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I miei stupidi intenti

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Questa è la lunga vita di una faina, raccontata di suo pugno. Fra gli alberi dei boschi, le colline erbose, le tane sotterranee e la campagna soggiogata dall'uomo, si svela la storia di un animale diverso da tutti. Archy nasce una notte d'inverno, assieme ai suoi fratelli: alla madre hanno ucciso il compagno, e si ritrova a doverli crescere da sola. Gli animali in questo libro parlano, usano i piatti per il cibo, stoviglie, tavoli, letti, accendono fuochi, ma il loro mondo rimane una lotta per la sopravvivenza, dura e spietata, come d'altronde è la natura. Sono mossi dalle necessità e dall'istinto, il più forte domina e chi perde deve arrangiarsi. È proprio intuendo la debolezza del figlio che la madre baratta Archy per una gallina e mezzo. Il suo nuovo padrone si chiama Solomon, ed è una vecchia volpe piena di segreti, che vive in cima a una collina. Questi cambiamenti sconvolgeranno la vita di Archy: gli amori rubati, la crudeltà quotidiana del vivere, il tempo presente e quello passato si manifesteranno ai suoi occhi con incredibile forza. Fra terrore e meraviglia, con il passare implacabile delle stagioni e il pungolo di nuovi desideri, si schiuderanno fra le sue zampe misteri e segreti. Archy sarà sempre meno animale, un miracolo silenzioso fra le foreste, un'anomalia. A contraltare, tra le pagine di questo libro, il miracolo di una narrazione trascinante, che accompagna il lettore in una dimensione non più umana, proprio quando lo pone di fronte alle domande essenziali del nostro essere uomini e donne. I miei stupidi intenti è un romanzo ambizioso e limpido, ed è stato scritto da un ragazzo di soli venticinque anni. Come un segno di speranza, di futuro, per chi vive di libri.

252 pages, Paperback

First published August 26, 2021

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7755 people want to read

About the author

Bernardo Zannoni

2 books140 followers
Bernardo Zannoni (1995) è nato e vive a Sarzana. I miei stupidi intenti (Sellerio 2021) è il suo primo romanzo.

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2 stars
858 (8%)
1 star
196 (2%)
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Profile Image for Cesare Cantelli.
61 reviews2,287 followers
September 25, 2021
No, davvero. Prendi uno spietato stato di natura, d’altronde d’animali si tratta, e spruzza barlumi d’umanità ad alcuni personaggi del libro. Che il potere della scrittura sia fondamento lo puoi anche mettere in tuo secondo piano, è la vita di una faina. Magari è pure la tua. Asciutto ed essenziale. Nessuna pretesa sul finale. Mi rimarrà dentro.
Profile Image for Ilaria Quercia.
399 reviews110 followers
January 16, 2022
È inutile che mi sforzi di trovare il bello.
Sono cresciuta con Fedro, Luciano ed Esopo, conosco bene l'arte della morale attraverso la fabula.
Quindi non ho trovato nulla di originale nella faina Archy, nella volpe Solomon, differentemente ho trovato il ritmo di scrittura molto lento e dettagliato, ma se devo dirla in maniera secca e brutale, nonostante tanta minuzia, quello che doveva essere essenziale non mi è arrivato. Non mi sono emozionata, commossa o intristita, purtroppo mi sono solo annoiata.
Credo ormai sia una maledizione perché sono almeno un paio di mesi che mi ritrovo in mano libri dalle recensioni altissime che a me sembrano pessimi, forse sconto il mio essere tranchant quando esprimo giudizi su ciò che non apprezzo. Spero di aver espiato.
27 reviews7 followers
November 5, 2021
I libri dei giovani autori della Holden li riconosci subito. Perfettini, pettinati e inutili.
Profile Image for MsElisaB.
214 reviews21 followers
April 26, 2022
Forse la delusione è proporzionale alle aspettative che mi ero fatta: un venticinquenne crea una storia attorno ad un protagonista animale, con questi ingredienti le potenzialità erano infinite. Invece...

Partiamo da Archie, la faina personaggio principale e narratore: è troppo animale quando abbraccia la sua indole animale ed è troppo umano mentre adotta comportamenti umani. Il discrimine per la coscienza viene stabilito nella consapevolezza della propria morte, e questo lo differenzia dalle altre creature del bosco, e già questa premessa fa acqua da tutte le parti, considerando si tratta di bestiole che si siedono ad un tavolo della cucina a mangiare. Ma anche preso questo assunto per buono, anche sospendendo l’incredulità, non si va molto oltre nella potenziale metafora (non) costruita. La trama si ferma subito, non appena il protagonista impara a scrivere, e l’intreccio finisce così: la storia di una faina antropomorfizzata che ha una vocazione da scrittore. Allora, confesso un mio limite: mal sopporto i personaggi scrittori, sia perché trovo frustrante che in fase creativa un autor* non riesca a uscire dal proprio orticello e pensare qualcos'altro che non sia trascrivere elementi della propria vita vissuta, sia perché lo trovo una manifestazione dell'ego, come un’auto-celebrazione, elevare l’attività sopra ogni altra, più degna e più illuminata. Sicuramente il marketing influisce (molti lettori sono anche scrittori e viceversa, perciò sicuramente a qualcuno piace "ritrovarsi" nelle pagine del libro che ha in mano o facilita l'immedesimazione), però va fatto con criterio. Se sto leggendo un biopic di Jane Austen, la tirata sulla funziona salvatrice della scrittura me la posso anche aspettare, ma se sto leggendo la storia di una faina che vive in un tronco, sarà mai possibile che anche in questo caso il tratto più rilevante (ed unico approfondito) del protagonista e dell'altro personaggio comprimario sia il loro leggere/scrivere (scrivere di loro stessi, tra l'altro, in un loop infinito di romanzi egoriferiti). Dai, cazzo.

