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The Missing Word

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Irina's life with her husband and her twin daughters is orderly. An Italian living in Switzerland, she works as a lawyer. One day, something breaks. The marriage ends without apparent trauma, but on a weekend seemingly like any other, the girls' father takes Alessia and Livia away with him. They disappear. A few days later the man takes his own life. Of the girls, there is no trace.

Concita De Gregorio takes the unadorned, terrible facts of this true story and embodies the protagonist's voice. In a narrative that is fast and urgent, she unravels these traumatic events to tell the story of a mother bereft of her children - a state for which there is no word.

A chilling, urgently told psychological thriller and the fierce portrait of a woman in all her frailty and courage, The Missing Word delves deep into Irina's thoughts and memories as she grasps at the shreds of truth and, piece by piece, stitches her life back together.

131 pages, Paperback

First published June 3, 2015

28 people are currently reading
1302 people want to read

About the author

Concita De Gregorio

42 books90 followers
Nata a Pisa nel 1963, da madre spagnola (di Barcellona) e padre toscano, è cresciuta a Livorno. In questa città studia al Liceo Classico Niccolini Guerrazzi; successivamente consegue la laurea all'Università di Pisa in Scienze Politiche. Frattanto inizia la professione nelle radio e TV locali toscane, entrando a Il Tirreno nel 1985, dove, per otto anni, lavora nelle redazioni di Piombino, Livorno, Lucca e Pistoia.
Nel 1990 approda a la Repubblica, dove si è occupata di cronaca e politica interna.
Nel luglio 2008 è al centro di una curiosa polemica. La rivista Prima Comunicazione rende note le anticipazioni di una sua intervista in cui ammette di aver accettato la proposta del neo editore de l'Unità, Renato Soru, di diventare direttrice del quotidiano fondato da Antonio Gramsci; nella stessa intervista Concita De Gregorio espone le linee guida della sua direzione. La notizia suscita clamore in redazione: il comitato di redazione protesta contro la via dell'«annuncio del cambio di direttore attraverso intervista». Il 22 agosto 2008 viene ufficializzata la nomina a direttrice de l'Unità, carica che ha ricoperto fino al 7 luglio 2011,quando ritorna a la Repubblica.
È sposata con il giornalista Alessandro Cecioni, ed è madre di quattro figli maschi.

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Community Reviews

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630 (39%)
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95 (5%)
1 star
28 (1%)
Displaying 1 - 30 of 192 reviews
Profile Image for Orsodimondo.
2,417 reviews2,397 followers
December 5, 2023
UN POSTO VUOTO


Diego Velázquez: Las meninas (particolare), 1656 circa.

Classico caso di cronaca adatto alla trasmissione di RAI 3 “Chi l’ha visto?”, che infatti se ne è ampiamente interessata, andandoci a nozze come ogni volta che scompare qualcuno senza ritorno.
Il fatto risale a una decina d’anni fa, undici per la precisione: Irina vuole separarsi da Mathias con il quale ha avuto due figlie, gemelle eterozigote, che hanno cinque anni.
La coppia vive separata da qualche mese. La casa di famiglia è rimasta a lui.
Lui è svizzero tedesco, lei italiana, vivono a un passo da Losanna.
Lei è un avvocata di prestigio, e come lui lavora per una multinazionale, la Phillip Morris, ma lo stipendio di lei è ben più alto di quello di lui.
Dopo qualche mese di separazione, con le bimbe che si alternano come di prassi tra casa della madre – il nucleo principale – e quella del padre, un weekend che le bimbe sono con lui, Mathias sparisce. Dopo cinque giorni viene ritrovato suicida a Cerignola in Puglia: si è steso sui binari della stazione e ha atteso che il treno lo devastasse.
Le due piccole, invece, sono letteralmente sparite, di loro non si sa più nulla, i corpi non vengono mai ritrovati.


Pablo Picasso: Las meninas, da Velázquez (1957).

Mathias compie un percorso assurdo nella sua fuga: in auto da Losanna raggiunge Marsiglia, s’imbarca su un traghetto per la Corsica, la attraversa, ne prende un altro per tornare in Francia e da lì attraversare l’Italia fino alla Puglia.
Le bimbe non si sa se siano salite sul traghetto o meno: il padre aveva comprato i biglietti anche per loro, ma di loro non si sa più nulla, nessuno le ha viste, nessuna telecamera le ha riprese.

La Svizzera esce dalla vicenda faccenda una pessima figura: razzista, cialtrona – le indagini rimangono sulla carta, nessuno indaga davvero, o perché è evidente che non c’è nulla da indagare, o perché c’è da fare una rogatoria da cantone a cantone e un trattato di pace per la Palestina sarebbe più agile e snello, intanto nella casa di Mathias nessuno cerca, fa rilievi, tutti entrano ed escono come una mandria in libertà – la suocera è un concentrato di razzismo e anaffettività.
Mathias era psicorigido: nel corso del tempo si è rivelato ossessivo, maniacale. Psicorigido, appunto.


Sara Munari: Las meninas, 1987.

Irina invece è un magnifico ritratto di donna. O meglio, più del ritratto credo che a essere magnifica sia proprio lei: non molla mai, continua a cercare, continua a convivere con l’assenza. Ma intanto si ricostruisce una vita e un amore, cambia lavoro – ora vive a Granada in Spagna e si occupa di cartoni animati – fonda in Svizzera un’associazione che si chiama Missing Children ed è chiaro l’intento.

