"Izzo digs deep into what makes men weep."- Time Out New York The third and final installment in the remarkable Marseilles Trilogy (including Total Chaos and Chourmo ), Solea continues Jean-Claude Izzo's distinctive brand of vibrant crime writing, skillfully evoking a time and place that have captured the hearts and imaginations of readers the world over. Marseilles' simmering issues of race, politics, organized crime, and big business come to a rolling boil. Ex-cop, loner, and would-be bon vivant, Fabio Montale is back. His heartfelt cry against the criminal forces devastating his beloved Marseilles provides the touching conclusion to a trilogy that epitomizes the aspirations and ideals of the Mediterranean noir movement.
Jean-Claude Izzo was a French poet, playwright, screenwriter, and novelist who achieved sudden fame in the mid-1990s with the publication of his three noir novels, Total Chaos (Total Khéops), Chourmo, and Solea: widely known as the Marseilles Trilogy. They feature, as protagonist, ex-cop Fabio Montale, and are set in the author's native city of Marseille. All have been translated into English by Howard Curtis. Jean-Claude Izzo's father was an Italian immigrant and his maternal grandfather was a Spanish immigrant. He excelled in school and spent much of his time at his desk writing stories and poems. But because of his “immigrant” status, he was forced into a technical school where he was taught how to operate a lathe. In 1963, he began work in a bookstore. He also actively campaigned on behalf of Pax Christi, a Catholic peace movement. Then, in 1964, he was called up for military duty in Toulon and Djibouti. He then worked for the military newspaper as a photograph and journalist.
Fabio Montale sul grande schermo, un credibile Richard Bohringer, sempre misurato e convincente, nell’adattamento del 2002 di “Total kheops” firmato da Alain Bévérini.
Il romanzo del lutto: perché è quello che chiude la trilogia (Casino totale, Chourmo, e questo); Fabio Montale se ne va, sparisce, non torna più, e noi restiamo orfani; perché poco dopo (meno di due anni) se ne va anche Jean-Claude, se ne va lontano, per non tornare più. È vero che comunque non avrebbe più ripreso a scrivere di Montale, Jean-Claude non amava particolarmente la serialità, tre storie di, con e su Fabio per lui erano sufficienti.
Marie Trintignant è Lole in “Total kheops” di Alain Bévérini, 2002. Marie Trintignat fu ammazzata l’anno dopo.
Ma comunque la si metta, io son rimasto orfano. Impossibile non amare Fabio Montale e impossibile non amare Jean-Claude Izzo e la sua Marsiglia. Vorrei dire "Fabio sei tutti noi", ma poi ho visto come è stato massacrato da Alain Delon e preferisco tenermelo per me.
Alain Delon è Montale nella serie tv intitolata “Fabio Montale” che adattò l’intera trilogia. Alla regia José Pinheiro. 2002.
Montale era un poliziotto (Casino totale), ora non lo è più, il marciume è arrivato anche tra divise e distintivi. Siccome Fabio è davvero l’ultimo dei Mohicani, l’ultimo rimasto a combattere per giustizia e amicizia, a costo della sua stessa vita, non può più avere né divisa né distintivo.
In televisione Babette aveva il volto di Elena Sofia Ricci.
E Babette è amica da sempre, è più di un’amica: Babette che è inseguita dalla mafia italiana perché ha svolto un’inchiesta giornalistica troppo scomoda per i mafiosi che la inseguono anche a Marsiglia e minacciano Montale e… Ma Fabio non cede alle minacce, neppure quando trova Sonia sgozzata, un chiaro avvertimento… C’è una commissaria, Helene Pessayre, che potrebbe e vuole aiutarlo: Fabio un po’ si fida e un po’ no, vuole far da solo, a modo suo. Ma Helene Pessayre è più che una poliziotta, è una giovane donna attraente, decisa e motivata: Fabio le fa avere copia dei cinque dischetti che ha ricevuto da Babette, quelli che dovrebbero essere la sua assicurazione sulla vita. Ma quando Fabio e Babette vanno all’ultimo appuntamento…
Epilogo del terzo episodio, “Solea”: Fabio e Babette stanno per incontrare il loro destino.