La scrittura, poi, non ha niente di speciale, non c'è uno stile. Essendo Zannoni così giovane, mi aspettavo più sperimentazione, più innovazione, qualche elemento di rottura. Invec, la prosa è vecchia, senza nessun guizzo, ci sono proprio espressioni stereotipate e frasi trite e ritrite, sembra tutto già sentito. Anche quando i suoi personaggi si lanciano un minimo in riflessioni, sono pensieri che hanno un'eco in altro già letto o ascoltato. Sicuramente i dettagli molto ragionati, ci sono quasi degli easter eggs, tutto molto curato, per carità, ma in un contesto così ammuffito rendono la narrazione ancora più stereotipata e pomposa. Anche gli espedienti narrativi sono tutti già noti, quasi canonici.

E poi, le tematiche: oltre alla paura della propria morte, di cui si parla davvero tantissimo, l’unico altro argomento è Dio. Ora, posso comprendere la fede dell’autore, ma avrebbe dovuto scegliere un altro tipo di pubblicazione per dedicarsi così tanto alle considerazioni teologiche: il romanzo è infarcito di citazioni bibliche, e Archie compie un vero e proprio percorso di conversione, sulla spinta del suo maestro, il cui unico fine è la redenzione (anche se i mezzi...), diventando, poi, a sua volta, evangelizzatore di un altro giovane discepolo.

Quello che mi sono trovata tra le mani è stato diversissimo dalle mie aspettative (e da ciò che viene stato prospettato dalla CE). Un’occasione sprecata, a mio gusto personale. Meno male che è breve, non lo avrei terminato, altrimenti.
Profile Image for Ilenia Zodiaco.
278 reviews17.3k followers
December 24, 2022
L’unica cosa sorprendente di questo romanzo è la sua banalità. Una classica storia di formazione di un grande narciso che, per ragioni ignote, viene raccontato come se fosse una faina, anziché un uomo. L’antropomorfizzazione dovrebbe essere un espediente che aggiunge vivacità alla storia, se non fosse che risulta all’avanguardia come Esopo. Siamo nel 2022.

L’idea è questa: Archie dal suo stato ferino arriva all’illuminazione della conoscenza, arrivando a una consapevolezza di sé più alta. Peccato che questi animali siano già antropomorfizzati (vivono in tane arredate!) quindi c’è un errore tecnico di fondo marchiano. Tutti gli animali si comportano già come se avessero una coscienza. Per di più, il passaggio dalla brutalità animale alla civiltà, oltre a non essere necessario, è segnato dalla scoperta della morte e della consapevolezza di dover morire (come gli esseri umani). Ma Archie incontra la morte ed è circondato dalla morte già dall’inizio del libro perché vive in un mondo bestiale! Cosa dovrebbe essere cambiato? L’intera parabola del romanzo è semplicistica e infantile, oltre a non dire assolutamente nulla di originale. Una storia vecchia, scritta da un autore giovane.
Profile Image for Laura Gotti.
548 reviews618 followers
June 9, 2022
Ma tutto sto clamore? Ma la finale al Campiello? Ma il premio opera prima? Per la faina, la volpe e la storiella del bosco? Giuro io non riesco a capire dove sia il capolavoro. Nella prosa? No, direi di no. Nell'idea? No, direi di no. Nella faina come protagonista di una storia? No, direi di no.

Il mio kobo segnava 153 pagine. Le ultime 53 volevo piangere e le ho terminate stanotte in una notte da piangere perché non avevo altro a disposizione. Direi che basti a esprimere il mio pensiero.
Profile Image for Giulia.
85 reviews6 followers
September 4, 2022
In un'intervista per Il Libraio, Zannoni dice di aver iniziato a scrivere questo libro senza aver in mente una trama precisa e di aver seguito gli sviluppi della storia così come venivano. Direi che si nota ed è la pecca principale del libro. Ci sono diverse incongruenze, spesso mi sono domandata dove volesse andare a parare la storia e spesso non ho saputo rispondere. Alla fine mi sono sentita vagamente infastidita, come se per tutto il tempo avessi girato intorno ad un nucleo di senso, ad un messaggio profondo, che però non si è mai rivelato. Nonostante ciò, lo stile è preciso e pulito, piacevole.
Profile Image for Ken.
Author 3 books1,206 followers
Read
August 16, 2023
Written in first-person point of marten, this strange little book out of Italy chronicles the tale of Archy the Beech Marten (as opposed to Pine Marten or Hemlock Marten, maybe). The animals talk in this book and there is nary a human in sight.

That said, some animals are more equal than others (thank you, Mr. Orwell). Archie comes under the autocratic rule of a wily old fox named (wisely enough) Solomon. The crafty old fellow (no relation to Reynard) has a temper problem. Beats the beech out of this marten more than once, but Archy, he soldiers on (else this would be a short story).

