«Per unire il tempo e lo spazio, e guardare in trasparenza i movimenti del cuore, serve una scrittura dolce, coinvolta e molto appassionata. Anna Vera Viva percorre uno dei quartieri che offrono maggiori contrasti di una città piena di luci e di ombre, seguendo il battito e il flusso del sangue, e confermandosi in grado di costruire un affresco di grande impatto.» Maurizio De Giovanni Il rione Sanità è un’isola. Un lungo ponte lo divide dal resto di Napoli. Qui, i vivi e i defunti convivono da secoli e non vi è posto, più di questo, in cui morte e vita siano così strettamente intrecciate. Ed è qui che, dopo quarant’anni, due fratelli si rincontrano. Raffaele, dato in adozione giovanissimo alla morte della madre, ci torna come parroco della basilica di Santa Maria alla Sanità. Peppino, invece, è il boss del quartiere. Due uomini che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro. Eppure, il richiamo del sangue, ineludibile, li unisce. Un legame che è fonte di pericolo e tormento per entrambi. Quando la morte colpisce e un cadavere viene ritrovato in un appartamento del rione, le indagini, suffragate da un testimone poco affidabile, seguono un unico binario. Quell’omicidio fa tirare un sospiro di sollievo a tante persone, ma Raffaele non si lascia abbindolare. Decide di rivolgere il suo sguardo, esperto della vita, proprio tra la sua gente, anche se questo significa guardare qualcuno di molto, forse troppo, vicino a lui. Ma Raffaele non si è mai fermato davanti a nulla e non inizierà adesso. Sa bene che le sue indagini possono compromettere un equilibrio basato su regole non scritte e allo stesso tempo inderogabili, ma deve andare avanti. Perché la Sanità è un’isola e per navigare il mare che la circonda ci vogliono coraggio, passione e un concetto diverso di verità. Nel suo romanzo, Anna Vera Viva ci guida in uno dei rioni più affascinanti del nostro paese. E, attraverso la potenza del sangue, ci fa conoscere l’animo umano e le sue contraddizioni.
Sono rimasta scioccata da questo libro. È scritto bene, scorre ancora meglio e la trama ti prende subito. All'inizio trovavo strano che un prete si fosse messo in testa di risolvere un omicidio, seppur per tornaconto personale. La riconciliazione con il fratello non me l'aspettavo così toccante, una scena davvero molto bella. Come era prevedibile, visto che ci arrivo sempre tardi se ci arrivo, non avevo capito chi era l'assassino. Ma la cosa che più di tutte mi ha sconvolto è stato il movente... Non ci sarei arrivata nemmeno tra un milione di anni. Bravo Raffaele. Veramente un ottimo lavoro, pensato e costruito benissimo. Adesso ho bisogno di una saga sulle indagini di don Raffaele.
Un'indagine nel cuore segreto di Napoli. Rione Sanità, un quartiere a sé stante nel quale per sopravvivere senza lesioni bisogna nascere con gli anticorpi, bisogna nascere napoletani. La famiglia Annunziata viene scossa da un triste destino. I figli di casa vengono separati per sempre. Raffaele, sei anni, viene dato alla famiglia romana degli lacono; Peppino, diciassettenne rimane a Napoli. Raffaele sarà sempre accompagnato da inquietudine, irruenza ed un senso di rabbia repressa... nonostante ciò riuscirà a coltivare l'interesse per la filosofia e la teologia fino ad intraprendere la strada del seminario e a farsi prete. Don Raffaele. Peppino rimarrà se stesso perché già all'epoca della separazione le lacrime gli premevano dal fondo dello stomaco, ma si morse ferocemente un labbro e così continuò per sempre fino a diventare il capo, il boss. Don Peppino. Dopo quarant'anni un prete romano viene mandato a tener messa alla basilica di Santa Maria alla Sanità. proprio quel Raffaele, figlio di quella terra di passione, fuoco e sangue.