Meticciato, incroci di popoli culture storie, spezie, profumi di Mediterraneo, il gusto del pastis e del Bandol. Ah il rosé di Montale... E poi Miles, ancora e ancora, da far tremare i polsi (bella anche la versione di Anoushka Shankar).
Sì, certo, Jean-Claude usava poca ironia, la praticava proprio poco: ben lungi da quella esilarante di un Jim Thompson, o da quella sferzante di chi adotta lo stile hard boiled (Raymond Chandler docet).
Nel romanzo il finale è di notte, in tivvu invece…
Il sense of humour è una dote particolare, una spezia preziosa. Jean-Claude era anima propensa al lato tragico della vita, più spinta verso il lirico che verso un sorriso leggero. Ma sapeva cos’era l’ironia, sapeva per esempio usarla nei saggi (brevi), e nella vita: nei suoi romanzi sceglieva un’altra strada. Forse perché le cose che raccontava erano vere, vissute direttamente o da vicino – o forse per una sua personale scelta di stile. Darei sia il mio regno che il mio cavallo per un motto di spirito, se mai possedessi regno e cavallo: ma mi sento monco senza Fabio e Jean-Claude.
J.-C., ti ricordi quella volta a Campo dei Fiori? Io non me la dimentico. Mai.
È proprio la vita che si recita, fino all’ultimo respiro.
Μου άρεσε λιγότερο από τα δύο προηγούμενα μέρη. Βρήκα την πλοκή κάπως βεβιασμένη αλλά την γραφή πιο μεστή, πιο ώριμη. Το πέμπτο αστεράκι θα το βάλω για τον επίλογο του μεταφραστή· ένα κείμενο γραμμένο με αγάπη και σεβασμό από έναν επαγγελματία για τον συγγραφέα που μετέφρασε και τον πιθανό φίλο που δεν γνώρισε.
E poi arrivi qui, dove tutto è nero, dove tutto ti soffoca, ti opprime, ti mette spalle al muro, ti spinge alla resa dei conti. Lo capisci sin dall'inizio che questa è la fine della storia, e non solo perché lo sai. Lo capisci perché tutto è avvolto dall'odore di morte, perché persino il mistral che spazza Marsiglia e gli incendi che ne minacciano il perimetro non hanno niente di naturale ma sembrano parte di un terribile disegno di morte. C'è morte che parte da lontano, c'è morte vicino, c'è morte dentro.
Ci sono persone e nomi che fanno paura, anche a chi, come Fabio Montale, della morte ha fatto la sua compagna di vita e ha imparato a convivere ogni giorno con il dolore, con l'assenza della donna che ama, con il vuoto che ogni giorno si crea intorno a lui. (Anche se: Fabio caro, ma tu sei uno sciupafemmine, sei veramente convinto di amare per davvero Lole? Come mai le donne che pensi di amare di più, come Sonia, sono sempre quelle che per un motivo o per l'altro sai già che non torneranno?) E poi c'è la parola più brutta di tutte, quella che anche in Francia evoca scenari luttuosi, quella che si sussurra e alla quale non si vuole credere, quella che ciascuno preferisce credere che sia reale solo in casa d'altri: mafia. Il cerchio si stringe, e dove c'è mafia c'è morte. Il cielo ti opprime, il Lagavulin non ti stordisce, la menta e il basilico non ti inebriano più, Marsiglia non serve più a nasconderti, la morte è intorno a te, dentro di te, la morte sei tu. Ma io sono una che non si arrende e capisce solo quello che è scritto nero su bianco, e anche se in quest'ultimo capitolo l'unico colore che ho visto è stato il nero, anche se il nero ha preso Izzo e se l'è portato via, per Fabio Montale continuo a credere che il bianco, ma forse ancor di più il blu oltremare, fosse scritto nel suo futuro: quello che non è scritto io non lo voglio leggere, e la speranza è qualcosa che nessuno mi potrà mai rubare, per cui non piango, non ho pianto, perché non ci credo. Ho fatto pace con Izzo, era ora. Che qualcuno mi offra un pastis, anche se l'anice non mi piace, che ho voglia di brindare alla vita!