Da quanto ho capito è stato Irina stessa a contattare De Gregorio e chiederle di occuparsi della sua vicenda, di scrivere la sua storia. Il potere taumaturgico della scrittura, delle parole. Ho l’impressione che se avesse affrontato il compito da sola, il risultato sarebbe stato migliore: perché, a me pare che gli interventi di De Gregorio per “abbellire” il racconto, la ricerca di lirismo, il suo sforzo di fare letteratura, siano alquanto zoppicanti.


Salvador Dalì: Las meninas, 1960
735 reviews91 followers
January 30, 2022
This is one of those books where it may be better not to know exactly what it is about, because the subject matter is so horrible that you probably wouldn’t pick it up. I am very glad I did though, because it is a wise, respectful exploration of grief in a very clear and accessible way. I don’t recall a book of a mere 120 pages having such an emotional impact on me.

It tells the true story of Irina Lucidi, whose two 6-year old daughters were taken away by her husband and presumably killed in 2011. He left her a note saying only that they didn’t suffer and that she would never see them again. Apparently the case is well-known in Italy, but I had never heard of it.

The book consists of letters and other writings of the mother. I am not sure how closely Concita de Gregorio has stuck to the original writings, but what we read is of an extremely clear, lucid and logical prose, which I found very convincing and is for me the strongest point of the novel. Irina is clearly a very intelligent and rational woman and it is quite incredible how she has managed to deal with her loss.

She clearly has some scores to settle as well, in this case with the Swiss police and also with her German-speaking family in law, both of whom she has felt discriminated by for being Italian and for being a woman, whereas her ex-husband is Swiss and German speaking. The 'innocent' stereotyping of Southern-Europeans by Northern-Europeans (they are dumb, lazy and unproductive, make a mess and cannot organise) is not only an interesting and underexposed theme, but also – I find – a real problem in an integrating Europe.
Profile Image for Fabia Consorti.
86 reviews40 followers
April 26, 2018
Doloroso e bellissimo.
"Sono una madre, lo sarò sempre. Senza figli ma madre. Non servono figli per essere madri."
Profile Image for Martina ⭐.
150 reviews48 followers
November 10, 2024
La sofferenza, la determinazione, la continuazione. Tutto questo vive ed affligge Irina, una donna ed una mamma che si ritrova a dover affrontare un innaturale tormento: Cosa ne è stato delle sue due figlie? Sono ancora vive?
Una storia piena di emozioni trasmesse al lettore con delicatezza, nonostante vengano comunque veicolate la gravosità e l'angoscia del "non poter trovare pace" e "non poter sapere". Sentimenti e situazioni che travolgono il lettore come un'onda.
Profile Image for Sarah.
1,245 reviews35 followers
March 19, 2022
3.5 rounded up

I requested a copy of this on a whim, not knowing a whole lot about the plot (but that Europa Editions often publish books that intrigue/appeal to me!) - and as other reviewers have said, if I had known exactly what the book was about I might've been a bit more leery of it. Concita De Gregorio has written a book which has been described as being In Cold Blood-esque, taking a real-life crime and presenting it in a form where (to me, anyway -- I did try to corroborate this through articles online but there is very little in English about the crime, so apologies if this is incorrect) it is unclear how much of the narrative is based on fact and what may be slightly embellished or fictionalised.

The crime is so heinous as to be almost unimaginable: a father, recently separated from his wife, has his daughters for the weekend as per their agreement. During this time he disappears, travelling abroad where he ultimately ends his own life. Except that he takes their two six year-old daughters with him, who have not been seen or heard from since. His ex receives a letter from him shortly after saying she will never see him again. The book told from her perspective, through a combination of letters to those close to her or involved in investigating the case as well as lists and more biographical chapters about their relationship.

I found this to be a moving portrait of a mother who has lost her children - there is actually even a segment on the fact that many languages don't have a specific word for this situation, like we have words such as orphan, widow etc. - and a well-handled insight into her psyche. The insight into Swiss society was illuminating, too (the mother was accused of driving her husband to the crime). I'm curious as to whether everything in the book was entirely factual, but I guess it ultimately doesn't really matter as this was a compelling read regardless, and one which will linger in my mind for some time.

Thank you Netgalley and Europa Editions for the advance copy, which was provided in exchange for an honest review.
Profile Image for Jill.
Author 2 books2,022 followers
February 28, 2022
The missing word. Parents who lose children. Who don’t murder them, but lose them. What are they called, how do you say it, who is someone whose child has died?”

There are no words for a woman who loses her twin six-year-old daughters – Alessia and Livia. Not in English, in German, in French, in Italian, or in Spanish.

The very concept of a woman whose estranged husband takes the girls, on a weekend not unlike any other, and takes his own life. Of the twins, there is not a space. They vanish into thin air. Most likely, they are dead. But without closure, there’s always the possibility they are not.

Anyone expecting a wrenching story of a woman who can barely control her emotions will find something quite different here. Irina is a survivor. Obviously bereft for her daughters – her whole life is transformed – she has the courage to say “yes” to life. Based on the true story of Irina Lucidi, who was married to a Swiss husband, the case received much publicity in Italy (but not here in the United States).

Particularly frustrating is the way the case is handled – or should I say, mishandled – Swiss authorities who carry biases against southern Europeans and women in general. Much of this book is in the form of letters to various authorities (one of them in particular lays out all the ways that the investigation was bungled or caught up in ridiculous red tape) or letters to people who were kind to her in the past (a younger brother, a dear friend).

