From the Bookshelf of Reading Challenges…

A me è piaciuto. E anche tanto. Tantissimo. Magari non meritava veramente il Premio Strega, magari era tutta un'operazione commerciale della solita Mondadori, ma in un p

A me è piaciuto. E anche tanto. Tantissimo. Magari non meritava veramente il Premio Strega, magari era tutta un'operazione commerciale della solita Mondadori, ma in un paese che è un deserto culturale, una voce come questa è acqua fresca e pulita. Certo: che a scrivere sia un fisico e non un umanista è alquanto singolare...

Non è una storia facile, diciamolo apertamente. Lui è autolesionista, asociale, ossessivo compulsivo, incapace di superare un quasi trauma infantile e il suo eterno rimorso che lo divora. Lei è un'anoressica come tante, un'anima nascosta, in penombra, che finge di esistere ma in realtà si avvicina sempre più a sparire del tutto.
E' ovvio che ad una persona sana e felice non potrebbe piacere una storia del genere: per pura repulsione verso la malattia, la follia. Ma si può benissimo riconoscere il talento del giovane autore (cavoli, è tipo mio coetaneo!), nell'aver tracciato abilmente, senza pietismo e senza vergogna, i profili dei due protagonisti.
Dal punto di vista stilistico non è il massimo, la narrazione è un po' rigida e sistematica (la prova provata che resta pur sempre un fisico, con la testa immersa nei mumeri), ma la si può apprezzare. E certamente non mette in ombra i suoi pregi.
Interessanti i riferimenti al mondo scientifico (e lo dice uno che ignora sistematicamente l'esistenza della matematica): un modo originale e tutto personale di comunicazione letteraria. A ben vedere, è proprio questo freddo e neutro punto di vista "scientifico" che mette l'autore al riparo da eccessivi pietismi: i due protagonisti non sono altro che questo, due numeri primi.
E' un romanzo toccante, che ti lascia qualcosa, è un romanzo che vuole assolutamene comunicare qualcosa, che sia anche quel messaggio triste che emerge alla fine: due numeri primi rimarranno sempre solo dei numeri primi, unici, solitari.

Non sforzatevi di cercarvi un senso, un qualcosa di chiaro e definito. La vita non c'è l'ha, davvero, e nemmeno questo romanzo.