«Era possibile accarezzare il cuore senza aver mai neppure sfiorato la pelle?». Io dico di sì: era possibile, è possibile, sarà possibile sempre.
Το πιο συγκινητικό και σκληρό μέρος της τριλογίας. Οι δεσμοί που αναπτύσσουμε στη ζωή μας, τα λάθη μας και ολα οσα βλέπεις κοιτώντας πίσω. Και γύρω σου μια σαπίλα που δυστυχώς δεν συναντάς μόνο στα μυθιστορηματα. Καταπληκτικος Izzo, τυχερή που τον διάβασα.
La felicità. Possibile. Sempre. Un bellissimo noir ,dal ritmo trascinante ,struggente Conclude la trilogia marsigliese, iniziata con Casino totale e Chourmo: Il cuore di Marsiglia , con un protagonista a cui ti affezioni come ad un amico ,ci andresti a bere un pastis con Fabio Montale, staresti con lui ad ascoltare un buon disco ,osservando il mare di Marsiglia...
Avevo avuto voglia di prenderla tra le braccia. In quel preciso momento. Di stringerla a me. Si era scansata, con gentilezza, ridendo. “Fabio”. “Va bene, va bene”. E avevo alzato le mani sopra la testa per mostrarle che non l’avrei toccata. “Ci beviamo un ultimo bicchiere e andiamo a farci un bagno. D’accordo?”. Avevo pensato di portarla in barca per andare a nuotare al largo. Nelle acque profonde.Lì dove ero in quel momento. La barca era la mia isola deserta. La mia solitudine. Ci avevo portato solo Lole. La notte in cui era venuta a vivere da me. E Fonfon e Honorine, solo recentemente. Mai nessuna donna aveva meritato di salire su questa barca. Neppure Babette. “Sicuro” aveva detto Hassan quando gli avevo fatto segno di servirci di nuovo. Coltrane suonava. Ero completamente ubriaco, ma avevo riconosciuto Out of this world. Quattordici minuti che potevano consumare una notte intera. Realizzai che Hassan avrebbe chiuso tra non molto. Coltrane, sempre, per accompagnare ognuno dei suoi clienti. Verso i loro amori. Verso la loro solitudine. Coltrane, per il ritorno. Fui incapace di alzarmi dalla sedia.
“Sei bella, Sonia”. “E tu sei sbronzo, Fabio”. Eravamo scoppiati a ridere. La felicità. Possibile. Sempre.
Solea conclude la trilogia dedicata a Fabio Montale e dei tre è il più struggente, il più intenso e il più nero.
Qui conosciamo fino in fondo la sporcizia del mondo, l’avidità assassina dell’uomo, le trame di morte che soffocano il naturale istinto a godere della vita e dell’amore. Qui tocchiamo le radici del male e i suoi nervi scoperti: il potere, il denaro, la menzogna, la violenza fine a se stessa.
“In principio era il peggio. E il grido del primo uomo. Disperato, sotto l’immensa volta celeste. Disperato di capire, lì, schiacciato da tanta bellezza, che un giorno, sì un giorno, avrebbe ucciso suo fratello.“
Conosciamo più a fondo il cuore di Fabio Montale, i suoi sentimenti ardenti, la sua tristezza cupa e metafisica. “E anch’io mi misi a piangere. A piangere per noi che dovevamo sopravvivere a tutto questo. L’assoluta schifezza del mondo.”
Anche a me veniva da piangere. Nel finale. Aggrappata alla disperata stanchezza di Fabio Montale e di Jean Claude Izzo.
Erano anni che un libro non mi teneva sveglia tutta la notte! Da qualche parte, in un commento a proposito della trilogia di Fabio Montale, qualcuno ha scritto che la frammentarietà della trama "toglie quella tensione"(!?!?!) indispensabile ad un buon giallo, a meno che l'autore non voglia usare il giallo come pretesto per parlare di altro... A meno che, appunto!
(...)Κι όμως, αυτό ήταν η φιλία η πραγματική, η δυνατότητα να βάζεις πάνω στο τραπέζι, που λέει ο λόγος, μαζί με μιαν ωραία, καλοψημένη τσιπούρα όλες εκείνες τις ωραίες αναμνήσεις. Μόνο αυτό το «θυμάσαι;» σου επιτρέπει να εκμυστηρεύεσαι τα πιο δικά σου πράγματα, όλες αυτές τις περιοχές της ψυχής σου όπου, συνήθως, εκείνο που βασιλεύει είναι η σύγχυση.
