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Before I Fall
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Before I Fall, I tappa (1-10 novembre): prologo - cap. 4
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Io l'ho già letto ma mi inserisco con i commenti, posso?
Condivido con Amarilli, per quanto riaguarda l'aggressività delle amiche anche perchè nei capitoli dopo... non vi preoccupate in questa tappa non dico niente!
Allore se siete arrivate fino al capitolo 4, sicuramente avrete visto i vari comportamenti di Sam che a me ricordano tanto le sette fasi per superare il lutto (per ora solo le prime), quindi credo che sì le reazioni di Sam siano abbastanze realistiche... e poi, dal momento che lei si ricorda tutto a differnza delle altre sarebbe difficile non provare rancore per le cose che scopre..
Ciao

Cioè la condanna a fenomeni di "bullismo" da parte dei più "in" della scuola, la totale noncuranza per quello che possono essere i sentimenti altrui, il collegare questi comportamenti alle proprie defaiances e paure delle più aggressive e forse per ciò più vulnerabili, la presa di coscienza di ciò etc etc
Credo invece che, almeno per questa prima parte - come Amarilli anche io mi sono dovuta trattenere dal finirlo in un colpo - sia lo "stile" del romanzo quello che "vale" di più: la sensazione di claustrofobia è massima, il voler vedere come finisce è fondamentale! Mi ha subito ricordato - del resto citato nel romanzo stesso - il film "Ricomincio da Capo" di cui però ricordo solo che finisce bene, ma come non so più!

No, ovviamente NON è come il film ;)
Il fatto che Sam sia un'adolescente è fondamentale secondo me, la sua giornata non può uscire più di tanto da un certo binario; voglio dire, un adulto non solo ha molte più scelte, ma è anche consapevole di averle. A 17 anni la scuola è il tuo mondo, quel che è fuori è parecchio nebuloso (o almeno, per me e i miei amici era così).

Direi che a me l'unica delle quattro ragazze davvero st@@@@@ sembra Lindsay: le altre tre seguono affascinate tutti i suoi dettami. Motivo per cui Sam sta con Rob, anziché con un ragazzo che Lindsay considererebbe più sfigato nonostante sia chiaro che proprio non le piace.
E ora vado a finire... :P

@Amarilli: il mio commento è stato postato in contemporanea al tuo... ehm, disguidi con i figli che studiano il latino... :)))

Rimembro ancora i giorni al classico... hanno tutta la mia simpatia! :)

ARRRGGG ma io me l'ero lasciate indietro, no?
E comunque per me gli anni delliceo sono stati terribili; proprio da scordare!

Quest'anno mio figlio - terzo scientifico, per inciso - sta facendo (finalmente) bene il Latino! E sono arcisupersicura che la sua prof è bravissima, perché si è formata al mio stesso liceo classico, con i miei stessi professori (mitici!). I primi due anni ha avuto problemi per prof o troppo anziane, che ormai avevano chiuso con l'insegnamento, o troppo giovani e inesperte che pretendevano le eccezioni delle regole a memoria. L'interrogazione di oggi era complessa, perché era sia sulla versione, di cui la prof chiede regole e paradigmi, che su tre capitoli di letteratura (su cui l'ho ascoltato ieri sera).
Mi ha mandato un messaggio dicendomi che ha preso 7, voto massimo per ora, visto che la prof sta sondando il terreno! :)

Scrivo ora, anche se non ho finito il quarto giorno (ma se stasera lo leggo, ovviamente vado oltre).
Mi stanno sulle palle tutte e quattro, ma anche le tre smorfiosette che seguono Sam nel quarto giorno.
Sono il tipo di persona che non sopporto, una sorta di Cordelia prima stagione di Buffy (e anche lì poi si scopre cosa c'è dietro tutti i suoi atteggiamenti...)
A questo punto, dopo la terza notte direi che ciò che fa sbandare Lindsey causando l'incidente potrebbe essere la vista di Psycho che si spara.
Il libro è scorrevole, e viene da chiedersi come finirà. Mi ricorda un po' anche Pretty Little Liars, per le protagoniste e i loro segreti.
Trovo coerenti le reazioni di Sam, sopratutto la rabbia del quarto giorno o il piano del terzo.
Ma onestamente il non provare la benché minima empatia o la minima trepidazione per i personaggi (gli unici che mi vanno a genio sono Zack, Anna e Psycho) non mi aiuta a godermi particolarmente la lettura.