Irina’s conscious choice to move on with a new and healthy love is inspiring. One of the saddest lines is her new love’s insistence that their new home contain a room for the girls in the event that they return. While Irina pragmatically knows her daughters are very likely dead, that gesture is very comforting to her.

Both the mother (who launched Missing Children Switzerland) and the author have turned a personal tragedy into a work of hope. My rating: 4.5. My thanks to Europa Editions for enabling me to be an advance reader in exchange for an honest review.
Profile Image for Irene ➰.
970 reviews88 followers
July 5, 2017
3.5/5 ~ ITA mini-review

Siccome il contenuto non è giudicabile, darò invece un giudizio sul come è stato scelto si scrivere questo breve libretto.

Il formato dell'essere tutto scritto sotto forma di lettere è interessante e visto l'argomento la lettura viene resa più "leggera", fatemi passare il termine.
Sinceramente mi aspettavo un lettura totalmente diversa, visto il messaggio che vuole lasciare il libro scritto sul retro.
Si ha una vaga idea di quello che è successo e se non si conosce la storia ci si trova un po' in confusione anche se il libro lascia comunque intendere.

Per me è stata una lettura interessante e usata per distaccare dal mio genere, leggendo su fatti di uno certo spessore realmente accaduti, mi sono messa alla prova.
Devo dire che però se anche fa riflettere, resta comunque un po' "buttato lì". Il messaggio fa un po' fatica a passare.
Profile Image for Chiara Santamaria.
Author 5 books1,263 followers
January 11, 2020
Ascoltato su Audible •
Questo libro è un regalo. Un dono immenso, forse non da tutti compreso. È una narrazione del lutto che sovverte tutto ciò che crediamo di conoscere, e dà un punto di vista nuovo e ribelle su ciò che si dovrebbe sentire, fare, ma soprattutto su quanto bisognerebbe abbandonarsi alla sofferenza e all’annullamento di sé dopo la morte di persone amate.
E non parliamo di persone qualsiasi, parliamo del lutto più doloroso, insensato e assurdo di tutti. La perdita per antonomasia. Quella dei figli.
La storia è quella di Irina Lucidi, la donna che ha perso le sue due gemelline di sei anni che sono state rapite e presumibilmente uccise dal padre. Dico presumibilmente perché quest’uomo, suicida pochi giorni dopo il rapimento, ha voluto intenzionalmente lasciarla nel dolore eterno non concedendole nemmeno di conoscere la fine delle figlie, mai più ritrovate.
È una Matrioska di sofferenza questa storia, uno dentro l’altra fino a un centro indistruttibile di dolore, eppure credetemi se vi dico che Irina è la prova e finalmente la voce di ciò che tutti forse vorremmo sentire: sopravvivere si può e si deve, ma soprattutto ESSERE FELICI e tornare ad amare dopo una tragedia simile si può e si deve.
Si deve per sé stessi e non è una negazione del dolore o del bene voluto a chi abbiamo perso ma una necessità inalienabile per chi ancora respira ed esiste nel mondo.
Un nuovo capitolo dopo una tragedia immane che comunque resta ma che é un mostro che si deve imparare a domare.
Io ringrazio dal profondo sia Concita De Gregorio che Irina Lucidi per questo libro, così potente, così rivoluzionario nella sua umiltà.
Leggetelo
Profile Image for Atul_reads .
190 reviews12 followers
April 7, 2022
“The only thing that's more painful than not having your loved ones near you is not knowing where your loved ones are. Not even having their bodies so that you can imagine them walking somewhere else.” –The Missing Word

The Missing Word is a heart-aching read. A tribute to all mothers out there who in their silence still weeping for their missing child and hoping for the day when they got to see them and hold them in their arms once again.

It broke me reading about Irina when she poured out all her heart and tell her story. All the backlash and criticism she receives. In a way, the world expects that a woman should close her heart and for all, continue to grieve and not deserved happiness of all sorts. Our community also condemn that if a mother is working and unable to take care of her child due to work, her love for them is less.
She is trying so much to survive, to soothe her heart and trying to be loved again. Why can't we just be supportive and understanding?

There are all sorts of things she faces in trying to find her children in the county that's not her own, with little assistance. I'm glad she found the bravery to tell the world her story. May her story be of help.

Thank you so much to NetGalley and EuropaEditions for the eARC.
Profile Image for Simona.
963 reviews225 followers
November 6, 2015
Cosa si può dire di un libro che non ha lasciato emozioni?
"Mi sa che fuori è primavera" è un racconto di dolore, del dolore di una madre che ha perso la ragione per cui vivere e che tenta, per quanto possibile, di sopravvivere a questa mancanza.
122 pagine scritte in modo disarticolato, sfilacciato, disorganizzato che non lasciano spazio a emozioni, sensazioni.
La primavera, per quanto mi riguarda, non è ancora sbocciata, e per la fioritura, forse è meglio attendere tempi maggiormente prosperi.
Profile Image for Bagus.
466 reviews90 followers
January 15, 2023
Words have the ability to capture reality, to describe a situation as it happened. As a child, I used to wonder what if authors already tried all combinations of words and sentences to write books. Would there be a day when all those combinations are tried and we no longer have the ability to describe them? But language, as happens, is fluid. Some languages disappeared over time with their users (languages did go extinct), while some languages obtain new lexicons over time (see how we normalise the word “selfie” to describe a situation in which a person taking picture of oneself) or similar lexicons which obtain new meanings (the words “install” and “application” now have heavy usages in relations to information technology). Yet not all situations in life have words to describe them. One of which is the grieving of a mother who loses her children due to unforeseen circumstances.