Lettura di urticante e malinconica bellezza, densa di riflessioni, suggestioni (musicali) ed una grande dose di amarezza, sullo sfondo di una Marsiglia senza pietà. Straordinario.
Capitolo conclusivo della Trilogia di Marsiglia. Emotivo, struggente, poetico, devastante, non c'è altro da dire, almeno io non ho altro da dire, ne sono rimasto letteralmente senza parole, sbalordito, affascinato, schifato. Forse il migliore della trilogia, ma io credo che si possa definire un romanzo unico, non se ne può leggere solo 1 o 2, bisogna assolutamente leggerli tutti e 3 (Casino totale, Chourmo e Solea), per capire a fondo ciò che Izzo ci vuole trasmettere. L'amore, l'odio, l'amicizia, la povertà, il razzismo, la mafia, la violenza... tutto questo sullo sfondo molto suggestivo di Marsiglia. Assolutamente imperdibile!
Όπως ολόκληρη η Τριλογία της Μασσαλίας, έτσι και το Soléa αποτελεί μέρος της ιστορίας του Φάμπιο Μοντάλ, ενός αστυνομικού ιταλικής καταγωγής που ζει και δρα στη Μασσαλία. Ο Μοντάλ είναι ένας από τους πιο αξιαγάπητους αστυνομικούς της λογοτεχνίας, καθώς τάσσεται με τους αδύναμους, τους περιθωριακούς, και τους αδικημένους. Ο Ιζό σκιαγραφεί τις παθογένειες της αγαπημένης του πόλης: το οργανωμένο έγκλημα, τον ρατσισμό, τη φτώχεια, την ενσωμάτωση των μεταναστών, αλλά και την βρωμιά στους κόλπους της αστυνομίας. Μέσα σε όλα αυτά όμως, παρουσιάζει και την πολυπλοκότητα των ανθρώπινων σχέσεων, την αλληλεγγύη, την νοσταλγία, και την ίδια την ομορφιά της Μασσαλίας.
I think I might have benefited from reading the first two books in the series first. This starts in media res, and while it wasn't hard to figure out the characters, there were lots of references to deceased characters that didn't resonate a lot with me. Still, lots of good stuff here, in particular the mood and vibe of the book, which was beautiful and menacing at the same time.
Also -- and this might just be me -- but if I had professional assassins from the mafia after me, I would not spend nearly as much time as the main character of this book does sharing drinks and seaside walks with attractive female detectives.
Atmospheric, gloomy, foreboding. This Marseilles trilogy gets better and better and more dark. A true noir.
For Montale it appears to become a cathartic experience. Old demons could, maybe finally, be put to rest. If he is willing to really look into himself. And, if there are any friends left…
Already on the first page, with our hero Fabio Montale, we are back in his fatalistic world, when he is in a bar with his fellow Marseillais ”We had nothing to lose, because we’d already lost everything” Or this one, after waking up with a hangover: ”Just because you’re used to life doesn’t mean you have to carry on living.” Yes, Fabio is not the most happy camper. Yet, he does enjoy the life in Marseilles. We are immersed in it. The sea, the food, music and always the longing for a woman. Lots of introspection about lost loves. About life that was. About life that could be. He is a haunted, tormented soul. Full of sadness. It’s masterfully described. I felt I was sitting right next to Fabio. That’s how immersed I was. And this case, he is forced to work on, will not make it any better. He is forced to really look deep into his soul, his motivations, his fears; in short his very existence.
These books of Izzo are full of substance. Things that matter. Quite a difference with The Maltese Falcon, which I read at the same time. That one is about tough men and women, without any substance. Cardboard characters. It’s all about the clever plot. While here, with Fabio, it’s deeply human, emotional and very deep.
