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Società alternative
Sottomissione, di Michel Houellebecq
La versione di Byron
Parigi valeva una messa in passato, e vale un ramadan nel presente. Non suona poi così distopica la visione di una società occidentale ritenuta progressista che si converte in massa all’Islam. Dopotutto la Francia è ancora patriarcale e avere un governo che rimette le donne “al loro posto” rende tutto più semplice. Manca totalmente il punto di vista femminile, ma ancora più grave manca il punto di vista canino. Houellebecq non fa alcun cenno al destino di noi animali. L’islam reputa me e i miei colleghi impuri: che ne sarà stato dei cani di Francia? Nel complesso è un buon romanzo, ma l’assenza di riferimenti cinofili è una mancanza che si fa sentire per tutto il romanzo. Per questo non posso dargli più di tre scodinzolate.
La versione di Byron
Parigi valeva una messa in passato, e vale un ramadan nel presente. Non suona poi così distopica la visione di una società occidentale ritenuta progressista che si converte in massa all’Islam. Dopotutto la Francia è ancora patriarcale e avere un governo che rimette le donne “al loro posto” rende tutto più semplice. Manca totalmente il punto di vista femminile, ma ancora più grave manca il punto di vista canino. Houellebecq non fa alcun cenno al destino di noi animali. L’islam reputa me e i miei colleghi impuri: che ne sarà stato dei cani di Francia? Nel complesso è un buon romanzo, ma l’assenza di riferimenti cinofili è una mancanza che si fa sentire per tutto il romanzo. Per questo non posso dargli più di tre scodinzolate.