The Missing Word by Concita De Gregorio is one such novella that is able to capture intense emotions in only 131 pages. It follows the life of Irina Lucidi, whose twin daughters, Alessia and Livia, disappeared without any trace following her divorce from the twin’s father, Mathias Schepp. Mathias picked up his daughters to spend a weekend with them, and later along with the twins left their home in Switzerland for a holiday in Corsica, France. The body of Mathias was later found in Italy, without his daughters, where the authorities presumed him of committing suicide.

The fate of Alessia and Livia remained unknown since 30 January 2011, about which Irina’s grieving became the dominant subject of the story. Each chapter could consist of different forms. Sometimes they are letters, either from Irina or from people who corresponded with her. Sometimes they also consist of first-person narrative from Irina’s point of view. They establish facts, rationalising Irina’s grief which found no outlets. Yet the grieving remains, there is no lexicon to describe the situation in which a mother lost her daughters in Italian, German, and other languages that she spoke.

Up until the last page of the story, it took me a while to digest and establish that the story is based on a real story taking place in Switzerland. Following the disappearance of her daughters, Irina founded an organisation called Missing Children Switzerland, which is still running up until now. I find this story a moving tale of a mother losing her children (and by extension, of people who couldn’t get any closure from their grieving for family members whose fates are uncertain). It’s also a story about recovering from a traumatic experience, to look at it in hindsight as a way to regain one’s life purpose, instead of seeing oneself as a victim of circumstances.
Profile Image for Sally68.
298 reviews31 followers
July 21, 2018
Non mi sento di commentare ne il libro ne il bisogno di questa madre di parlare di quanto le è accaduto. Diventa per me difficile, anche il solo pensare che possa accadere, non so come Irina abbia potuto sopportare.
Questa vicenda negli anni non mi ha mai abbandonata, piu volte, senza apparente motivo, mi sono ritrovata a pensare a Alessia e a Livia, a cosa sia successo, a che fine abbiano fatto. Come piú volte ho voluto leggere questo libro ma poi lo accantonavo, sapendo che non sarebbe stata una lettura facile. Per quanto doloroso possa essere quanto descritto dopo aver finito il libro non puoi che ammirare questa donna, che ha saputo continuare a vivere, dando alle sue figlie il giusto posto, il posto che meritano. Accanto a lei! Perche Irina resterà sempre una madre.
Frasi:
" Livia restava sempre intera, integra. Con una rigidità verticale, interna, non saprei come dire. Era sempre lei. Alessia invece te la spalmavi addosso, diventava un calco del mio corpo. Diventava me."

"Cosi, come un fatto semplice. Come una possibilità. Non torneranno, nonna, lo so. Ma non potrei vivere senza sapere che nella mia casa c'è un posto per loro. Il posto che le aspetta, se dovessero bussare e chiedere: il nostro letto, mamma, in questa casa dov'è."
Profile Image for Lightblue.
750 reviews32 followers
January 4, 2016
Come si fa a dare un voto ad un libro che parla del dolore di una madre che non sa che fine hanno fatto le due figlie di 6 anni? Si può davvero giudicare la forza, la tenacia e l’ardore di una donna che decide di continuare a vivere quando il primo impulso sarebbe quello di lasciarsi morire per il dolore?

Irina Lucidi è una donna che mi rimarrà nel cuore, perché è ostinata, determinata, coltissima. Racconta la sua storia con una delicatezza e un amore infinito, con il cuore lacerato ma con la forza di chi non si arrende e non si fa piegare dal dolore, perché se c’è anche una sola possibilità su cento che Alessia e Livia siano vive, lei deve far di tutto per continuare a cercarle.

E nonostante tutto, la vita va avanti, l’amore può tornare e dopo l’inverno più freddo e buio arriva comunque la primavera.
http://noi2magazine.com/2015/12/18/la...
Profile Image for Elena Tamborrino.
201 reviews13 followers
May 13, 2016
Assegno sempre il massimo delle stelline ai libri che mi trasmettono forti emozioni, che mi coinvolgono sentimentalmente. Il giudizio letterario viene in un momento successivo, in casi del genere. Ma un libro deve saper fare questo, prenderti. Che lo debba fare nella forma più bella e corretta lo do per scontato, vorrei non doverne discutere. Su questo libro non c'è da discutere, il contenitore è adeguato a un contenuto duro e bello, lucido e straziante, assoluto.
Profile Image for Chris.
599 reviews178 followers
June 4, 2022
3,5
Based on a true story of a man (recently divorced) who kidnaps his twin daughters and then commits suicide. The daughters are never to be found.
This was well written in short, diverse chapters (letters, talks, and also two pov’s: the mother and the author). I felt that the fragmentary style worked better in the beginning than the end though. A sad, horrible and powerful book.
Thank you Ingram and Edelweiss for the ARC.
Profile Image for abby ¡!.
13 reviews1 follower
April 30, 2025
No tengo palabras. Me lo encontré en la biblioteca y simplemente me llamó la atención el título, pero para nada me esperaba algo tan brutal. Pelos de punta en todo momento, una forma de narrar increíble, humana, como caminar sobre los pensamientos de alguien. Es precioso y me encantaría haber podido subrayar todas y cada una de sus páginas
Profile Image for leggere.con.leggerezza.
147 reviews70 followers
January 21, 2021
Non fatevi ingannare dal titolo o dai colori tenui e  delicati della copertina.