He quit the police force. Could not do it anymore. Too much corruption and misguidance in dealing with the underprivileged. Social unrest. Racism is rampant, morality is gone. Politician’s are in it for their own pride. Greed is everywhere. He is without work. But when an old friend is asking his help when she is on the run from the Mafia, Montale is drawn into a hornets nest. Chased by killers, noone around him is safe anymore. All his old fears are coming back. How is he going to survive? How to fight organized crime with it’s vast resources? The plot is simple, but this is more about inner conflict and the realization what frienship and love really is.
A deeply moving novel. With only one possible outcome…
Solea is as Noir as they come, although I make that claim as one who reads only occasionally in the genre. Reportedly, despite pressure from Gallimard, his publisher, Izzo rejected the idea of continuing his Marseilles Trilogy beyond Solea (a Miles Davis tune appreciated by Fabio Montale, the existentially doomed protagonist / anti-hero of the series). In this final novel, Izzo dispenses with side plots to focus on the Mafia(there are, of course,still several relationships with beautiful & intriguing women, past & present, that preoccupy Fabio). This time, Izzo is not so much concerned with the truands who regularly engage in turf wars & s'entretuent (no satisfying English translation for this verb) & produce much collateral damage as he is with the Big Picture(there is, nevertheless, a cold-blooded throat-slitter this time around). At stake is his friend & former lover Babette's investigation into the Mafia's influence over & corruption of the financial and political systems in France, an influence that borders on complete takeover. The evidence that she has compiled is detailed in a series of computer disks that she sends to Fabio for safekeeping--the last of which, the black disk, goes so far as to name names & reveal bank account numbers. Naturally, Fabio and everyone close to him is at risk. It is safe to say that things don't turn out well & that Izzo ends his series in the most definitive manner. There is no possible sequel. It occurred to me while reading Solea, that in our current global financial meltdown, little to no mention has been made of the role, if any, of organized crime, at least not in reference to the United States. I remember the President's Commission on Organized Crime back in the sixties, but like the War on Poverty, except for our obsession with Mexican drug cartels, we seem to have forgotten about more traditional crime syndicates, those which have integrated their operations with legitimate business (one wonders these days, if such a concept still makes any sense at all). To quote Babette (my translation): "As a consequence of tax evasion, the accumulation in tax havens of enormous capital reserves belonging to the largest corporations is also responsible for the growth of the budget deficits of most countries in the West." Considering the current debt crisis in the European Union & the budget deficit in the U.S., this statement in a piece of 1990s' genre fiction is all the more startling. At the end of the novel, Fabio discloses that he has instructed Cyril, a young hacker, to broadcast the contents of Babette's disks across the Internet. Written in the 1990s, this scenario seems now, post- Wikileaks, quite prescient. True to genre & true to the character of Fabio Montale, there is excessive consumption of alcohol (one wonders how Fabio manages to function at all!) and cigarettes & much sleep-deprivation. There are fewer compensations and less consolation to be found here than in the previous novels of the trilogy, however. The sea and coast, the cuisine, the incomparable light, music & the city of Marseilles itself, finally, can't tip the scale to the side of Good.
Avevo bisogno di Chandler per capire cosa non funziona (per me) di Izzo. Dopo The long goodbye (Il lungo addio) e The little sister (La sorellina), ho lasciato la California e ho letto il terzo capitolo della famosa trilogia marsigliese, dedicata al personaggio di Fabio Montale. Il quale Montale non ha un minimo di ironia. Trovatemi una frase in cui quest'uomo che prende tutto tremendamente, tragicamente sul serio, si fa la proverbiale risata. Mai. Aggiungo: a quest'uomo capitano solo tragedie, peraltro spesso onestamente inverosimili (tralascio di esprimermi sull'ingenuità dell'assunto di base della trama: magari la mafia fosse fatta di ammazzasette armati di coltello). Concludo: tutto quello che fa questo Montale deve assumere per forza un carattere esasperatamente lirico. Mette su il caffè, e per forza parte una tirata sul caffè che simboleggia non si sa che. Mette su una cassetta, e per forza si scatena un'epifania di ricordi, emozioni, sensazioni, mondi che si aprono, che si chiudono. Viene mollato dalla donna della sua vita e dopo due giorni ne rimorchia un'altra in un bar ed è anche quella la donna della sua vita. Non arriva il fine settimana che ne incontra una terza, non ci crederete, pure quella scatena tutta una tormenta. Non c'è niente da fare, a me la bouillabasse (qualunque cosa sia) resta sullo stomaco. Meglio un sandwich loffio e una birra al bar di sotto in Cahuenga Boulevard con Phil.