La versione di Byron
Parigi valeva una messa in passato, e vale un ramadan nel presente. Non suona poi così distopica la visione di una società occidentale ri..."
Punto di vista interessante :)
La mancanza della pluralità di tutti i diversi soggetti coinvolti (donne e omosessuali in primo luogo) è, secondo me, uno dei punti deboli del libro.
Ho iniziato a leggere La fila: 50 pagine sono state sufficienti per angosciarmi.
Patryx wrote: Ho iniziato a leggere La fila: 50 pagine sono state sufficienti per angosciarmi."
Io ho iniziato 02.02.2020. La notte che uscimmo dall'euro ed è bastato molto meno*.
Ora sto iniziando Don Quixote e mi prenderà un po', quindi penso che passerò a La fila più avanti, forse a fine novembre.
* non me ne vogliano i membri gialloverdi del gruppo, ma l'uomo è un animale politico...
Io ho iniziato 02.02.2020. La notte che uscimmo dall'euro ed è bastato molto meno*.
Ora sto iniziando Don Quixote e mi prenderà un po', quindi penso che passerò a La fila più avanti, forse a fine novembre.
* non me ne vogliano i membri gialloverdi del gruppo, ma l'uomo è un animale politico...
Patryx wrote: "Roberta wrote: "Sottomissione, di Michel Houellebecq
La versione di Byron
Parigi valeva una messa in passato, e vale un ramadan nel presente. Non suona poi così distopica la visione di una societ..."
Sì, battute a parte Sottomissione è un racconto di maschi bianchi (o al massimo olivastri, colorati dal petrol-sole di Dubai). La fanciulla iniziale di cui mi sugge il nome, l'ebrea che scappa coi genitori a tempo debito, è l'unica con un certo spessore, un bassorilievo in una serie di corpi piatti per gratificare il pene protagonista. Eppure di donne in posizione di potere ce ne sono, possibili che accettino così passivamente l'estromissione dalla vita pubblica? Mi sarei aspettata qualche marcia, qualche protesta, invece sembra che le brave francesi si siano date appuntamento una notte per buttare le minigonne in favore di una moda modesta fatta di pantaloni e tuniche, poi più nulla.
La versione di Byron
Parigi valeva una messa in passato, e vale un ramadan nel presente. Non suona poi così distopica la visione di una societ..."
Sì, battute a parte Sottomissione è un racconto di maschi bianchi (o al massimo olivastri, colorati dal petrol-sole di Dubai). La fanciulla iniziale di cui mi sugge il nome, l'ebrea che scappa coi genitori a tempo debito, è l'unica con un certo spessore, un bassorilievo in una serie di corpi piatti per gratificare il pene protagonista. Eppure di donne in posizione di potere ce ne sono, possibili che accettino così passivamente l'estromissione dalla vita pubblica? Mi sarei aspettata qualche marcia, qualche protesta, invece sembra che le brave francesi si siano date appuntamento una notte per buttare le minigonne in favore di una moda modesta fatta di pantaloni e tuniche, poi più nulla.
Nazzarena wrote: "Patryx wrote: Ho iniziato a leggere La fila: 50 pagine sono state sufficienti per angosciarmi."
Io ho iniziato 02.02.2020. La notte che uscimmo dall'euro ed è bastato molto meno*.
..."
Ti seguo in apnea.
Io ho iniziato 02.02.2020. La notte che uscimmo dall'euro ed è bastato molto meno*.
..."
Ti seguo in apnea.
Ho iniziato La fila il primo novembre e l'ho finito sul tram stamattina.
Considerazioni varie:
per essere il primo distopico arabo che incontro, l'unica cosa di tradizionalmente arabeggiante è il tè alla menta. Per il resto potrebbe essere ambientato in una qualsiasi città del mondo, non ultima una capitale europea;
di conseguenza, il possibile paragone con Sottomissione è, a mio parere, inesistente. In Francia si preoccupano dell'abbigliamento e della religione di stato, qui si preoccupano di insabbiare gli sciagurati eventi (riferimento alla primavera araba) con spiegazioni ufficiali sempre più assurde.
Credevo che la distopia fosse dovuta alla fila creatasi davanti a questa porta, simbolo di un'autorità sempre chiusa. Invece è un simbolo poco simbolo, senza emotività o aloni mistici che le si creano attorno. Emoziona molto di più lo sportello, preludio alla porta, dove impiegati della pubblica amministrazione erogano certificati a proprio gusto, a seconda dell'umore del giorno e dell'ammontare della tangente che l'utente può offrire.
Insomma, non succede niente, e la genialità sta nel non far succedere niente pur tenendomi interessata al racconto. Esiste una trama, per carità, e riguarda una persona ferita in questi sciagurati eventi. Una versione americana dello stesso racconto avrebbe visto il ferito, o un suo amico, abbattere a mani nude lo status quo, coordinare una rivoluzione globale, detronizzare il tiranno di turno e riportare la democrazia.
Il problema è che qui non c'è tiranno, solo una porta. E una fila. E un esercito che monta e smonta barricate per, a suo dire, garantire la sicurezza delle persone in coda.
Alla fine sembra che queste persone non si ricordino nemmeno perchè si sono messe in fila. Sì, serve loro quel tal certificato, quella tale petizione, ma la fila è ormai diventata una società a parte, con gente che litiga e si fidanza e fa proselitismo religioso e organizza boicottaggi.
Considerazioni varie:
per essere il primo distopico arabo che incontro, l'unica cosa di tradizionalmente arabeggiante è il tè alla menta. Per il resto potrebbe essere ambientato in una qualsiasi città del mondo, non ultima una capitale europea;
di conseguenza, il possibile paragone con Sottomissione è, a mio parere, inesistente. In Francia si preoccupano dell'abbigliamento e della religione di stato, qui si preoccupano di insabbiare gli sciagurati eventi (riferimento alla primavera araba) con spiegazioni ufficiali sempre più assurde.
Credevo che la distopia fosse dovuta alla fila creatasi davanti a questa porta, simbolo di un'autorità sempre chiusa. Invece è un simbolo poco simbolo, senza emotività o aloni mistici che le si creano attorno. Emoziona molto di più lo sportello, preludio alla porta, dove impiegati della pubblica amministrazione erogano certificati a proprio gusto, a seconda dell'umore del giorno e dell'ammontare della tangente che l'utente può offrire.
Insomma, non succede niente, e la genialità sta nel non far succedere niente pur tenendomi interessata al racconto. Esiste una trama, per carità, e riguarda una persona ferita in questi sciagurati eventi. Una versione americana dello stesso racconto avrebbe visto il ferito, o un suo amico, abbattere a mani nude lo status quo, coordinare una rivoluzione globale, detronizzare il tiranno di turno e riportare la democrazia.
Il problema è che qui non c'è tiranno, solo una porta. E una fila. E un esercito che monta e smonta barricate per, a suo dire, garantire la sicurezza delle persone in coda.
Alla fine sembra che queste persone non si ricordino nemmeno perchè si sono messe in fila. Sì, serve loro quel tal certificato, quella tale petizione, ma la fila è ormai diventata una società a parte, con gente che litiga e si fidanza e fa proselitismo religioso e organizza boicottaggi.