Come questo romanzo ricco di intensità, sentimenti umani e molti reati fino all'omicidio. In una trama delineata da capitoli brevi e scorrevoli, Don Raffaele diventa il principale investigatore. Un mashup di personaggi pazzesco, con caratteristiche e ruoli ben descritti, esaltando molti aspetti psicologici e sociologici, spostano, sotto alcuni aspetti, il genere verso un romanzo giallo fusion, piacevolmente contaminato da un'indagine umana su vizi e virtù. I due fratelli rimangono i protagonisti dall'inizio alla fine, ma il divertimento è garantito da un intervallarsi di vicende familiari ben strutturate, portando a distrarre, confondere e scoprire il colpevole a sole poche pagine dalla fine. Onore e fascino vengono conferiti anche all'ambientazione che ammalia sia la vista che il gusto e l'olfatto. Una volta letto vi assicuro che amerete la #cover ancor di più!
Non ho mai visitato Napoli: le sue strade mi sono sconosciute e la cucina . . . non ho mai avuto l’onore di assaggiarla in sede. Con questo romanzo ho sentito il profumo del sartù e dei polipetti al pomodoro, ho camminato tra le vie e mi sono immersa in un mondo a parte.
Non ho mai visitato Napoli, ma con questo romanzo sono riuscita a visitare il rione Sanità.
Anna Vera Viva ci porta all’interno di un mondo composto da personaggi sinistri e poveri disgraziati, di perpetue chiacchierone e irrisolte questioni di sangue; il rapporto tra i due fratelli si è rivelato essere meno complesso di quanto mi aspettassi, ma è comunque riuscito egregiamente a rappresentare due personalità diverse, così come due moralità quasi agli antipodi.
La parte dedicata all’investigazione mi ha invece lasciata un poco perplessa: essendo un noir non mi aspettavo una vera indagine, quindi la sorta di “cronaca” di moventi, alibi e ipotesi va più che bene, soprattutto perché in grado di alzare la suspense. Tuttavia allo stesso tempo ho avuto l’impressione che la “cronaca” abbia tolto spazio ad indizi più evidenti, limitandosi a presentare le conclusioni e coinvolgendo solo fino ad un certo punto.
inizio mini spoiler Escludendo un paio di accenni, le conclusioni a cui Don Raffaele arriva sono state una sorpresa: non tanto per le conclusioni in sé, (con un bel guizzo di unicità che non mi aspettavo), ma perché alcuni ragionamenti che espone sono una completa novità. Nel corso della narrazione non assistiamo a veri e propri collegamenti, quanto più a dei ragionamenti basati soprattutto sull’istinto di Raffaele di escludere i sospettati o di sospettare altri. Non vi sono indizi veri e propri. Capisco la mancanza di indagine poliziesca essendo il protagonista un prete, ma con uno stile così portato per l’indagine umana, mi sarei aspettata una maggior esternazione di ipotesi: a mio parere, sarebbe stato anche un modo per enfatizzare ulteriormente l’intelligenza del protagonista. fine mini-spoiler
A prescindere da tutto, lo stile dell’autrice è veloce e capace di grande introspezione; bravissima nel creare personaggi, è sicuramente in grado di indagare l’animo umano e numerosi problemi sociali: i temi trattati – famiglie separate, malavita, corruzione, classismo -, sono attuali e importanti e poterne leggere è sempre un grande piacere, specie se all’interno di un contesto così ben disegnato.
Il tema della famiglia, in particolare, mostra come non solo possano i propri parenti essere parte o fautori di esperienze traumatiche, ma anche di come esse si ripercuotono su personalità e vite dei personaggi.
Un romanzo ricco di storia, capace di mostrare le molte facce di Napoli e le vite dei molti che la abitano.
“ Di padri e figli, di sorelle e fratelli… Di sangue che identifica e lega, di quello che scorre nelle vene e sulle strade ” QUESTIONE DI SANGUE DI ANNA VERA VIVA
♥️ Affresco verace di una Napoli che risuona di voci, rabbia e profuma di cucina partenopea.