Sì, ma a me ha colpito molto la sua ostinazione a non voler andare dal logopedista, nonostante venga presa in giro a causa del suo difetto di pronuncia, perché è una sua caratteristica (e credo che se ne parli il primo giorno, al massimo il secondo). ;)

- Strozzerei la protagonista e le sue amiche più o meno a ogni riga(soprattutto Lindsay);
- Mi piacciono molto Izzy e Kent;
- Non vedo l'ora di finirlo!
*pant pant* Ci sono anch'io! Ci sono anch'io!
Innanzi tutto, devodire che quoto completamente Tan quando dice Ma onestamente il non provare la benché minima empatia o la minima trepidazione per i personaggi (gli unici che mi vanno a genio sono Zack, Anna e Psycho) non mi aiuta a godermi particolarmente la lettura.
Stranamente sto facendo molta fatica con la lettura, sia per i personaggi da bastonare, sia per l'idea, che comunque trovo già un o' vista, sia per (ovviamente) il ripetersi nel dettaglio sempre della stessa giornata: ammetto di esserne già stanca, anche se di solito amo molto le "variazioni sul tema", per così dire.
Sarà che mi annoiano a morte questi susseguirsi di alcool/shopping/gossip/pomiciate/carognate/fumo* (in ordine sparso), ma arranco un po'; spero che adesso la cara (?) Samantha inizi a variare un po' il menu.
Detto questo, mi fa piacere che Elisabetta abbia tirato in ballo le fasi di elaborazione del lutto: ci avevo pensato anch'io ma mi ero data della matta! XD
La cosa che mi interessa di più è l'analisi dei meccanismi di funzionamento sociale di un liceo americano, che sono completamente differenti dai nostri: sembra molto più un paese, se ci pensate, in cui tutti si conoscono (e hanno molte più occasioni di frequentarsi anche al di fuori dellas cuola) e in cui si eleggono dei "capibranco", come si eleggono i paria della scuola; da noi cose simili ci sono, che io ricordi, a livello di classe, ma non di intero istituto.
Per il resto, secondo me il tema portante non è quello del bullismo (accettato come assolutamente naturale, se ci badate!) ma quello dell'apparenza: alla fin fine Samantha sta scoprendo che niente è quel che sembra - e sopratutto che ha creduto per tutta la vita. Nè le persone, nè le cose veramente importanti.
Sta anche scoprendo che veder realizzato il proprio desiderio può essere una strana forma di punizione (Rob, per dire).
*Nota a margine: ma quando caz...piterina studiano in quella scuola? O.O O meglio: c'è qualcuno che studia in quella scuola? O.O
**E io adoravo latino: è l'unica materia che mi piaccia insegnare, quando sono costretta dal Fato a dare ripetizioni. ^^
***Non tornerei al liceo nemmeno pagata, ma l'ho vissuto bene: l'incubo fatto realtà sono stati i tre anni delle medie. Terrificanti...
****Che dite, ci apriamo un topic di ricordi scolastici? XD
Innanzi tutto, devodire che quoto completamente Tan quando dice Ma onestamente il non provare la benché minima empatia o la minima trepidazione per i personaggi (gli unici che mi vanno a genio sono Zack, Anna e Psycho) non mi aiuta a godermi particolarmente la lettura.
Stranamente sto facendo molta fatica con la lettura, sia per i personaggi da bastonare, sia per l'idea, che comunque trovo già un o' vista, sia per (ovviamente) il ripetersi nel dettaglio sempre della stessa giornata: ammetto di esserne già stanca, anche se di solito amo molto le "variazioni sul tema", per così dire.
Sarà che mi annoiano a morte questi susseguirsi di alcool/shopping/gossip/pomiciate/carognate/fumo* (in ordine sparso), ma arranco un po'; spero che adesso la cara (?) Samantha inizi a variare un po' il menu.
Detto questo, mi fa piacere che Elisabetta abbia tirato in ballo le fasi di elaborazione del lutto: ci avevo pensato anch'io ma mi ero data della matta! XD
La cosa che mi interessa di più è l'analisi dei meccanismi di funzionamento sociale di un liceo americano, che sono completamente differenti dai nostri: sembra molto più un paese, se ci pensate, in cui tutti si conoscono (e hanno molte più occasioni di frequentarsi anche al di fuori dellas cuola) e in cui si eleggono dei "capibranco", come si eleggono i paria della scuola; da noi cose simili ci sono, che io ricordi, a livello di classe, ma non di intero istituto.
Per il resto, secondo me il tema portante non è quello del bullismo (accettato come assolutamente naturale, se ci badate!) ma quello dell'apparenza: alla fin fine Samantha sta scoprendo che niente è quel che sembra - e sopratutto che ha creduto per tutta la vita. Nè le persone, nè le cose veramente importanti.
Sta anche scoprendo che veder realizzato il proprio desiderio può essere una strana forma di punizione (Rob, per dire).
*Nota a margine: ma quando caz...piterina studiano in quella scuola? O.O O meglio: c'è qualcuno che studia in quella scuola? O.O
**E io adoravo latino: è l'unica materia che mi piaccia insegnare, quando sono costretta dal Fato a dare ripetizioni. ^^
***Non tornerei al liceo nemmeno pagata, ma l'ho vissuto bene: l'incubo fatto realtà sono stati i tre anni delle medie. Terrificanti...
****Che dite, ci apriamo un topic di ricordi scolastici? XD