Solomon runs a business and the muscle behind it is a big black dog named Joel. Black market for food and hens and such. With interest. Solomon calls the shots over the surrounding animal kingdom and Joel enforces them. How did Solomon get so smart? Reading and writing (though no mention of 'rithmetic).

Oh, yeah. And God.

Solomon’s read up on the guy upstairs in a certain best-selling book (not Little Women) and suddenly, the book’s audacious angle comes into play. Is it cool for an innocent (ha-ha) fox, much less a stupid marten, to learn about God? More importantly, are there any hazards in shaking the Tree of Knowledge? (Spoiler: Think Isaac Newton) If Adam and Eve had it coming, poor (but very rich) Solomon does, too. Who needs foreshadowing, after all, when God enters the picture mid-novel? (Rhetorical question)

Incoming! As you probably guessed, it's Mr. Death. To his ever (but not forever) living dismay, Solomon’s now aware in advance, just like all of those out-of-sight humans, of his inevitable demise and, just like said humans, he’s scared. He doesn’t want to die. He’s terrified of it. Maybe if he prays a little? Flatters God a lot? You know, while running a vicious food enterprise that pries goods from poor animals and even dispatches a few who don't pay up in time.

Speaking of the supporting cast (read: other animals), they just don’t get it. They live, they die, they eat each other's carcasses (pass the femur) because, you know, winters are long and tough. Another day in the life, you know? But there’s a certain allure to never anticipating a distant (or possibly nearby) death, too. Ignorance of it is bliss.

Big topic for the animal kingdom? As Archy learns (and he does learn, small thanks to Solomon the Outfoxed), thinking about God is a pawful. And sometimes just plain awful. Guilt. Fear. Anger. Good. Evil. Compassion. Really, now. Isn’t this all too much for a beech-combing marten? How about for a reader's patience?

You might think so and fault Zannoni for trying too hard. Or you may give the guy credit for taking risks as a writer by doing what few writers can do well – anthropomorphism. That’s a $10 word for buying in (or not) to all those human emotions when they’re paired with cute little fuzzy weasels who bite chickens’ heads off (after saying grace).

Me? There was enough plot and curiosity (aside from the religious stuff) to carry me through. As for the major play on humans vs. animals vs. deities, THAT takes a lot of convincing, and I didn’t quite play along from Genesis all the way to Revelations.

Forgive me, Father. I was distracted by the animals. And headless chickens. And this scythe-carrying dude wearing a Dr. Doolittle T-shirt.
Profile Image for Pavel Nedelcu.
483 reviews118 followers
December 18, 2022
LA FAINA UMANA, L'UOMO ANIMALE

Non credevo si potesse raccontare di un animale, per la precisione, è una faina di nome Archy che racconta in prima persona, in modo così intelligente e drammatico (sia pure nel senso etimologico del termine), da mantenere vivo l'interesse del lettore e non solo, ma farlo appassionare alla trama in modo avvincente.

Sicuramente è questo il merito di Zannoni in questo suo romanzo d'esordio, con il quale ha vinto, meritatamente, il Premio Campiello 2022 e il Bagutta Opera prima.

Mi sarebbe piaciuto che Archy fosse un animale fino in fondo, che l'autore infondesse più verità scientifica alla rappresentazione degli ambienti forestali in cui la faina protagonista si muove, che l'antropomorfizzazione si fermasse alla comunicazione e al comprendonio, ma ciononostante il senso finale dell'opera è così potente e così ben ponderato, il libro così ben strutturato nell'evoluzione della storia, sempre poco prevedibile, sempre profonda nella sua semplicità, che davvero si può passare sopra a qualche noncuranza.

Sono molto curioso della futura evoluzione di questo scrittore, nella speranza che non sia stato solo questo tutto ciò che ci voleva e che ci poteva mostrare.
Profile Image for Come Musica.
2,026 reviews611 followers
September 4, 2022
E così I miei stupidi intenti di Bernardo Zannoni si aggiudica il premio della sessantesima edizione del Premio Campiello 2022, consegnato ieri sera (3 settembre) al teatro La Fenice di Venezia, con 101 voti sui 275 giunti dalla Giuria Popolare composta da trecento lettori anonimi.


https://www.rainews.it/tgr/veneto/vid...


Sicuramente meritevole è il fatto che Bernardo Zannoni vinca questo premio a soli ventisette (leggasi tra le righe: “il deve ancora crescere, almeno è anche anagraficamente giustificato”.)

È inutile aggiungere che non tifassi per lui: ne avevo letti tre su cinque e tifavo per Antonio Pascale, che si è classificato secondo con “La foglia di fico. Storie di alberi, donne uomini” (Einaudi).

“Un romanzo che parla di un animale, una faina che scopre il mondo, le sue verità e le sue bugie. Una straordinaria metafora della nostra contemporaneità. «Ringrazio chiunque abbia creduto in questo libro – ha commentato a caldo Zannoni con un pizzico di ironia – e ha creduto in me che vengo dal nulla. Non ero preparato a vincere questo libro, così tanto, che non ho preparato alcun discorso».”, si legge su ANSA.


Il protagonista Archy è una giovane faina segnata da un destino infausto: a lei sta la possibilità di riscattarsi e di lottare; lo farà grazie all’incontro con Salomon, l’astuta volpe (d’altronde può una volpe non essere astuta?).