🖌 Questioni di sangue è un racconto ricco di pathos familiare, di folclore e dolore. Un racconto dicotomico che pone il bene ed il male ai lati opposti di una strada solcata da lacrime e sangue, mani giunte e sguardi distanti
“ L’uno l’immagine speculare dell’altro, quasi banali nel loro essere il bianco e il nero, il bene e il male.”
🫂 Raffaele e Peppino, fratelli di sangue, separati da ragazzini, hanno scelto vite opposte; Raffaele ama l’opera e Dio, Peppino la moglie scomparsa e la camorra.
🖌 Il racconto scorre veloce, complice una prosa fluida e seducente, svelando man mano una trama variopinta, intessuta di giallo e calore partenopeo.
📝 Il canovaccio narrativo è arricchito da racconti dal sapore antico, vecchie leggende tramandate di generazione in generazione, donando alla storia un retrogusto dolce e malinconico, come un abbraccio mai dimenticato.
🗣 Il mistero di una morte troppo auspicata, impegnerà Don Raffaele e la sua argutissima perpetua, Assuntina, nella soluzione del caso, delineando, così, una coppia di investigatori dalle mille risorse.
📍 Il Quartiere Sanità, divenuto protagonista indiscusso nella storia, emana una profonda tensione etica e si fa palcoscenico di tutte le tragedie umane, amplificando i sentimenti che scorrono nel sottosuolo del testo.
💥 Un climax ascendente ci condurrà al momento dell’agnizione con tutti i nervi scoperti, pronti alla scossa empatica, trascinati dal vociare del quartiere e dal gusto ferroso del sangue. I fratelli si riconosceranno?
❤️🔥 Un romanzo accattivante, dove elementi storici s’incatenano alle maglie del classico giallo investigativo.
❤️🔥 Un libro da leggere e da percorrere… come un brivido lungo la schiena
Dopo essere stato allontanato dalla famiglia in odore di camorra in seguito alla morte della madre, Raffaele è stato adottato da una famiglia romana, dove è cresciuto serenamente fino a diventare sacerdote. Quando viene allontanato dalla sua parrocchia per essere stato troppo solerte nei confronti dei poveri, don Raffaele viene mandato a Napoli, nel suo vecchio rione, la Sanità, dove suo fratello Peppino è ormai diventato un piccolo boss della camorra. Diciamo che Raffaele è una sorta di don Matteo alla napoletana - le atmosfere sono ben diverse, però - che indaga per scoprire le necessità dei suoi parrocchiani e poi anche il colpevole di un vero e proprio omicidio: quello di Renato, un poliziotto corrotto e prepotente che praticamente tutti avrebbero voluto morto, persino Peppino, della cui autorità il poliziotto si faceva beffe. La collaborazione della perpetua, Assuntina, una pettegola della peggior specie - che però a Raffaele viene molto comoda quando si tratta di conoscere i suoi parrocchiani - si rivelerà fondamentale per la risoluzione di piccoli e grandi problemi.
Mi è piaciuto tutto di questo libro di Anna Vera Viva. Non mi aspettavo di trovare un vero e proprio noir o un indagine investigativa perfetta. Quello che cercavo, e lho trovato, era la descrizione di un quartiere alquanto difficile di Napoli. Cercavo sì un assassinio e un colpevole ma non come una storia (per capirci) all' Agatha Christie. Ho amato la figura di Raffaele, un prete che mi avrebbe (forse) convinta a frequentare la Chiesa, solo per il gusto di incontrarlo. Questo romanzo mi ha accompagnata per pochi giorni perché l ho divorato, però ho già acquistato il secondo libro di questa brava autrice dalla penna molto interessante.
Questioni di sangue, di Anna Vera Viva, pubblicato da Garzanti, è un romanzo che parla di bene e di male, parla di fratellanza, di legami di sangue, di un contatto viscerale con una terra, un rione in particolare, che lega il mondo dei morti a quello dei vivi in maniera indissolubile.