Innanzi tutto, devodire che quoto completamente Tan quando dice Ma onestamente il non provare la benché minima empatia o la minima trepidazione per i ..."
E aspetta di andare avanti, per me le fasi del lutto ci sono tutte!! Ma magari la penso così solo io ( e forse tu ;))
Comunque anch'io mi ero resa conto che la scuola americana è più una società che una scuola. Probabilmente questo dipende dal fatto che per ogni lezione cambi classe e quindi compagni. è più facile così conoscere più gente e non solo le 20/25 persone della tua classe.
Per quanto riguarda la mia esperienza, il liceo mi è piaciuto, ma è stato molto pesante (professori che pretendevano l'eccellenza), è stata una bella esperienza, ma non la rifarei.
Le medie per me invece sono state splendide e moolto soft le rifarei 1000 volte!!

A metà tra gli aneddoti da bar e la terapia di gruppo? :D

@Tintaglia: concordo con te che il "main theme" é l'apparenza; anche il bullismo - accettato come dato di fatto, ma questa é secondo me caratteristica precipuo di questo fenomeno, che altrimenti si sgonfierebbe in un minuto - gira attorno a come ti vedono, non a come sei. Anche questo abbastanza scontato.
Devo dire che la seconda parte scorre di piú - ammetto, l'ho giá finito! - anche se si fa piú... "lacrimevole"?
P.S. Per caritá niente ricordi di scuola! A un corso un paio d'anni fa sull'adolescenza, una psicologa ci chiese di mandarci una lettera a noi stessi 14enni. Io mi scrissi "coraggio, ne vieni fuori"!
Ma una notte la loro auto esce di strada... e Sam si trova a rivivere daccapo il suo ultimo giorno, scoprendo che le proprie azioni hanno più ripercussioni di quanto pensasse.
Dunque dunque... dura all'inizio, perché mi pareva di essere tornata alle medie, e ho odiato Sam con tutto il cuore. Poi il libro mi ha preso e mi sono imposta di fermarmi, se no lo finivo in un colpo! Mi piace come le cose si svelino gradualmente, come scopriamo che Lindsay stessa pare sia stata la causa dei disagi di Sam da ragazzina, o come si capisca dalle foto degli annuari che qualcosa è successo tra Lindsay e Juliet.
A voi che ne pare? Le reazioni di Sam sono realistiche? Il modo in cui decide di cambiare atteggiamento, sperando di sfuggire a questo girotondo temporale?
Le quattro amiche sono da strozzare, continuamente. Eppure a volte sorge il sospetto che la loro aggressività sia solo un modo per riversare fuori una paura interiore, Lindsay in primis (in ogni caso spero che apra gli occhi sul male che fa al prossimo, porca miseria!).
Trovate che finora il racconto offra uno spaccato verosimile delle interazioni tra adolescenti?
A voi la palla! (intanto corro a finirlo...)