Le due rose appassite erano un indizio che non avevo tenuto conto.
Probabilmente rappresentano Livia e Alessia Sheepp.

Sicuramente vi ricordate di loro. Sono le due gemelline svizzere di sei anni rapite dal padre Mathias Sheepp che dopo un lungo viaggio tra la Corsica fino in Puglia, si suicidò  lanciandosi sotto un treno. Prima di morire lasciò una lettera alla moglie, e tanti tanti dubbi.  " Le ho uccise, non hanno sofferto"
Le bambine come saprete sono attualmente scomparse.

Missing Children Switzerland è la fondazione creata dalla madre  Irina Lucidi.
Leggendo questo libro potreste sostenere questa fondazione focalizzata sulla scomparsa dei bambini .
Vi prego di andare a vedere il sito.
È un atto doveroso nei confronti di queste
famiglie.
Lo sapevate che Ogni 2 minuti, sul territorio europeo un bambino viene dichiarato scomparso.
I numeri che vengono riportati fanno accaponare la pelle
www.missingchildren.ch

Parliamo del libro. Doloroso certamente,  un punto allo stomaco, ma una lettura importantissima.

Concita de Gregorio ci scrive un romanzo epistolare che ha le sembianze di un thriller psicologico. 
Se lo inizierete sarà impossibile non concluderlo nel giro di poche ore. La tensione è altissima e putruppo posso garantire dolore e pianti.

È vero però che è tra queste pagine troverete dolore ma sono intrise anche  amore profondo, di vita.  Ma in particolar modo l'unica cosa, la più importante per  Irina e alla quale mai si abbandonerà : La SPERANZA.

Tuttavia è un libro che bisogna assolutamente leggere e penso che possa essere di grande aiuto a molte donne che confondono varie forme di malattie psichiche  travestite da amore.

È un libro introspettivo , emozionale, emotivo.

Sono allibita, incredula ed emotivamente fragile in questo momento.

Assolutamente imperdibile

Mi sento solo di concludere con una citazione presa dal testo

✒ Sono una madre, lo sarò sempre. Senza figli ma madre. Non servono figli per essere madri.
.
Profile Image for Alessia.
53 reviews6 followers
September 9, 2019
Delicatamente struggente. Si, come camminare leggeri sui carboni ardenti. Una storia vera, tragica, raccontata con l’umiltà delle parole sapientemente utilizzate.
Profile Image for Stella Sottani.
21 reviews
June 6, 2019
Storia dura ma profonda, rappresenta a pieno l’arrovellarsi caratteristico del pensiero femminile... il libro è cosparso di dubbi e domande.
Una madre a cui vengono sottratte le figlie non può fare che interrogarsi sui mille perché e cercare di dare un senso a tutto lo svolgersi della situazione, sulla quale non ha il minimo controllo, anche se cerca di ottenerlo ad ogni modo..
Se vogliamo si contrappongono due figure: il marito, da un lato, la moglie dall’altro e le figlie nel mezzo. Fisicamente in balia del padre, in quanto con lui, ma emotivamente in balia della madre che tenta ad ogni modo di mantenerne vivo il ricordo..
I dubbi e le domande della madre non trovano né risposte, né tantomeno comprensione, il che la lascia spaesata ancora di più. È come se la protagonista vivesse in un inverno senza tempo, quando all’improvviso raggiunge quella consapevolezza e accettazione che la portano in una primavera di rinascita.
Il finale è aperto, quindi lascia libero spazio alla fantasia del lettore, che però (a parer mio) se ben immerso nella storia, non sa dare una risposta “razionale”, bensì più scontata, come a dire “si sa che va a finire così”.
Profile Image for Devin Redmond.
1,069 reviews
June 15, 2023
4.5 / 5 stars

My mom will go to the library and just pick a book off the shelf that looks good to her. I never do this. I want to have read about it or talked to someone about it. Just think about how many good books I’ve missed because of this quirk. (never mind, don’t go down that rabbit hole)
I DID IT YESTERDAY, THOUGH! I picked up 𝘛𝘩𝘦 𝘔𝘪𝘴𝘴𝘪𝘯𝘨 𝘞𝘰𝘳𝘥 solely because of the beautiful cover. And my friend works for Europa Editions so that always makes me notice books from the publisher- they all have a similar feel/look. The author is Concita De Gregorio, and it’s translated by Clarissa Botsford.
The story, told through letters and what feel like journal entries, is about a woman whose husband kidnapped his own twin daughters, killed himself, and the daughters were never seen again. Gregorio took this actual true story and imagined how the woman/mom/wife was able to continue living afterwards. The book does not focus on the husband or kidnapping, though there are parts, and it does allude to the botched investigation. It’s a story of both death and living a life with a gaping hole in your whole being.

Profile Image for Kristen Barenthaler.
Author 14 books11 followers
April 5, 2023
I found this book too confusing and grammatically incorrect to the point where I couldn't focus or understand what was happening. There's barely any storyline to keep readers engaged. I was completely unprepared for the ending, not in a good way (because it's a twist or happily ever after), but in the way that I didn't know it was the end of the book because it just stopped.
Profile Image for Stefania Pastori.
Author 2 books8 followers
December 2, 2015
Appena arrivata sulle Alpi, ho voluto appropriarmi del posto. Così mi recai alla cerimonia di apertura dell'Unitre per esplorare, incontrare, sapere. Qui ho scoperto con gioia che avrei potuto cogliere l'opportunità di farmi conoscere in quanto dedita alle problematiche femministe, presenziando una Lectio Magistralis (vedi mio blog: acca t t p, pastoristefaniagloss punto blogspot punto it/2015/10/artemisia-gentileschi punto html) su Artemisia Gentileschi, Lectio che si è svolta il 27 di novembre 2015 sui temi della RESILIENZA, che è anche contenuto nel saggio CORPI RIBELLI .