PS: le disquisizioni di alta politica e criminologia di cui il romanzo è disseminato possono essere saltate a piè pari
Amer, desésperé, émouvant, triste. C'est avec ces mots que je décrirais le dernier roman de la trilogie de Marseille. Il est douloureux et crépusculaire, je l'ai lu en trois séances intensives, parce que c'est si passionnant, il coupe le souffle, parfois. Je suis triste d'avoir terminé cette trilogie. Elle m'a beaucoup plu, et après la lecture des trois romans, je peux dire que mon préféré c'est le deuxième, Chourmo. Je crois, peut-etre, parce qu'à la fin de celui-là il y a encore un brin d'éspérance... Après avoir términé Solea, j'aurais besoin, moi aussi, d'un peu de Lagavulin. Je recommande la lecture de cette trilogie, aussi bien que celle des Marins Perdus, autre très beau roman de Izzo.
Ho avuto ogni tanto la sensazione che Izzo fosse distratto, nella stesura di questo terzo e conclusivo capitolo. Con la testa "anche" altrove. Piccole digressioni, o lievi cali di tensione sullo sfondo, forse solo da me percepiti. Come a rappresentare il senso di smobilitazione che ogni "fine", in qualche angolo della testa, regala sempre, preannunziandosi. Ciò non intacca le emozioni che autonomamente si generano in chi legge. Anzi, rende meno duro il distacco.
He has some hot information that the Mob would really like to get hold of. When he refuses to tell them, they start killing all the people he cares about in reverse chronological order, beginning with the woman he met in the bar last night and working backwards. Makes your average noir look light gray.
La Trilogia marsigliese di Jean-Claude Izzo credo sia una delle opere più importanti della letteratura di genere contemporanea. Ho capito, del mondo che che ci circonda e degli avvenimenti degli ultimi anni, più leggendo Casino totale che molti articoli e approfondimenti su rotocalchi e siti nostrani. Narrativa, certo, ma di quella che ti dà la scossa e ti prende a pugni nello stomaco. C’è che dice che andrebbe letta nelle scuole: condivido questo pensiero. Izzo, scrittore di rara sensibilità, sapeva e, probabilmente, aveva già capito come si sarebbero evolute certe questioni nel nuovo millennio Ma a parte i risvolti “sociali”, come non innamorarsi di Fabio Montale, di Honorine, di Fonfon e, soprattutto, di una città tanto piena di luce che anche le sue ombre già ci sembrano più oscure? L’amore per quell’angolo di terra straripa in ogni riga ed è a dir poco contagioso.
I gialli di Izzo sono noir permeati di disillusione e pessimismo, non lasciano quasi spazio a una speranza di redenzione o salvezza. L’attualità è stringente e soffocante, le trame serrate, il meccanismo della narrazione funziona perfettamente: impossibile abbandonarli una volta cominciati. Senza dubbia un grande maestro del genere, Izzo, peccato sia venuto a mancare troppo presto. Mi sono chiesta spesso, durante la lettura, che cosa avrebbe scritto alla luce degli ultimi avvenimenti in Europa.
PROTAGONIST: Fabio Montale SETTING: Marseilles, France SERIES: #3 of 3 RATING: 4.25
Babette Bellini is a journalist and activist who has written a daring and comprehensive expose of the Mafia and its activities in France. Its publication could spell the ruin of many important figures in government and private industry. As a result, Bellini is desperately fleeing for her life while trying to protect her master opus. She reaches out to her former lover and ex-cop, Fabio Montale, for help. The Mafia is quick to find that link, and they begin to systematically murder the people that Montale loves to "convince" him to lead them to Bellini.
Montale's life has been one of quiet desperation for some time. His wife left him for another man, and he obsesses about their relationship. At a bar in Marseilles one evening, he meets a woman named Sonia who arouses in him hope that love is possible. Although they spend the night together, Fabio is too drunk to be able to do anything. The very next day, Sonia is found horribly murdered. Captain Helene Pessayre is assigned to the case; against all odds, there is an attraction between them. Will this too be doomed?
