di disegnatori bravissimi, pure più di lui, ce ne è in quantità -, quanto dal suo essere disposto a esporsi come maschio fragile e fallibile - e questo è un coraggio ben più raro, soprattutto [lo so, mi ripeto], tra i maschi etero cis.
Forse è per questo che mi fermo a quattro stelle. Questo libro non è per me, che i miei soldi, negli anni, a Zero li ho dati volentieri proprio perché finalmente ho trovato in lui qualcuno che raccontasse un essere maschi meno asfissiante - certo, complesso e faticoso, una tribolazione inconclusa, ma almeno vivibile. Questo volume è per gli altri, gli uomini che magari sono arrivati al suo modo di scrivere su Netflix e che ne sono rimasti straniti e ora lo stanno cercando altrove. Perché, siamo onesti, questa non è la prima volta in cui Zerocalcare esprime la sua insofferenza per la mascolinità tossica, è solo la più esplicita. Io, da lui, ho bisogno di qualcosa in più, anche se so che è puro egoismo. Ci siamo già trovati qua, abbiamo già parlato di come nostro padre parli una lingua che non capiamo [hai notato anche tu come il modo in cui parla il personaggio di Zerocalcare diventa più freddo e distante e altisonante quando si rapporta con Ping Ping?], abbiamo anche già discusso di quanto è faticoso essere circondati da gente che procrea quando tu non vuoi/non puoi/non te la senti.
Zero, io speravo che tu mi dessi qualche soluzione - ma ti voglio bene lo stesso, forse pure di più proprio perché pure tu una soluzione non la trovi.
Profile Image for ☆LaurA☆.
468 reviews141 followers
May 25, 2024
"Smetti di fatti dì dagli altri quello che devi pensà.
Tu devi capì che cazzo vuoi dalla vita.
Se una cosa la fanno tutti, non vuol dire che va bene per tutti."

Perché Zero ha vissuto la sua infanzia di pari passo alla mia, stessi viaggi in auto con sosta all'autogrill per un Camogli (chi non ha mangiato un Camogli ha avuto un'infanzia di merda), stesso nesquik nel latte e stessi 883.
Zero però, a 5 anni, vive la separazione dei suoi e, come succede il più delle volte (ma poi perché?) resta a vivere con la madre e dal padre ci va, si e no, una volta alla settimana, la domenica.
Zero, in questo viaggio con suo padre, uomo abbastanza taciturno, verso casa del bisnonno sulle Dolomiti, ripercorre la sua infanzia ripensando a dettagli e sprazzi di vita che, fino a quel momento, erano rimasti lì, nella sua mente, senza davvero prendere forma.
Momenti che prendo consistenza, una nebbia che si dirada piano piano. 
Nodi che vengono al pettine e scheletri che escono dagli armadi.
Forse Zero in questo viaggio cancellerà il senso di colpa che prova per genitore 2?
E genitore 2 si metterà l'anima in pace per la mancata nonnitudine?
Già perché un tema che viene toccato è quello della NON genitorialità, per scelta o per condizione.
A 40 anni è giusto non aver ancora procreato?
Dove sta scritto che un figlio è d'obbligo?
Per poter dire "quando muoio resta a te?"

Per essere genitore oggi ci vuole tanto di quel coraggio che capisco chi decide di non volerne, e non venitemi a dire che come siamo cresciuti noi cresceranno anche loro.
Noi eravamo una generazione differente, nel bene e nel male, ma erano i genitori soprattutto ad essere differenti.
Quindi boh, se sapete che cazzo volete nella vita tanto di cappello, inchino e piroetta....ma se non lo sapete....spero Ci venga un'illuminazione prima o poi.

E intanto abbasso il finestrino della macchina, alzo l'autoradio a palla e.....
ROTTA PER CASA DI DIOOOOO
CI SIAM FOTTUTI LA FESTAAAA
ROTTA PER CASA DI DIOOOOO
PERÒ CHE NOTTE DIVERSAAAA

https://youtu.be/G1M2QkqrONs?si=mPrPr...
Profile Image for Valentina Ghetti.
226 reviews2,557 followers
July 2, 2024
Come distruggere i lettori con una sola pagina.
Quella finale.
Bellissimo.
Profile Image for Angela.
117 reviews39 followers
May 19, 2024
Prima o poi io quest'uomo lo denuncio, perché non è possibile che non solo mi faccia piangere dalle risate e singhiozzare dalla commozione nell'arco di tre vignette, ma si permette persino di sbandierare così ai quattro venti le mie paure e angosce più nascoste, volume dopo volume. Vostro Onore, chiedo giustizia.

Per vendetta, so che lo odierà dovesse mai beccare la mia recensione (Michè, sei eternamente online, è uno scenario plausibile), io lo qui ribadisco: Zerocalcare è il vate di noi millennial italiani, uno degli ultimi intellettuali capaci davvero non solo di rappresentare lo Zeitgeist di un'intera generazione, ma dar loro le parole e gli strumenti per autopensarsi.