«Le regole che devono prevalere, pensava, sono sempre quelle del buonsenso»
Questioni di sangue – Trama Questioni di sangue è la storia di Raffaele e Peppino Annunziata, due fratelli che nel 1972 vengono separati. Figli di un piccolo delinquente e di una donna che lo amava alla follia, alla morte della madre gli assistenti sociali portano via Raffaele dal basso in cui vive nel rione Sanità, perché Peppino, ancora minorenne e già mezzo delinquente, non può prendersene cura. Quella separazione è una ferita mai cucita nell’anima di entrambi. I due fratelli prendono due strade opposte: Raffaele viene adottato da una colta e brava famiglia romana, cambiando il suo cognome in Iacono; mentre Peppino resta a Napoli e si fa strada in una vita di delinquenza.
Quarant’anni dopo i due fratelli sono di nuovo sulla stessa strada, quella del rione: Raffaele ora è don Raffaele, nuovo parroco della basilica di Santa Maria alla Sanità. Peppino è don Peppino, boss della camorra del quartiere.
Se il primo, però, è a conoscenza delle sorti del secondo e si interroga sul rivederlo o meno, il secondo è allo scuro della vita del fratello minore e non lo crede certo così vicino.
Sono i guai combinati da un poliziotto corrotto, Renato Capece, a mettere don Raffaele sulla strada di Peppino che, dal canto suo, è allo stesso tempo ammirato e infastidito dall’irriverenza del prete, dal suo coraggio sfrontato, da quella capacità di rispondere solo alla propria coscienza.
I tormenti che vive Raffaele, tornato a casa, sono molti: la sua fede vacilla, si sente più fallibile che mai, diviso tra l’amore per quel fratello che pure l’ha cresciuto, per quella madre buona e premurosa che li ha dati alla luce e la disapprovazione per ciò che Peppino è diventato. La Sanità risveglia il suo sangue, riavvicinandolo a sentimenti che pensava ormai lontani. Ma non è solo questo a scuotere le sue giornate: ci si mette anche un omicidio che Raffaele teme essere opera del fratello. E così, insieme alla sua perpetua arguta e pettegola, Assuntina, Raffaele cercherà di portare sollievo, amore, possibilità e grazia in un quartiere complesso come quello della Sanità: da ambizione di nobili e santi a dimora di disgraziati e morti.
Perché leggerlo Questioni di sangue è un libro affascinante, è un’indagine condotta nel cuore di Napoli, tra i suoi vicoli più belli e folkloristici, tra le sue virtù e i suoi vizi. È l’antica, e sempre vincente, contrapposizione tra bene e male, che mostra come l’uno, inevitabilmente, sfoci nell’altro. Don Raffaele è un parroco sui generis, uno di quelli che sta in mezzo alla gente, che non si perde in prediche futili e giudicanti. È un uomo di compassione e misericordia. Amante della musica, della lettura, del calcio e dei giovani a cui cerca, senza risparmiarsi, di dargli delle possibilità. Perché sono le possibilità che possono fare la differenza in una vita che pare non voglia andare da nessuna parte. È molto interessante l’aspetto del conflitto interiore che vive, diviso tra ciò che è giusto e l’amore per un fratello che giusto non è. È proprio questo conflitto che lo rende umano, fallibile, capace di insegnare qualcosa. Perché a volte rimanere e combattere è un gesto d’amore.
Questioni di sangue è un libro che non potete perdervi se amate Napoli, i gialli e i personaggi che non sono bianchi e neri, ma ricchi di sfumature. Personalmente, sono i miei preferiti.