La "porta" secondo me è da intendere nel senso di "governo": la "sublime porta" era il termine con cui si identificava il governo dell'Impero Ottomano e le tribù nomadi della steppa (antenate degli ottomani) regolavano gli affari di governo davanti l'entrata della tenda del capo (tutto questo lo so grazie a Il divano di Istanbul che, per caso, avevo letto poco prima de La fila).
La fila è il luogo (view spoiler)
Attenzione milanesi e gente nelle vicinanze.
Venerdì 16 novembre alle 17.30, presso Spazio Scopricoop di via Arona 15 (una traversa di corso Sempione), si terrà l'incontro
La narrativa distopica
Con Piero Borzini, Giacomo Guidetti e Francesco Orlando
Intervista all'autore Borzini sui classici della narrativa distopica.
https://bookcitymilano.it/eventi/2018...
Io ho già chiesto un permesso domani per un altro evento di Bookcity, non posso uscire presto anche venerdì e ho visto dopo questo evento. Qualcuno può andare, prendere appunti e poi dirci qualcosa?
Venerdì 16 novembre alle 17.30, presso Spazio Scopricoop di via Arona 15 (una traversa di corso Sempione), si terrà l'incontro
La narrativa distopica
Con Piero Borzini, Giacomo Guidetti e Francesco Orlando
Intervista all'autore Borzini sui classici della narrativa distopica.
https://bookcitymilano.it/eventi/2018...
Io ho già chiesto un permesso domani per un altro evento di Bookcity, non posso uscire presto anche venerdì e ho visto dopo questo evento. Qualcuno può andare, prendere appunti e poi dirci qualcosa?
Raffaele wrote: "Iniziato oggi La fila! Sempre un po' in affanno ma ci sono. Idee per il prossimo titolo?"
Io sono ancora più indietro, non l'ho manco caricato sul kindle. Dubito che ce la farò per dicembre.
Io sono ancora più indietro, non l'ho manco caricato sul kindle. Dubito che ce la farò per dicembre.

Se non ricordo male, avevamo deciso Vox

Buongiorno,
mi chiedevo se qualcuno volesse prendere in mano questo gruppo, almeno temporaneamente, perchè come al solito ho messo troppa carne al fuoco e faccio fatica a seguire tutto.
In ogni caso no, non abbiamo ancora deciso ufficialmente il prossimo titolo.
Ho preso i partecipanti alle ultime 2 pagine di commenti e ho fatto estrarre a random.org: Pao indicherà il prossimo libro.
mi chiedevo se qualcuno volesse prendere in mano questo gruppo, almeno temporaneamente, perchè come al solito ho messo troppa carne al fuoco e faccio fatica a seguire tutto.
In ogni caso no, non abbiamo ancora deciso ufficialmente il prossimo titolo.
Ho preso i partecipanti alle ultime 2 pagine di commenti e ho fatto estrarre a random.org: Pao indicherà il prossimo libro.

mi chiedevo se qualcuno volesse prendere in mano questo gruppo, almeno temporaneamente, perchè come al solito ho messo troppa carne al fuoco e faccio fatica a seguire tutto.
In ogni cas..."
Grazie per l'onore ma cedo volentieri la scelta ad un altro utente più interessato al gruppo: io mi sono solo limitata ad unirmi per una lettura, mi sento più turista di passaggio e che componente attivo della società
Bene. Allora chi altri, tra chi non ha ancora proposto, vuole lanciare un titolo per gennaio-febbraio?

Spero che non tutti i membri della società lo abbiano già letto :-)

Spero che non tutti i membri della società lo abbiano già letto :-)"
Mi associo alla proposta di Diabolika.
Bene, vedo che piace. Per me sarà una rilettura ma la faccio volentieri perchè la prima volta l'ho divorato e vorrei in effetti soffermarmi meglio su alcuni punti.
Perfetto allora, cominciamo a gennaio
Perfetto allora, cominciamo a gennaio

Ci "sentiamo" a gennaio.

Bellissimo, ottima scelta!
P.S. Devo ancora iniziare "La fila" :O

Magari tra noi che lo leggiamo per la prima volta ci sarà qualcun altro :P
alesssia wrote: "P.S. Devo ancora iniziare "La fila" :O"
Anch'io. Torno a commentare Noi insieme a voi, però.
Anch'io. Torno a commentare Noi insieme a voi, però.

Magari tra noi che lo leggiamo per la prima volta ci sarà qualcun altro :P"
Speriamo, così non mi sentirò così solo eheh.

Devo dire c'è una pesante cappa di angoscia sopra la narrazione. Questa fila è proprio agghiacciante.
Anch'io come Patryx ho rilevato i riferimenti al mondo arabo ma allo stesso modo concordo con Roberta sul fatto che questi eventi potrebbero benissimo essere ambientati in qualsiasi altro luogo.
Sono proprio curiosa di leggere come andrà a finire.