Grazie a Salomon, Archy imparerà a dare un senso alle domande ultime, imparerà a crescere, imparerà ad affrontare la paura, gli abbandoni; in una frase sola, imparerà a vivere.

“Non mi sono mosso, non ho reagito; mi sono fatto perdonare, mi hanno perdonato. Ho osservato il cielo, immenso più del mio dolore, e le fronde dell’albero, piene di foglie gialle. Ho guardato Dio in faccia, e lui ha guardato me, e non mi è sembrato crudele. Solo, era così grande che i miei occhi non riuscivano a contenerlo, e all’improvviso è tornata la paura.
Coloro il pavimento di rosso, sento freddo nel petto, tengo a bada il mio terrore per andare avanti ancora un attimo. Questo è il mio ultimo stupido intento: scappare, come tutti dall’inevitabile.”

L’idea è pure interessante e al tempo stesso è antichissima, visto che Esopo ha scritto Le Favole nel VI secolo a.C..


Tra 2 e 3 stelle.

Curiosità
Gli altri finalisti: Terza Elena Stancanelli, con “Il tuffatore” (La nave di Teseo); quarto Fabio Bacà con “Nova”. Quinta Daniela Ranieri con “Stradario aggiornato di tutti i miei baci” (Ponte delle Grazie).


Profile Image for LauraT.
1,338 reviews94 followers
October 13, 2022
Libro molto strano; libri che mi ha colpito allo stomaco e che devo ancora digerire. Libro su molti piani, che si intersecano tra loro e che non sempre è chiaro dove vadano a parare - e questo credo sia voluto.
Un libro sugli uomini, sugli animali - e su come gli uomini in fondo sono animali?
Un libro sugli istinti, bassi, alti.
Un libro sui libri, su come la parola possa salvare, o rendere schiavi...
Insomma, un libro da leggere
Profile Image for Domenico Francesco.
303 reviews22 followers
February 13, 2023
Mi era stato descritto come un romanzo estremo, brutale, poetico e fuori dai canoni. Ma nonostante un bel incipit sono rimasto molto deluso. Proverò a spiegare i motivi della mia delusione in una serie di appunti, anche in base ad alcune dichiarazioni dell'autore che hanno confermato purtroppo alcune mie idee:



Mi è dispiaciuto perché l'idea iniziale poteva avere un'ottimo potenziale e poteva essere trattata in molti modi interessanti ma è stata gestita molto male senza protendere per uno svolgimento funzionale accartocciandosi su sé stessa e nei suoi stessi difetti. Due stelle perché comunque la scrittura, per quanto piatta e anonima, non annoia ulteriormente e stimola la lettura.
Profile Image for Julia.
247 reviews43 followers
October 15, 2023
Un libro denso di significati.. molto più maturo, pensato, e meglio realizzato rispetto alla collina dei conigli.. Archy conosce la sofferenza fin da subito ed impara a conviverci.. il suo modo di affrontare gli imprevisti e le varie situazioni mi ha molto colpita.. merita di sicuro uno lettura..

"Non era facile vivere nei ricordi. Non se stavi già vivendo qualcosa, come nella mia situazione. L’unico vantaggio di tormentarsi a quel modo fu quello di capire più a fondo i miei sentimenti."
Profile Image for giulia.
154 reviews15 followers
September 18, 2022
cinque e passa ore della mia vita buttate, che mai riavrò indietro. forse uno dei libri peggiori che io abbia mai letto per il semplice fatto che, a differenza di libri trash o scadenti, questo ha le pretese di spacciarsi per un gran capolavoro quando è intriso di mediocrità. non c’è nulla di interessante, lo stile è mediocre, concetti triti e ritriti che dovrebbero suonar nuovi solo perché esplicati da una faina.
Profile Image for Sonia.
4 reviews4 followers
May 3, 2023
Il primo e principale pregio di questo breve romanzo (purtroppo) è quello di stupire con l'ambientazione e la voce narrante. Una faina, nel senso letterale del termine, racconta la sua vita a partire dalla fanciullezza, con le sue crude e selvagge verità imbevute di istinto animale e leggi di natura.
Mi ha colpito, soprattutto sgorgando dalla penna di un autore italiano, e già in cuor mio pregustavo una lettura nel pieno delle mie corde. Nulla a che vedere con la "Collina dei conigli" di Adams (un paragone che ho intravisto in qualche delirante recensione, solo perchè si parla di animali) ma crudo e sorprendente a modo suo.
Una prima impressione confermata dall'evolversi della trama, con un continuo interrogarsi su Dio, sull'uomo, su ciò che è animale e ciò che si eleva al di sopra...
...riflessioni e domande che, ahimè, non hanno portato a molto.
E' deludente ripensare alla seconda metà del libro, che rivela con chiarezza un solo fatto: interessanti premesse, ma non si è riusciti ad arrivare ad un punto nel discorso, confondendo le acque e scadendo in una narrativa quasi prevedibile e già vista.

Un'occasione perduta... ma almeno l'occasione si è intravista (e non è da tutti).
Profile Image for Emmeline.
416 reviews
February 21, 2024
A novel about a beech marten that was recommended by two people when I mentioned a friend is studying animal protagonists, and I was interested enough to pursue it.

