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A Memory of Light
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Quattordici volumi più l'introduzione "Una nuova primavera", qualcuno ha mai contato quante pagine sono in totale?

Non ho mai avuto il coraggio di iniziare, anche se il primo volume mi è capitato in mano tante volte... sono sempre stato lì per lì.


Buona lettura
Ps. Noto che l'illustrazione della cover originale è orribile come le altre :P

Le copertine degli e-book sono molto più carine :)
Anche se le mie preferite rimangono quelle della Orbit. Sarà anche noiosa come scelta, ma il simbolo della ruota con i diversi colori è più elegante ;)
PS: Il libro è arrivato intero e integro due giorni fa, appena finisco Leiber mi butto sull Ruota :D
“La Ruota del Tempo Gira e le Epoche si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda; la leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato, quando ritorna l'Epoca che lo vide nascere. In un'Epoca chiamata da alcuni Epoca Terza, 'un'Epoca ancora a venire, un'Epoca da gran tempo trascorsa', il vento si alzò nelle Montagne di Nebbia. Il vento non era l'inizio. Non c'è inizio né fine, al girare della Ruota del Tempo. Ma fu comunque un inizio.”
Quante volte aprendo un libro abbiamo letto queste parole? Con A Memory of Light sono quattordici, visto che in Nuova Primavera, prequel alla monumentale saga della Ruota del Tempo, Robert Jordan quelle parole non le ha usate. Ma questa volta è l'ultima, e la Ruota conclude finalmente il suo giro.
Era la metà degli anni '80 quando a un giovane e poco noto scrittore, James Oliver Rigney Jr., veniva l'idea per una storia basata su uno spunto molto semplice: cosa sarebbe successo se qualcuno fosse andato da un personaggio a dirgli che lui era destinato a essere il salvatore del Mondo? Da quel primo germe molte cose sono nate, personaggi, luoghi, costumi e situazioni incredibili, fino a creare un mondo incredibilmente ricco e complesso, vivo in ogni più minimo dettaglio.
Rigney, che aveva già pubblicato romanzi sotto diversi pseudonimi, compreso quello di Robert Jordan per alcune storie dedicate a Conan, indimenticato personaggio di Robert E. Howard, vendeva all'editore una trilogia con la consapevolezza che per concludere la sua storia avrebbe avuto bisogno di almeno sei volumi. La storia però non ha fatto che crescere di dimensioni e di popolarità da quel 1990 in cui nelle librerie americane giungeva The Eye of the World. Undici corposi romanzi più un lungo prequel pubblicati fino al 2005, poi la scoperta della malattia che lo avrebbe portato alla morte il 16 settembre del 2007.
Ma la saga non era ancora finita e, pur debilitato dalla malattia, Jordan sentiva di avere un debito con i suoi lettori. Per loro, per donargli quella conclusione che aspettavano da tanti anni, iniziava a scrivere in ogni momento disponibile dei suoi due ultimi anni di vita, lasciando numerose pagine ultimate e ancor più appunti, indicazioni di trama, tracce di lavoro in modo che se lui non ce l'avesse fatta qualcun altro avrebbe potuto mettere la parola fine al suo posto.
Trovate il resto qui.