Devo dire c'è una pesante cappa di angoscia sopra la narrazione. Questa fila è proprio agghiacciante.
Anch'io come ..."
Probabilmente è come dici tu, del resto, secondo me, uno degli aspetti interessanti del genere distopico (almeno di una parte) è che in maniera trasversale riguarda le organizzazioni sociali indipendentemente dal loro retroterra culturale.
Io sto leggendo I Reietti dell'altro pianeta e ricordo che non era stato inserito nella lista (lo aveva proposto qualcuno) perché considerato fantascientifico; secondo me, invece, la fantascienza offre solo una cornice abbastanza accidentale (potrebbe benissimo svolgersi sulla terra invece che su due pianeti diversi, e del resto questo è l'unico elemento fantascientifico rilevante) mentre l'elemento distopico è predominante.
Io lo sto trovando molto interessante.

Devo dire c'è una pesante cappa di angoscia sopra la narrazione. Questa fila è proprio agghiacciante..."
Grazie Patryx, hai appena contribuito alla crescita della mia wish-list! Con un libro che fa parte di una serie, poi!!!
Ursula K. Le Guin è un'autrice che mi incuriosisce molto e che voglio approfondire (Sto leggendo insieme a mio figlio La saga di Terramare).


Devo dire c'è una pesante cappa di angoscia sopra la narrazione. Questa fila è propri..."
E' vero che fa parte di una saga ma i libri possono essere letti indipendentemente: infatti io ho iniziato dal 6!
Verso la fine ho avuto la sensazione che l'autrice si richiamasse a vicende già affrontate (il destino della Terra, altre civiltà molto più antiche di noi terrestri) ma le informazioni necessarie per capire la vicenda raccontata in I Reietti dell'altro pianeta sono date in maniera completa e chiara, quindi credo proprio che puoi iniziare da dove vuoi.

Devo dire c'è una pesante cappa di angoscia sopra la narrazione. Quest..."
Il mio "problema" per la serie sta nel fatto che se poi mi piace, voglio leggere tutti i libri!
Grazie @Luca,
Comunque ho finito La Fila: mi ha colpito ed intrigato inizialmente la descrizione di questa Porta e di questa Fila, protagonisti indiscussi del romanzo ma alla fine ho trovato una storia inconcludente che non mi ha pienamente soddisfatta.
Resta la capacità dell'autrice di tenere alto fino alla fine il livello di suspence e anche di angoscia: sembra sempre che stia per succedere qualcosa di terribile che però non succede nelle 184 pagine del romanzo.
Il finale poi mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca.
Voi avete capito cosa succede al dottor Tareq?

Devo dire c'è una pesante cappa di angoscia sopra la na..."
(view spoiler)

E anche questo: La giornata di un opričnik
Magari possono interessare.
Diabolika wrote: "Facendo delle ricerche sono incappata in questo: Mosca 2042.
E anche questo: La giornata di un opričnik
Magari può interessare."
Direi di sì.
E anche questo: La giornata di un opričnik
Magari può interessare."
Direi di sì.

E anche questo: La giornata di un opričnik
Magari può interessare."
Ce l'ho!
Mosca 20424 è già in elenco, aggiungo La giornata di un opričnik.
Io invece in libreria ho trovato questo I Mandible. Una famiglia, 2029-2047.
Consiglio intanto di andare sul nostro canale Telegram.
Io invece in libreria ho trovato questo I Mandible. Una famiglia, 2029-2047.
Consiglio intanto di andare sul nostro canale Telegram.

Io invece in libreria ho trovato questo I Mandible. Una famiglia, 2029-2047."
Sembra molto interessante, Roberta!

Volevo iniziarlo oggi, ma Il Maestro e Margherita mi ha preso tantissimo (e meno male che è una rilettura)!

La tecnica narrativa scelta dall'autore si è rivelata perfetta: il protagonista, nonché primo costruttore della nave Integrale, scrive un diario da "lanciare" nello spazio insieme alla nave, con l'intento di celebrare la grandezza dello Stato Unico verso tutte le razze che la nave incontrerà nel suo viaggio interstellare. Questo non è spoiler perché viene spiegato subito all'inizio. (view spoiler)
Prosa efficace quindi, soprattutto per cogliere il disagio emotivo del protagonista nel corso degli eventi. Ciononostante un'aspetto mi ha dato un po' fastidio: in questa esposizione, molto spesso le frasi sono troncate da puntini di sospensione o da trattini che non sempre mi hanno permesso di capire completamente il senso della frase.
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Aggiungo subito.