Con ogni nuova prova letteraria, non so se si avvicini alla maturità artistica o se l'abbia già pienamente raggiunta, poiché sposta sempre l'asticella più in là: quello che posso dire è che la amplia. E noi non possiamo che dirgli grazie.
Profile Image for Grazia.
494 reviews214 followers
May 13, 2024
"Il senso di colpa non te lo insegna nessuno"

Il rapporto col padre.

Un rapporto fatto di non detto (che si tramanda di generazione, in generazione, in generazione) e di senso di colpa. Senso di colpa stranamente sentito dal figlio e non dal padre (o quantomeno dato che è il suo punto di vista sappiamo del suo sentire e non di quello paterno). Figlio quindi che patisce la separazione dei genitori a cinque anni come abbandono a se stesso di genitore due, abbandono per cui si sente tuttora in difetto.


"A scuola ti insegnano felice, triste, arrabbiato.
Il senso di colpa non te lo insegna nessuno"


Senso di colpa che sente per non essersi (ancora) riprodotto e non aver consentito al padre di fare il nonno. Non avendo peraltro ancora chiaro se il desiderio di genitore due sia effettivamente anche un suo desiderio.

E nessuno banalmente ti insegna a parlare di ciò che provi e ciò che pensi intanto che i tuoi genitori sono ancora in vita.

Ironia, tanta, risate e commozione.
E tanta tenerezza per Zero, annessi e accolli, e quel pennuto di suo padre.

Colonna sonora (cantautore da boomer)
https://youtu.be/jgaEOzGWg8Y?si=EDQ2X...
Profile Image for sarapi.
54 reviews
May 9, 2024
just you wait until my therapist hears about this
Profile Image for Luca Masera.
283 reviews77 followers
May 13, 2024
Ogni volta resto stupito dalla capacità che ha Zerocalcare di raccontare storie universali: questa volta più di altre ci mette la faccia e con coraggio osa spingersi un po' più in là non solo con le parole ma anche con i disegni.

SPLENDIDO
Profile Image for Simona.
962 reviews225 followers
May 8, 2025
"Cuori zoppi e afoni che non so' capaci a dirsi le cose. Qualche volta le intuiscono, qualche volta no..."

Intimo e con punte di poesia, in alcune parti.
Profile Image for SusyG.
327 reviews75 followers
June 3, 2024
Mannaggia a te, Michele! 😭 Me lo sentivo che questo libro mi avrebbe spezzato e non mi sono sbagliata. Per tanti aspetti mi ha ricordato "Dimentica Il Mio Nome" che era più incentrato sulla figura della madre ed è assolutamente il mio preferito. Qua invece si tocca il tema del rapporto perso con un genitore, ai rimpianti di non aver costruito qualcosa in passato e un presente in cui c'è un muro. E questo tema l'ho sentito tutto 🥲 ho adorato tantissimo le parti sul bisnonno, mi hanno spezzato, soprattutto quando si parla dei traumi della Prima Guerra Mondiale 💔 e Alberto Madrigal, insegnami a mettere i grigi così che io sono una scimmia con i colori!
Profile Image for Tanabrus.
1,976 reviews187 followers
August 13, 2024
Un viaggio col padre verso il paesino di montagna da cui era partito il bisnonno dopo la Grande Guerra diventa lo spunto per parlare di parecchie cose.

Del ciclo di odio e rancore che in certe situazioni può tramandarsi di padre in figlio avvelenando le generazioni successive, la care e vecchie faide familiari di cui spesso nemmeno si ricordano le origini.
Del rapporto dell'autore col padre, finora molto meno sviscerato rispetto a quello con la madre, un rapporto fatto di non detti e di timidi approcci, di rifiuti adolescenziali e di menefreghismo filiale, di senso di colpa e di paura.
Della separazione dei genitori, avvenuta quando Calcare era piccolo.
Ma anche della situazione attuale di Calcare (e di tanti di noi suoi lettori più o meno coetanei), eterno giovane che però deve fare i conti con la realtà del tempo che passa, con le diverse velocità cui il mondo sembra andare per le diverse persone, con il ticchettio dell'orologio che procede inesorabile e le aspettative intorno a sé che aumentano. Come sempre sarà Sarah a fare la voce della ragione e della saggezza: prima di ogni altra cosa devi capire cosa vuoi fare della tua vita, il resto viene dopo.

Un altro ottimo libro, dove forse per la prima volta compare davvero anche l'aspetto di Calcare (non mi pare fosse mai apparso nelle sue vignette)
Profile Image for Andrea Murer.
80 reviews3 followers
May 8, 2024
Ah ma quindi è possibile parlare di padri e divorzio senza scadere nella misoginia più schifosa?

(Comunque non è vero che a Seren non prende il telefono)
Profile Image for erigibbi.
1,116 reviews740 followers
August 22, 2024
Le ultime pagine mi hanno ammazzata.
Profile Image for Silvia ❄️.
239 reviews33 followers
May 11, 2025
La più introspettiva e (forse) la più personale tra le storie di Zerocalcare. D’altronde, lo dice lui stesso che le emozioni descritte sono state provate davvero ed è proprio questo fattore che rende la lettura ancora più intensa.
La lacrima sul finale non te la toglie nessuno.
Profile Image for Come Musica.
2,026 reviews611 followers
May 21, 2024
Zerocalcare ritorna in libreria con "Quando muori resta a me".