The first chapter, entitled “Winter, Our Mother”, sets the tone for the strange animal/not-animal nature of the creatures here. Baby Archy, whose father has been shot by the farmer, watches his mother, a widow in winter with six kits:

Through the blizzarding nights, all lumped together in the same big bed, we watched as our mother despaired in the kitchen, in the half light of the lamp under the den’s low ceiling.
“Damn it, Davis, damn it!” she creid. “Now what am I supposed to do? You stupid marten!”


But for Archy, lying next to a brother who has already died “in those early days life was a beautiful feeling…you drifted off into the most vivid sleep. You were fragile and strong, hidden from the world….”
These are animals that think and talk and sit at kitchen tables, but they don’t walk upright, and in many regards they are not anthropomorphized. A few characters will learn to read, and this is the source of great richness and great crisis in their lives.

The story follows Archy on his adventures as an animal (killing, mating) and as a budding human (what is life? What is death?) under the tutelage of Solomon the Fox, who has, from reading the bible, determined that he is the son of God. Archy too learns to read, but he isn’t convinced by God, insisting on his essentially animal nature.

For a book about a beech marten it is quite metaphysical. The back cover suggests it is in the tradition, of Pinocchio, Watership Down, The Wind in the Willows and The Stranger, which is a pretty interesting list and in many ways quite accurate. I would add Grendel for the casual violence and the philosophical ruminations on what a life is, what a monster is. One thing is never is, is cute. Moments of beauty in the natural world transform quickly into merciless violence. Finally, this violence wins out, but is it an animal violence or one contaminated by human revenge.

In so many ways a strange, strange read. None of the vagueness of a fable. And so intensely worried about death, considering how young the author is (twenty-seven, and twenty-one when he began). And yet beautifully written. Well worth the ride.
Profile Image for Dvd (#).
506 reviews92 followers
January 15, 2023
15/01/2023 (**)

Diciamo che tutto quanto occorrerebbe dire su questo libro è già stato scritto in questa recensione che ho trovato in rete: https://www.labalenabianca.com/2022/0...

E' certamente un romanzo particolare, con un'idea di base non nuova e già nota da qualche tempo (sono ironico - vedi alla voce Fedro, Esopo e compagnia), declinata con un gusto realista e espressionista tipicamente moderno. Fin qui nulla di male, se non che l'insieme - compreso il sottofondo filosofico che fa da struttura portante dell'intero libro - non si tiene e, zoppicando esattamente come la faina protagonista, si trascina claudicante per duecento pagine agili e di facile lettura per non arrivare assolutamente da nessuna parte, fra ammiccanti frasi secche e brevi, approfondimenti filosofici sulla natura della vita, della morte, della ragione e del tempo e un persistente gusto del macabro che non ci piace.

La costruzione della cornice non è innanzitutto per niente riuscita.
Il protagonista e i comprimari sono animali antropormofizzati, che parlano, pensano, usano attrezzi e vivono in tane riconoducibili a case umane. Fanno tutte queste cose, ma non scrivono né leggono: tranne una vecchia volpe, che diventa il padre-padrone della faina protagonista del libro. La volpe, vecchio furfante privo di scrupoli, ha assimilato una vaga idea di Dio (il Dio dei cristiani) avendo imparato a leggere possedendo una Bibbia, che legge di continuo e che ritiene il più prezioso fra i tesori. A un certo punto, sentendo approssimarsi la fine, decide di trasmettere le proprie conoscenze alla giovane faina, che essendo giovane - e quindi moderna - comincia a dubitare da subito della buona volontà di Dio, del ruolo di quest'ultimo nella propria salvezza e che, al contrario, vede prima nell'esperienza e poi nella scrittura - e non nella divinità, o nel suo Verbo - il mezzo per salvarsi, per oltrepassare i limitati orizzonti della vita animale e proteggersi dall'idea del tempo che inesorabilmente passa.

Faina, volpe e compagnia cantante si muovono in uno strano mondo dove tutti i personaggi sono senzienti e pensanti e si muovono, in maniera schizofrenica, alternando stati di puro istinto animale a altri in cui paiono prevalere ragione, pietà e sentimenti tipicamente umani.

Ovviamente il suddetto guazzabuglio è inteso in senso allegorico, ma appare scarsamente efficace a fronte di un ambizione letteraria (e filosofica) che a me è parsa eccessiva nel voler rispondere alle grandi domande esistenziali in una cornice incoerente e inadeguata. Un'ambientazione post-apocalittica o fantascientifica sarebbe senz'altro stata più efficace per descrivere un ritorno alla legge di natura e le sue conseguenze sulle strutture sociali e sulla stessa mente umana (leggasi Cecità di Saramago, per esempio, o La strada di McCarthy) che non una favoletta in cui non si capisce se gli animali siano tali o umanizzati e dove sia il confine fre le due anime.

Insopportabile l'ennesimo riferimento alla scrittura come atto di salvezza dell'anima e allo scrittore come profeta di quest'atto. Autoreferenziale e egotico, che per quel che mi riguarda mi mette sempre sul chi va là, perché di solito porta a esercizi di stile fondati sul proprio sterile ombelico, privi di narrazione e trama (come infatti, qui, è puntualmente avvenuto).

Mal preparati gran parti degli avvenimenti fondamentali del romanzo, che semplicemente avvengono, da un momento all'altro.