E' stata seguita con curiosità e slancio dagli intervenuti, di cui uno persino da Torino, certo Piero Salciccia, tanto da richiederne un prosieguo con storie di altre donne resilienti.

Al termine, un regalo da parte della presidenza Unitre: un romanzo sulla Resilienza, scritto da Concita De Gregorio, inviata di politica, cultura ed editorialista per vent'anni in La REPUBBLICA, direttora per pochi anni de L'UNITA'.

Mai regalo fu più appropriato. Non è una storia. E' una storia saggio. O storia saggia. Scusate il bisticcio di parole. E' della filosofia della perdita. La De Gregorio sembra raccogliere la testimonianza di una donna italiana sposata ad uno incegnere sfizzero (da leggere proprio così, come l'ho scritto), da cui nacquero due gemelle. Sembra, perché in realtà non è una storia. All'età di 6 anni, mamma e papà decidono di lasciarsi. Serenamente, senza intoppi. In apparenza. Ma in sostanza, un giorno il papà sparisce assieme alle figlie. Dopo qualche giorno, il papà si suicida. Nulla più si sa delle piccole. La mamma, donna in carriera, sconnessa dal tessuto sociale sfizzero, è criticata.

Vi è un intero capitolo in cui si coglie la sostanza poetica della prosa. E' la lettera della madre ad un fratello, certo Vittorio, lontano nel tempo e nello spazio, in cui gli racconta il ricordo di un anello sempre desiderato ma mai pervenutole in dono dagli amati uomini. Finalmente, un uomo glielo dona. Ed è il suo nuovo amore che la condurrà fuori dalla sua malattia di perdita.

La donna non solo vorrebbe i corpicini delle figlie perdute, da abbracciare seppur nella morte, ma dalla scrittrice cui confida il proprio dolore secco, si aspetta una parola che la identifichi come madre che ha perso figli.
Vi è un altro capitolo intero in cui si coglie la perfezione millimetrica della De Gregorio nella ricerca di questa parola. Che non esiste.

Per essere felici non ci vuole tanto. Per essere felici non ci vuole quasi niente. Niente, comunque, che non sia già dentro di noi.

Questo si legge ad un certo punto. Quando cioè la madre raggiunge la rassegnazione della perdita. Si direbbe una massima buddista.

Consigliato a chi ha perso un figlio per morte, come la mia amica Loredana Mengo. A chi l'ha perso non solo nella morte, ma anche nella vita. A chi teme che la poesia sparisca nella prosa. Consigliato ai filologi della parola. A chi sa stupirsi ancora. E non è cosa comune.
Profile Image for La mia.
360 reviews33 followers
January 7, 2016
Mi è piaciuta l’architettura, non lineare, articolata, multidimensionale. Mi è piaciuta la tensione drammatica di alcuni capitoli, in particolare le lettere in cui la protagonista si rivolge a chi ha il potere di fare qualcosa, e chiede che qualcosa sia fatto, oppure garbatamente sollecita ciò che non è stato fatto, oppure ancora ringrazia per ciò che si potrà fare. Sola contro il resto del mondo, e il tono resta quello di una richiesta educata, ferma, pronta a comprendere le altrui ragioni, come se vi fossero ragioni più vitali della sua. Mi è mancato un po’ più di spessore (anche banalmente in numero di pagine…). Un po’ più di materia. Non per voyerismo o morbosità. Ma per comprendere meglio il dolore, la fatica, l’angoscia. A pagina 94 un accenno: “Alla fine di quello stesso anno sono partita. Dieci mesi dopo. Dieci mesi di droghe: sonniferi calmanti antidepressivi sedativi. Un tempo senza giorno e senza notte, tempo di ovatta.” Dieci mesi di angoscia condensati in due righe. Non mi basta. Non mi spiega. Non mi racconta. Forse una voluta omissione? Non so. Mi sembra di avere letto mezza storia.
Profile Image for ZOE.
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July 31, 2017
Osannato da tutti, questo romanzo. A me non è piaciuto, la figura di Irina è troppo "vittima" degli Svizzeri brutti e cattivi (ma non è anche questo un luogo comune?) e di se stessa, lo stile è irritante, la storia raccontata da una parte sola della barricata. A un certo punto l'ho mollato, perché mi aveva fatto arrabbiare, per cui non so se alla fine diventa una meraviglia.
Profile Image for Franz B. .
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April 13, 2018
Così poche pagine e così tanti contenuti. È questo che mi ha fatto decidere di dare 5* e non solo 4.
Lo stile di scrittura mi è piaciuto moltissimo e non mi sarei stupita di trovare così tanto dentro ad un libro di 300 o più pagine.
Un potente e interessante concentrato che mi sento di consigliare a tutti.
Profile Image for Dona Ter.
Author 29 books117 followers
December 28, 2021
Precioso, por la forma de narrar los sentimientos.
Desgarrador, todos tenemos demasiado presente el caso de Ana y Olivia, las niñas de Tenerife.
Profile Image for Juan Guillermo Fridkin.
162 reviews5 followers
June 24, 2022
#PareceQueFueraEsPrimavera de #ConcitaDeGregorio

Tre men da novela basada en un hecho real de inicios de 2011.