Devo dire che sono passata dallo snobbare questo autore all’apprezzarlo molto.

Non sapevo che Zerocalcare avesse origini friulane. Infatti, il nome vero dell’autore è Michele Rech.

In “Quando muori resta a me”, Zerocalcare intraprende un viaggio con il padre, da Roma a Merin, un piccolo paese di montagna in Friuli Venezia Giulia, paesino collegato al padre.

Zerocalcare definisce questo suo nuovo lavoro, "un flusso di coscienza" che lo porta talmente lontano da Rebibbia arriva fino a Merin: "Mi andava di inserire qualcosa di straniante rispetto a Rebibbia. La montagna di Merin e il racconto di un viaggio vero".

In un’intervista Zerocalcare dichiara che “Il libro nasce come un racconto sul rapporto con mio padre perché dopo aver visto al cinema “Aftersun”, la storia di un adolescente che trascorre l’ultima estate insieme al padre, sentivo che si erano smosse una serie di cose e che il film parlava anche a me. Così mi è venuta voglia di provare a esplorare quel rapporto paterno che non avevo mai toccato nei fumetti, ma neanche a parole nella vita vera. Nel farlo mi sono reso conto, un po’ per come stavo io, che stavo andando avanti per flusso di coscienza ed effettivamente il libro ha preso una direzione che va oltre il rapporto con mio padre e verso la constatazione dello scorrere del tempo."

Divertente e al tempo stesso profondo e commovente.
Profile Image for Angiemela.
69 reviews3 followers
May 11, 2024
Zerocalcare è sempre il massimo cantore della mia generazione, a questo do 3 stelline solo perché gli altri suoi libri mi sono piaciuti di più: qui ho trovato l'alternanza passato/presente meno fluida e un po' di superficialità nel trattare il tema dell'avere o non avere figli (lo fa sembrare una scelta individuale simile a tante altre della vita, mentre non lo è affatto visto che coinvolge altre persone). Imprescindibile per i fan, non lo consiglio assolutamente cone opera con cui iniziare a conoscerlo, sarebbe come guardare un film partendo dalla metà
Profile Image for Silvia.
143 reviews22 followers
June 1, 2024
Mia madre mi ha chiesto cosa mi piace di zerocalcare è la risposta è che ne suoi fumetti riesce a descrivere e mettere per iscritto pensieri ed emozioni che almeno una volta nella vita abbiamo provato e pensato ma che spesso abbiamo paura di dire ad alta voce, perché poi c’è il rischio che diventino dei mostri che stanno con noi per molto tempo, che non siamo più in grado di ignorare. Leggendo i suoi libri però alterni le parti più dolorose e più difficili con parti più divertenti e nel complesso ti senti meno solo perché pensi di non essere l’unico a vivere con questi dubbi e pensieri.
Comunque finire di leggere un libro di zerocalcare per me è come finire una seduta con la mia psicologa, mi sento allo stesso modo e spesso piango la stessa quantità di lacrime.
Profile Image for GONZA.
7,308 reviews124 followers
May 14, 2024
Forse io lo preferisco quando parla della sua vita personale, piuttosto che quando racconta del mondo, che attualmente mi fa schifo. Il suo rapporto con il padre era poi una parte oscura, che inoltre apre spiragli anche sulla storia della madre e io da brava fangirl ossessiva, non posso che mostrare un interesse malato a riguardo.
Profile Image for Teodora Totolici.
81 reviews34 followers
August 9, 2024
Coinvolgente e commuovente, ma secondo me la duologia di Macerie prime è imbattibile per la comicità e l’emozione che trasmette. Comunque Zerocalcare è sempre Zerocalcare! ♥️
Profile Image for MsElisaB.
214 reviews20 followers
May 17, 2024
Posso anche mettermi a scrivere una recensione, constatando quanto il caro Michele, al confronto con certi temi giganteschi, manchi un po’ della sua solita intensità, o apprezzando il suo ritorno al linguaggio della graphic novel intima, ma la verità è che la sua capacità di parlare della contemporaneità, della mia generazione, di esperienze personali e condivise da tutt* non ha eguali (ma Sally Rooney chi?). Leggo Zerocalcare e mi sento meno sola e chissenefrega di tutto il resto. La scena del finestrino è una minuzia, ma è anche la dimostrazione di come gli basti un dettaglio insignificante per rappresentare un’epoca.

Lo scrivono tutt*, chi sono io per non ripeterlo: le ultime scene ho deglutito il magone.
Profile Image for Federica.
174 reviews66 followers
May 27, 2024
Una storia che incastra insieme in maniera perfetta le responsabilità e le ferite individuali e collettive, la storia e la Storia, la mascolinità tossica e in particolare i suoi effetti sul rapporto tra padri e figli, tradizionalmente improntati al silenzio e alla soppressione delle emozioni, il senso di colpa, la paternità e le radici. Che viaggio. E per favore, sì, dateci altre narrazioni di padri come questa.
Displaying 1 - 30 of 670 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.