Rimane poi il problema principale di questo trucolento romanzo: alla fine della lettura, non rimane nulla. Le pagine - agili, veloci, scandite da frasi secche e breve, possibimente arricchite da colpi a effetto privi di senso del tipo: Avevo intrappolato la mia prigione nella carta (pag. 99) - scorrono senza problemi, ma né si empatizza con i personaggi né si capisce dove, alla fine, l'autore voglia andare a parare.

Finisce così la storia (e la vita) di Archy la faina, che voleva parlare delle grandi cose dell'umana esistenza e termina come un esperimento mal riuscito, a metà fra romanzo di formazione e allegoria filosofica sul tempo, sulla divinità, sulla vita e sulla ragione (e su tutto quanto - cit.)

Ah, importante: Premio Campiello 2022. Se questo è il meglio della letteratura italiana attuale, siamo fritti.
Profile Image for diario_de_um_leitor_pjv .
749 reviews126 followers
July 24, 2024
Existem leituras que pela escrita, pela narrativa ou simplesmente pela história que contam nos proporcionam aquele conforto emocional que os tempos que vivemos exigem.
Este livro de Bernardo Zannoni é a alegoria perfeita sobre o poder da palavra e da memória nos temos que vivemos. O livros é o tesouro e a palavra escrita a memória que passa no tempo.
Profile Image for Sara Morelli.
717 reviews73 followers
May 23, 2022
Un libro semplice solo all'apparenza, che prende un sottobosco di personaggi animali e li umanizza all'ennesima potenza per poter dirci qualcosa di più sulla nostra natura. "I miei stupidi intenti" è una storia che si presta a molteplici letture: la perdita dell'innocenza, l'ignoranza e la fede come uniche fonti di conforto, la piccolezza dell'uomo davanti alla vita e alla morte, e così via. Sicuramente un libro che ha tanto da dire ma senza pretese, e che della favola prende solo le spoglie. Un debutto incredibile, non vedo l'ora di leggere altro dell'autore.
Profile Image for _och_man_.
338 reviews27 followers
April 10, 2024
Nie znajduję słów, aby wyrazić jak bardzo rozczarowała mnie ta książka. Z jednej strony, krzycząca z okładki adnotacja każe mi przypuszczać, że jestem na nią po prostu za głupia. Z drugiej zaś, w zgrabną całość sklejają się wszelkie negatywne opinie, które w przeciągu roku zaobserwowałam na naszym lokalnym poletku czytelniczym. 

Nie kupuję zaserwowanego nam konceptu. Uwielbiam, gdy ilustrowanie ludzkich zachowań odbywa się przy udziale zwierząt - hello, książkę mojego życia napisał K. Grahame. W przypadku "Moich głupich pomysłów" w żaden sposób nie potrafiłam czerpać przyjemności z przenikania się obu tych płaszczyzn. Czy to przez wplecenie w historię warstwy religijnej? Być może, bo nie byłam w stanie rezonować z wieloma aspektami przedstawionego tam wizerunku Boga. Z innych rzeczy które szczególnie odbierały komfort lektury...
Autor nazbyt hojnie wciskał w usta swoich bohaterów nie zawsze potrzebne (przynajmniej w moim odczuciu) "mordy" czy inne "gnoje". Miało być wulgarnie i agresywnie, wyszło lekko karykaturalnie.
Ach, no i ta doprowadzająca do szewskiej pasji fragmentaryczność, ekonomizacja słowa, jak gdyby Zannoni postawił sobie za cel upchnięcie wcale nie tyciej treści w możliwie najmniejszym pułapie znaków. Nie jestem debilem (w sumie to nie wiem, może jednak jestem), nie trzeba mi każdej jednej rzeczy rozkładać na części pierwsze, ale miło byłoby wejść głębiej w rozterki głównych bohaterów, razem z nimi cieszyć się i smucić.

Mogłabym wylewać kolejne litry jadu, ale jakoś nie mogę się przemóc, zwłaszcza gdy patrzę na okładkę i widzę tytuł, który przez okrągły rok figurował w mojej głowie jako pewny ulubieniec. O ironio - zaznaczyłam kilkanaście, czy nawet kilkadziesiąt fragmentów i pojedynczych zdań, które obiektywnie rzecz biorąc są naprawdę dobre, piękne (gdyby tylko cała książka chciała być utrzymana w konwencji ostatnich rozdziałów 💔). Niestety, prawdziwe ich docenienie powierzam komuś innemu. Chcę możliwie szybko wypocić całą nagromadzoną w trakcie lektury frustrację i zapomnieć.
Profile Image for emily.
600 reviews521 followers
August 24, 2023
‘His book told the story of an extraordinary life full of malicious deeds, blood, ruses, and deceptions—His story meant everything to me. It had coloured my dreams more than the word of God. It spoke of us. “Do it,” the old fox said with a sigh. “Just tell the tale of an animal, and his stupid intentions.”’

I couldn’t stop thinking of the whole thing as a stop-motion animation/film (but it adds to my enjoyment/appreciation of the book). I want to say it reminded me of the one with the mad foxes by Wes Anderson, but Zannoni’s writing is at least twenty shades ‘darker’? I think the ability to strike the perfect balance between ‘animal’ and ‘human’ (in terms of his characterisation) is pretty impressive. In comparison, Anderson’s characters (while physically being undoubtedly ‘animal’), in my opinion, are too much like ‘humans’? But on the other hand, Zannoni’s book, the play on biblical texts is absolutely rampant. And the question really is how much can you stomach (before it compromises your reading experience)? I, for one, enjoyed them (but) through an almost sacrilegious heart because of my hazy, messy ignorance and non-committal, conflicted views on (organised) ‘religion’.