Chissà se è stato il destino a riportare don Raffaele nel rione della Sanità a Napoli, luogo dov'è nato e da cui è stato strappato via in tenera età perchè rimasto orfano. Padre Raffaele si insedierà nella chiesa di Santa Maria e cercherà di riunire i fedeli, aiutare chi barcolla e chi ha bisogno di una spinta per ritrovare la giusta strada. Gli è bastato vedere la fine che ha fatto suo fratello,don Peppino, che di santo non ha proprio niente. Quel fratello che ha tanto amato ed avrebbe voluto riabbracciare, ora è il boss del quartiere e lui non riesce a sopportarlo. Ad un tratto un omicidio porterà padre Raffaele, che odia le ingiustizie, ad indagare, nell'intento di aiutare un suo fedele dichiaratosi innocente. Leggendo questo libro ci troviamo catapultati in un quartiere animato e tra bisque, pettegolezzi, gelosie, mali affari e pranzi succulenti ci sembrerà di vivere delle emozioni continue e contrastanti. Non potremo non affezionarci ai personaggi, creati con tanta cura e maestria, lo stesso padre Raffaele che, vive delle continue emozioni, dubbi e rimorsi; la sua perpetua Assuntina, pettegola ma gentile e generosa col prossimo; don Peppino che, nonostante sia un boss mafioso, nel profondo del suo cuore ama ed è amato, vive delle perplessità ed una volta diventato padre aquisisce delle incertezze. Questi sono solo alcuni dei personaggi di questo romanzo che mi ha fatto vivere ed assaporare Napoli attraverso una scrittura per cui non sono state necessarie le immagini tanto era capace a ricreare le situazioni tramite le parole. Chissà se un giorno riuscirò a vedere quei posti e quelle persone tanto vive ed energiche. Un giallo in cui il finale, almeno per me, è stato inaspettato, non avrei mai immaginato l'assassino. Consigliatissimo per la sua godilità e coinvolgimento.
Nessun luogo incarna le contraddizioni di Napoli come il Rione Sanità. Un posto pieno di anima, ricco di teatralità. L' arrivo del nuovo parroco della Basilica di Santa Maria della Sanità, Don Raffaele Iacono, porterà con se una ventata di vitalità a tutti gli abitanti del rione. I personaggi sono ben caratterizzati con una personalità definita. Don Raffaele è un uomo singolare che ha ben poco del temperamento tipico in un sacerdote. Al suo fianco troviamo la fedele e valida perpetua Assuntina,una donna capace da fare invidia anche ai migliori detective del mondo, lei con il suo fare da comare e con le sue acute osservazioni, sarà uno dei pilastri fondamentali per l'intera durata della storia. Nel romanzo si parlerà anche del legame tra due fratelli Peppino e Raffaele, che si consolida attraverso la narrazione, le parole, i ricordi. Lo stile di scrittura di Anna Vera Viva è semplice ma estremamente travolgente che si segue con piacere. Delinea luoghi e caratteri, descrizioni e approfondimenti con naturalezza e disarmante sincerità. In conclusione, "Questioni di Sangue” possiede tutto quello che si vuole da un giallo. Una morte sospetta, indizi da valutare e sospettati da ascoltare ed interpretare, ma non solo nel presente, perché anche il passato porta con sé la sua dose di segreti e dolori. Una lettura intrigante. Consigliatissimo! Buona lettura.
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Bello, forte e leggero. Parla di realtá forti ma scorre veloce. Il rapporto con il fratello è molti dolce ma troppo difficile e pure trovano il loro equilibrio. Ho apprezzato molto anche il rapporto tra Raffaele e la perpetua, c’era molta purezza e sincerità. Il finale sicuramente non banale
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Non riuscivo a staccarmi da questo splendido romanzo. I suoi personaggi splendidi e così umani. Mi ricorda un po’ il “mondo piccolo” di Guareschi. Non vedo l’ora di leggere il secondo.