Irina Lucidi es una abogada italiana que vive en Suiza. Se casa con Mathias Schepp que era un compañero en la multinacional para que la trabajaban.

Tuvieron 2 hijas gemelas, Alessia y Livia, luego se separaron.

En fines de Enero de 2011 Mathias se llevó a Alessia y Livia para pasar unas vaciones juntos los 3. Las niñas tenían en ese entonces 6 años. A los días de comenzar ese viaje el padre se suicida en las vías de un tren en Italia y le dejó una nota a su exmujer en la que le decía "Las niñas no han sufrido, jamás volverás a verlas".

En efecto, nunca se supo más nada de las hijas de Irina y Mathias.

La novela no relata lo que pasó, sino más bien lo que Irina siente y en cómo lucha para sobrevivir a la terrible historia.

Hiper recomendable.

«No es verdad que el olvido no existe. La cabeza selecciona, archiva constantemente y descarta mucho. Deja espacio, compacta. A lo mejor no elimina del todo pero comprime en un formato ilegible. Aunque te esfuerces no encuentras la clave, ya no puedes descifrarlo».

«El amor se multiplica, no se divide».

«El luto en ausencia del cuerpo es una hemorragia misteriosa e imparable. He visto a madres buscar a sus hijos durante treinta años, en Argentina. También he visto a abuelas reencontrar a sus nietos desaparecidos después de cuarenta, y es un espectáculo que no se puede explicar».

«Cuando oigo decir "mi mujer", "mi hijo", me siento siempre incómoda. También Mathias lo hacía. Hay algo de embustero y de ligeramente violento en ese "mi". Como una imperceptible vejación. Un robo de identidad. Nadie es de nadie, pienso. En cambio todos, si queremos, somos de cada uno».

«Cada día hay miles de personas que pierden a un hijo. Accidentes enfermedades drogas guerras. Cada minuto. Y, entonces, me pregunto: ¿por qué nuestras lenguas han suprimido la palabra para decirlo? Eras viuda si has perdido a tu marido. Eres huérfana si has perdido a uno de tus progenitores o a ambos. Pero yo, nosotras, ¿qué somos? Dirás: qué importa tener una palabra. Importa. Porque tener un nombre es tener un sitio, una casa hecha de pensamientos ya pensados».

#MisLecturas2022 #LiteraturaItaliana #LiteraturaEuropea #LeoYRecomiendo #Bookstagram @recomiendoleer #RecomiendoLeer #LeoNovelas #MeGustaLeer #LibrosRecomendados #LeoYComparto #Books #BookWorm #SamsungS21Ultra @repost.literario #MeEncantaLeer
Profile Image for Claudia Gualina.
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June 14, 2022
"Vorrei che mi aiutassi, se puoi, a prendere le parole metterle in fila ricomporre tutti i pezzi che sento frantumati e dispersi in ogni angolo del corpo. Vorrei ricostruire i frammenti come si ripara un oggetto rotto, prenderlo in mano e portalo fuori da me. Per tenerlo accanto, portarlo in tasca, metterlo in borsa ma intero, tutto intero. [...] Voglio mettere un punto."

Irina Lucidi è la mamma di Alessia e Livia, le gemelline scomparse a fine gennaio 2011, rapite dal loro padre Mathias, morto suicida.

Concita De Gregorio dà voce a questa donna e, attraverso frammenti e lettere, tra date e destini che si ripetono, racconta la sua sofferenza e la sua speranza, perché "il dolore da solo non uccide". Non è un modo per fare il punto delle indagini, anche se risultano evidenti le grandi lacune e mancanze della polizia Svizzera, ma per parlare di un dolore così forte e tenere viva la memoria delle due bambine.

"Dunque devo vivere, perché finché ci sono ci sarà il ricordo di chi non è più con noi."

Manca la parola adeguata in italiano, ma non solo nella nostra lingua, per indicare un genitore che perde un figlio: "Dirai: che t'importa avere una parola. Importa. Perché avere un nome è avere un posto, una casa fatta di pensieri già pensati. Un luogo tiepido che porta traccia di migliaia, milioni di persone passate da lì prima di te. Ti fa sentire, nell'errore, al tuo posto. Un posto doloroso e illuminante, un posto difficile ma previsto nella storia del mondo."

È un libro toccante e commovente, ma anche pieno di speranza. Nonostante sia molto breve, ci ho messo una settimana per leggerlo: affrontavo poche pagine al giorno ed ho provato molta compassione per Irina, nel senso latino del termine, ovvero soffrire con. Perdere un figlio è contro natura per un genitore ed è un dolore immenso, non sapere dove siano Alessia e Livia e non avere i loro corpi su cui piangere è qualcosa di ancora più straziante. "Il lutto in assenza del corpo è un'emorragia misteriosa e inarrestabile."

Ho usato molte citazioni, perché è un libro potente e delicato insieme e, nel caso non si fosse ancora capito, assolutamente consigliato.