‘“Do you know that God almost made Abraham kill Isaac?”

The old fox would frequently say things like this. I didn’t know God or Isaac, or for that matter Abraham, and did not understand. I imagined these were stories from his past.’


I view organised religion in a similar way to how Marisa Coulter from Philip Pullman’s HDM trilogy sees it; and I simply won’t go into that so that one would actually have to read her to find out? No matter with regards to whichever ‘religion’ and/or ‘God’, I don’t think I’ll ever be able to say that I’m an ‘atheist’ of any kind, because I just don’t think that ‘atheism’ is something that truly (can) exist. Each of us just finds whatever we feel/think of as a religious/’godly’ experience(s) in different places, and it’s mostly just all very ambiguous and imprecise. I do believe in that, for now at least (as with all else, things change with the passing of time etc.), yet I don’t think this is something that I’ll change my mind about anytime soon. And I suppose my own experiences and ‘views’ on all that somehow helps me to connect ‘better’ with the comical ‘triggers’/setups I’ve encountered in Zannoni’s writing.

‘Cara knew her survival depended on being as invisible as possible, just as Louise knew she mustn’t breathe a word. Cara stuck to the window: as long as something ended up on her plate, it was all fine by her. “Beyond that I don’t have anything to tell you,” she said. “As you’ve seen, no one here can relate to your memories, or even to their own.”’


While it may not be the most spectacular play on texts/matters biblical, I was still able to enjoy it for what it is. I don’t know if it’s because I’m not well-primed with enough familiarity with biblical text(s), that I was able to enjoy this the way I did? It made me think of Monty Python. I can’t remember much of that anymore, but my drama teacher back in school got me to watch it, and I think I enjoyed it then? What I thought of as a bit of a ‘let down’ (only because I wanted something else entirely) was the ending of Zannoni’s book. I didn’t understand how a particular character could suddenly (re)appear? Did that barely mentioned character simply and quietly stalk the protagonist their whole life? At first I found the absurdity mildly entertaining, but then it didn’t carry much meaning/substance (to me at least), or blend well with the plot (to me at least). But in any case, I think it’s (more than) alright for a ‘debut novel’.

‘The porcupine gave me a big smile and invited me in. I watched as he plucked out his quills with joy. One of them rolled against my paw, and I picked it up; it was hard and tapered, the finest pen imaginable. I hefted it for a moment. It fit perfectly in my grip. Klaus stared at me in disbelief, as if I weren’t really there in front of him. I held up the book.’


As for favourite characters, I have none — I find them all more or less repulsive and cute at the same time. But I do have one that I would have preferred to be written better/more interestingly, and that is the porcupine’s ‘mating partner’ or whatever the correct term is. I understand why she’s written that way (because it fits that part of the plot), but I wish she was actually ‘annoying’ in a different way, or at least a more extreme way. But ultimately, Zannoni's ‘style’ of writing was rather to my taste, so I don’t have anything else to rant about. I can see this be(com)ing an A24-produced film adaptation. Might not work for the ‘masses’ (no pun intended, but happy to leave that as it is), but I think it can surely please an indie-bent crowd. Zannoni’s book made me laugh on and off, and while it didn’t clinch my heart or made me want to learn more about anything it was satirising, I still consider it an fairly good read. Even though it’s got a few ‘violent’ scenes (done rather well, and relevant enough), I thought it was an easily enjoyable book to read casually. I’m a bit torn, unsure where to place it on GR’s limited, starry rating system (can GR admin please switch it up to 1>10 stars for a more accurate rating, by the way?). Closer to a 3.5*, but happy to round it off to a 4* even though it may seem a bit generous(?)— mostly because I want Zannoni to write more because I would like to read more of his work.

‘“You weak whining son of no one! You’re looking for God? Here’s God for you!” The old fox hit me again, then suddenly stopped. After a little while, I lifted my head and saw him wide-eyed, bending backward, with both paws clasped around his throat. His mouth was open, but all he produced were muted gurglings, which came in waves. Though the pain was still searing, I stood. His eyes leapt at me, desperate, and with one paw he grabbed at my fur.’
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December 28, 2024
Ormai ho capito da tempo che un libro per piacermi deve avere un protagonista che mi piaccia, altrimenti può essere anche un libro valido ma non riuscirò a gustarlo. Il protagonista di questo romanzo è una faina, tanto intelligente e sognatrice, quanto bugiarda, ipocrita, vittimista, egoista e stronza.
Non so. Mi sfugge cosa volesse dire l'autore col racconto delle vicissitudini di questo animale. Forse voleva dirci che le faine sono intelligenti, egoiste e stronze.

Il romanzo non è stato male, e si è fatto leggere rapidamente. Non so dargli un valore maggiore di questo.
Profile Image for giuneitesti ❆.
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June 14, 2022
La neve cade copiosa quando Archy e i suoi fratelli vengono al mondo, orfani di padre. Sono faine, la vita nel bosco è dura e sopravvivere è un equilibrio tra la fame e la furbizia. Archy, però, ha qualcosa di diverso: non è solo istinti, ma anche pensiero. Nonostante anche gli altri animali comunichino, abbiano le loro paure e le loro contentezze, Archy non riesce a dare niente per scontato. Ed è proprio nel paragone con gli altri che scopre di essere diverso.