Montale comes up with a plan that will allow Bellini to come out of hiding and return to Marseilles to deal with the situation. In the meanwhile, the Mafia are committing horrible carnage, killing people to whom Montale is close. His greatest fear is for an elderly man and woman who are almost like surrogate parents to him. The killers exhibit not an ounce of human empathy; it's only a matter of time before everyone that Montale cares about will be murdered. At the same time, Marseilles, the city that he loves, is also suffering its own decline and corruption.
SOLEA is the final book in Izzo's Marseilles trilogy and stands very well on its own. It is a beautifully written book, with language ranging from the poetic to the stark, expertly translated. It is imbued with hope and love, shaded by despair and horror. The conclusion is stunning. SOLEA is a rare piece of noir writing that has a passionate heart at its center.
l'Izzo più politico di tutta la trilogia marsigliese, a mio avviso il migliore. Il più necessario. Con Marsiglia sempre lì, aggrappata all'odore dei personaggi, a questo giro la storia prende più fiato, respira largo e profondo, e allunga lo sguardo su altri temi, altri mondi e altre storie che diventano vitali da raccontare. Con un occhio lucido, avanti di anni al punto da trovare agganci col qui e l'ora, fin troppo reali, e crudi. Più di dieci anni dopo, a ricordare quanto manchi qualcuno come Izzo per raccontare il mondo.
E ci rosichi, perché sai che Izzo è morto e Montale con lui, per davvero. Uno di quei romanzi, uno di quei cicli che quando è finito veramente ti dispiace, perché sai che la rilettura non ti darà mai le stesse sensazioni. Sei stato a Marsiglia, hai bevuto il Pastis (io no, non mi piace l'anice, e dopo Izzo mi spiace :), sei orgoglioso di essere nato sul Mediterraneo.
Non leggo mai i polizieschi, non mi piacciono. Quindi non so come questo sia finito tra i miei libri, ma mi sono detta che male ti fa, un po' di esercizio col francese (300 pagine...) e una firma nota. L'ho letto fino in fondo, dunque posso dire che come poliziesco mi è piaciuto. Da oggi però farò più attenzione ai libri che prendo.
Il più bello della trilogia. Amaro, cupo, la morte incombe e insegue il mondo di Montale in ogni pagina, assediandolo. C’è la vita - le donne, il pastis, il jazz, gli amici - in una lotta con la mafia e i ricordi del passato, il senso della fine. Davvero bello.
Fantastic! This is the last volume of Jean-Claude Izzo's Marseille trilogy and it is as excellent as the first and second book. His writing style is also known as French noir.
Each book describes Fabio Montale's life in Marseille and in Les Goudes (Calanques) as a cop (in vol. 3 he retired from the police and now lives mostly in Les Goudes) and how Montale is forced to deal with corruption, hitman from the Mafia, racism etc. Izzo also describes the food, the many bars and restaurants (I just wonder how he could eat out all the time on his salary?).
It's a very compelling novel. I was touched by the way how Izzo writes about the mixed population and the many problems the poor in the north of Marseille have to live with. Also I like the way how Izzo writes about the women in Fabio Montale's life and the loves lost.
This trilogy (and the very well-done TV adaptation "Fabio Montale" with Alain Delon from 2003) certainly made me want to explore the Calanques east of Marseille and the city itself, especially the often mentioned area around Vieux Port with it's two fortresses. From there it's a short boat ride to Château d'If, known for the Count of Monte-Cristo and the Man with the Iron Mask (Marcel Pagnol, Alexandre Dumas).
Un autore che volevo leggere da anni, nonostante sapessi che non rientrava nei miei generi prediletti. Per una promessa/sfida ho finito la trilogia in tre mesi, uno al mese circa. Se "Casino totale" mi era piaciuto molto e "Chourmo" invece aveva mostrato qualche limite/ripetizione a me non proprio congeniale, pur restando un buon romanzo, "Solea" non inverte la tendenza, anzi... ha acuito il mio "fastidio" per certi stereotipi reiterati (non facilita una trama con il piede fisso sull'acceleratore).