Il primo episodio della serie con protagonista Don Raffaele, parroco del Rione Sanità. Scopriamo le origini di questo sacerdote, che nato a Napoli, proprio in questo quartiere, è stato adottato da una famiglia romana una volta rimasto orfano, con solo il fratello più grande a prendersi cura di lui. Cresciuto quindi a Roma, lontano da una realtà difficile e pericolosa, ha intrapreso la strada religiosa, senza perdere il suo carattere forte e impavido, che combatte qualsiasi ingiustizia pur di fare del bene. Trasferito di nuovo nel suo quartiere d'origine si trova di fronte l'amato fratello Peppino, di cui aveva perso le tracce e che, cresciuto da solo in quel quartiere, è ormai diventato il boss della zona. Sono su due fronti opposti i due fratelli, eppure il legame di sangue che li unisce non tarda a mostrarsi, anche a distanza di anni. Il rione è pieno di personaggi caratteristici, in primo luogo la perpetua, la piccola Assuntina, piccola donna, ottima cuoca e radio di tutto ciò che avviene nel quartiere. Oltre lei troviamo tante persone tipicamente napoletane, con vite discutibili, ma molto spesso costrette ad arrangiarsi sul confine della legalità, pur di uscire dalla miseria. Intorno una Napoli affascinante, che l'autrice non risparmia di mostrare, con la sua storia e le sue leggende. Il giallo su cui è basato questo primo episodio è ben costruito, con un omicidio di cui è difficile individuare il colpevole, fino alle ultime pagine. L'indagine è affidata proprio al prete, che, con l'aiuto delle informazioni della perpetua, cerca di indagare non tanto il reato, quanto l'animo umano che può averlo concepito. Probabilmente alcuni passaggi sono un po' lacunosi, il lettore non riesce a prendere parte all'indagine, ma può solo leggerne, eppure nel complesso è un romanzo scorrevole, piacevole, senza troppe pretese. Il classico giallo estivo, semplice ed appassionante, con personaggi caratteristici, in grado anche di strapparti una risata, che fa piacere leggere di questi tempi.
Scrivo di getto la recensione dopo poche ore che ho terminato il libro. Se dovessi racchiudere tutto in una frase sarebbe: Me lo aspettavo diverso. Non in senso negativo sia chiaro perchè il romanzo è di sicuro valido nel suo complesso, ma mi ero fatta un'idea decisamente differente della storia
Due fratelli separati da bambini che da adulti prendono strade diametralmente opposte. Da un lato c'è il minore Raffaele che ha seguito la vocazione ed è diventato prete, e dall'altro Peppino che invece rimasto solo prende la strada della delinquenza. In mezzo un omicidio. La morte efferata di un poliziotto a cui Raffaele cerca di dare risposta. Ma quella che credevo fosse un indagine vera e propria in realtà passa in secondo piano perchè l'autrice in questo romanzo da ampio risalto ai legami familiari, alle questioni di sangue, che sono un po' il filo conduttore della storia.
Con una prosa molto descrittiva, Anna Vera ci accompagna tra i vicoli di Napoli, una Napoli a tratti poetica, con pregi e difetti e ci mostra realtà quotidiane che sono sotto gli occhi di tutti. Il romanzo è scorrevole, forse un po' appesantito dalle troppe descrizioni alle quali avrei preferito un'indagine vera e propria, ma si sa io da amante dei gialli contavo su qualcosa di diverso, per questo dico che il romanzo è ben diverso da ciò che mi aspettavo.
I personaggi, capitanati dall'energico sacerdote sono molto interessanti, e ognuno di loro molto ben caratterizzato. Non ho avuto una preferenza, stavolta sono rimasta molto sulle mie, non ho provato quell'amore che spesso mi capita di sentire per altri protagonisti, ma va bene così.
Nel complesso un romanzo carino a cui manca qualche colpo di scena.
Un libro ben scritto, belle le atmosfere di una Napoli diversa da quella che si conosce e la descrizione del Rione Sanità come una città nella Citta. Il protagonista è un prete spedito lì per "punizione" senza sapere che lui lì c'è nato e ci avvissuto la sua infanzia ed ha vissuto la morte della amata mamma prima che i servizi sociali lo portassero via e prima della sua adozione e della sua crescita in una buona famiglia che lo ha amato e gli ha permesso di studiare. Ora è adulto, è cresciuto e ritorna in un quartire che è cambiato e che non riconosce ma che ha tanti problemi quanti ne aveva quando era ragazzino lui. Raffaele ricorda le difficoltà dei ragazzini e decide che da loro deve cominciare, con iniziative a loro favore. Immediatamente si "scontra" con il ras del quartiere, quel fratello amatissimo che non lo riconosce e che ha proseguito la sua strada di riscatto na nel mondo della mala. Ecco è qui in questo trovare salvezza nelle azioni del fratello che il terrreno si fa scosceso e ambiguo ma il giallo no, quello prosegue alla ricerca di un colpevole, o meglio per la salvezza di un innnocente.