Quando viene venduto a Solomon dalla madre, Archy ha già conosciuto l’amore e il dolore. La vita con la vecchia volpe non �� facile, ma è grazie a lei che impara a leggere, a scrivere e conosce la parola di Dio. È grazie a lei che la sua vita continua, si dirama, acquisisce colore. Nel bosco Archy continua a vivere, e il bosco non perdona e non fa sconti.

Non è facile parlare di un libro del genere, che racconta di una faina che non è né un eroe, né ha una vita di successo. E’ una faina che prova, che sbaglia, che cresce. In lei si intrecciano malumori, ambiguità, sofferenze, ingiustizie. Con lei, spesso, non si empatizza. E quindi perché leggere I miei stupidi intenti?

1. La scrittura. Zannoni cattura, crea poesia, non lascia respiro. Nessuna parola è gettata lì a caso, nessuna frase abbellisce la scena. E’ tutto essenziale, preciso, arte.

2. L’atmosfera. La natura è crudele, lo sappiamo. Ma vederla dal punto di vista di una specie selvatica, è un privilegio. Zannoni è stato bravo: la faina sembra sempre una faina, e i suoi problemi sono veri, nostri, e anche quando si inserisce la fede è comunque filtrata da uno sguardo animale.

3. Tutte le vite sono degne di essere raccontate, e anche rispettate. Forse umanizzare una specie non è corretto, ma non è quello che abbiamo fatto con cani, gatti e animali della fattoria? Scavalcare lo specismo, forse, è anche questo: pensarli capaci di credere in Dio.
Profile Image for LaCabins.
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November 15, 2022
Scaltro come una faina.. ma non proprio la nostra.
Archy è una faina sui generis: vive di giorno, non è aggressiva per natura, anzi prova sentimenti molto umani come l'invidia o la gelosia. Fin qui, niente di nuovo per chi ha alle spalle autori come Fedro ed Esopo. Le vicende narrate seguono la progressiva scoperta di Dio, della mortalità, dell'abbandono viste da un punto di vista sempre più antropocentrico, fin quasi a dimenticarsi che i soggetti sono animali.
Il contrasto tra ciò che ci si aspetta da una faina o dalla volpe Solomon, con la realtà delle loro azioni, è ciò che mi è piaciuto di più.
Profile Image for Vera Sopa.
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April 14, 2024
A sinopse deste livro certamente afastou muita gente. A história de um fuinha macho, coxo, numa fábula moderna não é o que mais apetece ler. E nem imaginam o que perdem. É simplesmente fa-bu-lo-so. Não é exagero e também não pretendo criar altas expectativas que prejudiquem a leitura, mas como não havia nenhumas, fui bem surpreendida. Um extraordinário primeiro livro de um jovem de vinte e um anos.

Se gosto de histórias curtas também aprecio as que se desenrolam rapidamente e esta é uma parábola com uma personagem corajosa e inteligente, que conhece as suas fragilidades e limitações e contraria o seu destino. Um animal e as suas estúpidas intenções. Um livro sobre a efémera e trágica existência.
Profile Image for Beatrice Bonanni.
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June 8, 2022
I miei stupidi intenti è uno dei libri più belli ed emozionanti che abbia letto nell’ultimo periodo. Il suo modo di affrontare temi come la morte, il lutto, il tempo, la memoria è straziante e allo stesso tempo fa molto pensare.
Straordinaria poi l’immedesimazione che fa provare con una faina e il modo in cui descrive gli istinti animali, il modo in cui Zannoni si cala in questo punto di vista.
Se pensiamo che l’autore aveva 21 anni quando ha iniziato la stesura di questo libro non possiamo che apprezzarlo, rappresenta per me l’emblema dell’esordio.
Un libro da leggere e un autore da tenere sott’occhio per il futuro.
Profile Image for Erika Milani.
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December 16, 2021
Animali antropomorfi, religione, il senso della vita... vecchio e banale, soprattutto perché scritto da un ragazzo di 25 anni.
Profile Image for Claudia.
327 reviews115 followers
December 23, 2022
dnf 40% ho deciso che non m’interessa più. Non è male, ma per me i discorsi sono boh… molto umani. I’ll pass.
Profile Image for Giorgia Miolo.
42 reviews6 followers
May 2, 2023
La salvezza non è per tutti. Breve ma intensa allegoria moderna.
Profile Image for Seregnani.
676 reviews27 followers
January 8, 2025
« Gli uomini dovevano adorarlo e rispettare le sue leggi, e chi si comportava bene, poteva andare in Paradiso.
Era il posto dove stava Dio, lontano dal mondo, dove gli spiriti andavano a trovarlo una volta morti.
Solomon credeva molto in questa cosa, perché lui era stato un uomo.
Gli animali non finivano da nessuna parte e questo mi diede angoscia ».

4⭐️ Ma che storia ho letto? Stranissima ma che davvero mi è piaciuta tantissimo.
Con leggero ritardo arrivo anche io a leggere questo libro di cui non avevo aspettative ma che mi ha lasciato senza parole. La voce narrante è quella di una faina, per cui gira tutto intorno al mondo animale che sembra simile a quello umano. Si parla molto di Dio e della sua scoperta da parte di Archy, la faina. Il mondo animale non conosce l’uomo, né la morte e ne è spaventata.
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