"Sono una madre, lo sarò sempre. Senza figli ma madre. Non servono figli per essere madri."
Profile Image for Simona~ pagine_e_inchiostro.
609 reviews13 followers
February 20, 2024
Recensione a cura della pagina instagram Pagine_e_inchiostro:
Mi sa che fuori è primavera è una storia di non-fiction ispirata al caso di cronaca di Alessia e Livia Schepp,
gemelle scomparse nel 2011.
La storia é raccontata da Irina, la loro madre, che tesse la storia del suo matrimonio con Mathias, ingegnere svizzero, padre e marito controllante.
Il racconto rievoca i loro primi momenti insieme, fino alla rottura definitiva, che culmina con il divorzio.
É una normale giornata di scuola, quando le bambine spariscono, rapite presumibilmente dal padre. E la madre, che custodisce il passato come un prezioso fiore sul petto, rievoca gli ultimi istanti vissuti con le sue figlie, che non rivedrà mai più. Qualche giorno dopo la sparizione, il padre si ucciderà, portando con sé la verità sulla sparizione delle gemelle e i suoi torbidi segreti. I corpi delle bambine non verranno mai ritrovati.

La prosa, per quanto emozionante, é estremamente lucida, razionale. Irina mette in luce le dinamiche di una relazione tossica, sviscerandone ogni aspetto e ogni personale sensazione a riguardo. Perché la violenza ha più di un volto e Irina lo ha imparato bene.
Non solo, in pochissime pagine é condensata anche una ben poco velata critica alle istituzioni, che hanno fatto ostruzionismo nella ricerca della verità durante le indagini, fino al tema del razzismo dilagante in Svizzera, argomento di cui si parla pochissimo.
Unica pecca: poche pagine per tanti temi, che avrebbero meritato un approfondimento ancora maggiore. Per fortuna, un linguaggio evocativo e secco rende comunque merito agli intenti.
La testimonianza di Irina é un inno alla possibilità di ricominciare, senza sensi di colpa. Un inno alla vita, la necessità di tornare ad essere felice dopo una tragedia. Un libro straziante quanto necessario, per aspirare alla scoperta della propria primavera.

Profile Image for Francesca.
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April 23, 2020
Uno dei fatti di cronaca tra i più agghiaccianti avvenuti in Italia negli ultimi anni.
Un padre separato che, approfittando di un week-end con le sue figlie di 6 anni, le rapisce e dà il via a quella che sembra la trama di un thriller all’americana: scientificamente dissemina tracce che portano inevitabilmente a strade senza uscita; per cinque giorni si muove tra la Svizzera, la Francia e l’Italia, in traghetto e in auto. Nessuno sa se, e fino a quando, le bambine fossero con lui. Dopo cinque giorni di fuga parcheggia l’auto alla stazione di Cerignola, porta con sé il GPS per non lasciare alcuna traccia dei suoi spostamenti e si lascia travolgere da un treno.
Dietro di sé, in macchina, lascia solo un biglietto indirizzato alla moglie: “Le bambine riposano in pace, non hanno sofferto. Non le rivedrai mai più”.
Ma la realtà può essere peggiore di qualsiasi thriller o noir: nei romanzi c’è sempre un brillante detective che, anche con metodi poco ortodossi, alla fine risolve il caso. Di queste bambine invece non si sa più nulla: presumibilmente sono morte, ma dove sono? Gettate in mare di notte, dal ponte di uno dei traghetti che fa la spola tra Marsiglia e la Corsica? Sepolte in un bosco? O forse sono ancora vive, come dice un testimone che giura di averle viste all’aeroporto di Lione?
La voce narrante è quella di Irina Lucidi, madre delle gemelle e principale vittima della tragedia, che ripercorre gli ultimi 20 anni della sua vita, dall’incontro con il futuro marito Mathias, alla scoperta della gravidanza, ai primi anni di matrimonio a cui segue una separazione apparentemente amichevole.
Irina racconta delle nevrosi di Mathias, ingegnere svizzero tedesco, e della sua ossessione per le regole, che piano piano diventano ordini: la loro casa tappezzata di post-it con regole apparentemente insignificanti (non solo come vestire le bambine ma anche in quale ordine fare indossare loro i vestiti, come riempire le tazze della colazione, come caricare la lavastoviglie) che prima la fanno sorridere, poi la inquietano e infine la spaventano, fino a convincere la donna a rivolgersi prima a una terapista di coppia e poi a un centro antiviolenza per donne.
La decisione di separarsi diviene inevitabile ma sia Irina che Mathias sono decisi a renderla meno complicata possibile, per il bene delle bambine. Nulla lascia pensare che Mathias stia progettando un finale così straziante e punitivo per la madre delle sue figlie.
Il libro è stato scritto dopo quattro anni dalla conclusione, se così si può definire, della vicenda. Concita De Gregorio ha rielaborato i colloqui avuti con Irina dando vita al suo memoir, in cui si mescola la cronaca di quei giorni con la vita di Irina “dopo”: la creazione in Svizzera di una Fondazione a favore dei genitori di bambini scomparsi, per dare ad altre madri e altri padri nella sua condizione il sostegno che non ha avuto lei, e un nuovo amore.
Dietro una terribile storia di morte si nasconde una grande storia di vita e di coraggio. Da queste pagine si percepisce l’immensa forza di Irina, che nonostante l’uomo di cui si fidava di più le abbia strappato nel modo più crudele possibile il suo bene più prezioso, non si abbandona alla disperazione ma si adopera per dare una speranza agli altri genitori che, dopo di lei, dovessero trovarsi in una situazione analoga.
In questo libro Irina non inveisce contro la burocrazia Svizzera e i possibili errori degli inquirenti, non si rifugia in vane illusioni. Pur nella disperazione manda un messaggio di fiducia e determinazione, trasferito su carta con grande sensibilità dalla De Gregorio.
Un libro che si legge tutto d’un fiato, con le lacrime che bagnano il viso.
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