Un bel libro, una storia che mi è piaciuta molto sui legami di sangue che il tempo e la distanza non cancella in alcun modo. Il rione Sanità a Napoli, due fratelli, Raffaele e Peppino, separati alla morte della madre perché il più piccolo è stato dato in adozione, due vite che hanno preso strade diverse e che il caso farà rincontrare dopo 40 anni. Raffaele ha vissuto in un’altra città, si è fatto prete e per punizione è stato mandato a fare il parroco della basilica di Santa Maria al Rione Sanità. Peppino non si è mai spostato da Napoli e, del suo quartiere, la Sanità, è diventato il boss. Sarà un omicidio sul quale Don Raffaele vuol vedere chiaro il punto di partenza per “ricollegare” i due fratelli. L’autrice è stata molto brava a raccontare i luoghi e le dinamiche rendendo appieno la realtà di un posto particolare e speciale al tempo stesso. Ottima la caratterizzazione dei personaggi che rendono ancor più vivida e reale la vicenda. Un ottimo romanzo, un giallo che indaga sui rapporti umani e sull’eterno scontro tra bene e male e alla sottile linea di confine che li separa.
Due fratelli separati in giovane età, che si ritrovano dopo 40 anni. Le loro strade, che hanno preso direzioni completamente opposte, si incroceranno di nuovo tra i vicoli di Napoli, la loro città d'origine, dove avrà luogo un omicidio.
Lettura fresca fresca, di questo giallo mi è piaciuto molto il modo in cui l'autrice scava nel profondo dell'anima dei due protagonisti, per carpirne i più profondi sentimenti. Tuttavia, su questo aspetto risulta forse a volte troppo prolissa, ma il tutto viene bilanciato da un ottima scorrevolezza e dai tanti risvolti che la trama prende.
Un prete che vuole salvare i giovani e aiutare i suoi compaesani dalle malefatte della malavita, un camorrista che si rivela essere di animo buono, un omicidio che getta fumo negli occhi a tutti, una Napoli di basso rango che vive dei suoi abitanti. Gli ingredienti per una storia riuscita c'erano tutti, e sono stati gestiti bene. Coinvolgente, intrigante e appassionante già dalla prima pagina, questa storia trascina in un turbine che non si può abbandonare se non a lettura conclusa.
Un libro simpatico che ci porta nel quartiere di Sanità a Napoli, facendoci conoscere il carattere aperto dei napoletani, la vita di quartiere nel bene e nel male. Interessante è la storia dei due fratelli così diversi e così uguali. Simapticissimo il personaggio di Assuntina. Il giallo di sottofondo non è male.
Belli i personaggi dei due fratelli opposti e complementari.Assuntina mi ha ricordato Perpetua di manzoniana memoria...epilogo forse frettoloso, ma il movente ci sta e anche la semina degli indizi di cui non mi ero accorta.
Libro interessante, con due aspetti che mi hanno lasciata perplessa. 1) la figura di Don Peppino. Il trattamento di questo personaggio è ambiguo. Certo a parole si condanna il comportamento del boss, ma la descrizione del personaggio è piuttosto giustificativa del comportamento dello stesso, che viene definito "una brava persona". 2) la risoluzione del caso, o meglio come ci arriva il protagonista. L'investigazione, per quanto nel testo si dica che Don Raffaele conosce la natura umana, è tutt'altro che psicologica. Lo svelamento finale - che sta in piedi - arriva senza gradualità, grazie a un'intuizione di Don Raffaele, ma non è pienamente giustificata dal comportamento precedente del personaggio. Mi sa che mi capisco solo io...
Vabbuò. E' un bel libro. Se vi capita tra le mani leggetelo.
Che piacevole scoperta questo libro! Ottima descrizione dei personaggi e di Napoli, il mistero che tiene con il fiato sospeso fino alla fine… sono pronta a leggere subito il secondo libro di questa serie!