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Società alternative

Patryx wrote: "Non è pertinente con l'argomento delle nostre letture ma ho scoperto che Vladimir Sorokin ha scritto un libro dal titolo La coda: secondo me alcune affinità con [book..."
Guarda l'ho preso nel weekend perchè lo puntavo da molto, essendo appassionata di letteratura russa. Non l'ho proposto perché dovrebbe parlare delle vere code, quelle che si facevano in Unione Sovietica. Però sì, potrebbe essere un buon paragone: la fila distopica e la coda reale, anche se fatta in un paese inusuale come l'URSS.
Guarda l'ho preso nel weekend perchè lo puntavo da molto, essendo appassionata di letteratura russa. Non l'ho proposto perché dovrebbe parlare delle vere code, quelle che si facevano in Unione Sovietica. Però sì, potrebbe essere un buon paragone: la fila distopica e la coda reale, anche se fatta in un paese inusuale come l'URSS.

Parto subito con Noi

Lo penso anche io e infatti vorrei leggerlo.

La religione, secondo me, è uno degli elementi che aggancia la vicenda raccontata al mondo arabo insieme alla posizione subalterna delle donne.
Ho iniziato "Noi": mi aspettavo un libro poco interessante, invece lo sto trovando molto coinvolgente!
Pare che ci siamo persi una ucronia recente che, nel prossimo futuro, dovrebbe diventare l'ennesima serie tv: Il sindacato dei poliziotti yiddish.
Vi copio La scheda e vado ad aggiungerlo all'elenco
Cosa sarebbe successo se, come aveva proposto Roosevelt, l'Alaska, e non Israele, fosse diventata dopo il 1945 la patria degli ebrei? Nell"'Alyeska" di Michael Chabon si parla yiddish e l'agente Meyer Landsman si imbatte nel cadavere di un campione di scacchi eroinomane. Mentre nelle strade di Sitka, la capitale, si sfidano gangster ortodossi e rabbini in attesa di un Messia che riporti il popolo eletto a Gerusalemme, Landsman deve risolvere il caso con l'aiuto di un cugino metà ebreo e metà eschimese e del suo capo, nonché ex moglie.
Vi copio La scheda e vado ad aggiungerlo all'elenco
Cosa sarebbe successo se, come aveva proposto Roosevelt, l'Alaska, e non Israele, fosse diventata dopo il 1945 la patria degli ebrei? Nell"'Alyeska" di Michael Chabon si parla yiddish e l'agente Meyer Landsman si imbatte nel cadavere di un campione di scacchi eroinomane. Mentre nelle strade di Sitka, la capitale, si sfidano gangster ortodossi e rabbini in attesa di un Messia che riporti il popolo eletto a Gerusalemme, Landsman deve risolvere il caso con l'aiuto di un cugino metà ebreo e metà eschimese e del suo capo, nonché ex moglie.

Vi copio La scheda e vado ad aggiu..."
Io l'ho nella mia wishlist da molto tempo, forse è arrivato il momento di leggerlo, soprattutto perché ho appena finito di leggere Alaska.
Ho terminato "Noi": mi è piaciuto anche se ero abbastanza scettica dato che i precedenti libri distopici scritti all'inizio del '900 non mi avevano entusiasmato.
Leggendolo ho avuto spesso l'impressione del "già noto" ma è comprensibile dato che questo romanzo ha influenzato gran parte della letteratura successiva (nell'ambito del genere distopico); mai però ho avuto la sensazione che quello che stavo leggendo fosse vecchio o sorpassato, anche negli aspetti più tecnologici (con qualche eccezione).
Ho apprezzato molto il linguaggio con tutta la terminologia matematica che il protagonista usa anche per descrivere tutto ciò che lo circonda (incluse le persone). Interessante la postfazione del traduttore.

Vorrei segnalare una raccolta ucronica di recentissima pubblicazione e lettura, che mi ha veramente colpito: La vittoria impossibile. Sono una serie di 14 racconti del tipo "what if...", tutti di ambientazione sporitva e di autori italiani. Il livello è decisamente buono, con diverse punte di eccellenza.

Sono circa al 35% (Appunto 15) e devo dire che mi sta piacendo molto. Fin dall'inizio mi sono sentita oppressa dalla vita sotto il grande Benefattore, ma, soprattutto, dall'idea di vivere (view spoiler) .
Mi intriga (in senso negativo, ovviamente) molto anche questa idea dell'uso della matematica: (view spoiler) . Gli ammiratori delle scienze esatte dovrebbero rifletterci sopra... 😄
Sono arrivata al punto nel quale (view spoiler) .
Anche a me ha colpito tantissimo questa cosa (view spoiler)
La matematica rigorosa a me è piaciuta molto :)
Ammetto di non ricordarmi bene la fine, magari stasera lo sfoglio.
Intanto, visto che sono sempre puntuale, ho iniziato La fila. Per ora sembra interessante, ma avrebbe avuto bisogno di una cazzuolata di editing prima dell'imprimatur (e qui mi chiedo se è colpa dell'autrice o della traduttrice).
La matematica rigorosa a me è piaciuta molto :)
Ammetto di non ricordarmi bene la fine, magari stasera lo sfoglio.
Intanto, visto che sono sempre puntuale, ho iniziato La fila. Per ora sembra interessante, ma avrebbe avuto bisogno di una cazzuolata di editing prima dell'imprimatur (e qui mi chiedo se è colpa dell'autrice o della traduttrice).
Eccomi, puntuale come Godot.
Ho finito La fila.
Anch'io sono molto perplessa sul finale, tant'è che probabilmente non l'ho capito (pur essendo sostenitrice accanita dei finali aperti... sempre che si capiscano). (view spoiler)
Sul libro: trovo che l'idea fosse fantastica, molto attuale e potenzialmente disturbante in sommo grado, ma resa davvero, davvero male. Nel senso di scritta proprio coi piedi. E posso capire che il mio gusto tutto occidentale mi renda prevenuta, ma non ci credo che gli autori di cultura diversa non sanno usare il narratore onnisciente o non conoscano la regola dello "show, don't tell" o che pensino che usare dei cliché tipo il fiume in piena sia sinonimo di buona scrittura.
Sul lato distopico: non so se davvero questa burocrazia pervasiva, questa propaganda ridicolmente menzognera, questa rassegnazione del cittadino-suddito sia prerogativa dei paesi musulmani. Forse, più generalmente, dei paesi caldi. Ma anche no, perché Goebbels non è morto poi così tanto tempo fa.
Ho finito La fila.
Anch'io sono molto perplessa sul finale, tant'è che probabilmente non l'ho capito (pur essendo sostenitrice accanita dei finali aperti... sempre che si capiscano). (view spoiler)
Sul libro: trovo che l'idea fosse fantastica, molto attuale e potenzialmente disturbante in sommo grado, ma resa davvero, davvero male. Nel senso di scritta proprio coi piedi. E posso capire che il mio gusto tutto occidentale mi renda prevenuta, ma non ci credo che gli autori di cultura diversa non sanno usare il narratore onnisciente o non conoscano la regola dello "show, don't tell" o che pensino che usare dei cliché tipo il fiume in piena sia sinonimo di buona scrittura.
Sul lato distopico: non so se davvero questa burocrazia pervasiva, questa propaganda ridicolmente menzognera, questa rassegnazione del cittadino-suddito sia prerogativa dei paesi musulmani. Forse, più generalmente, dei paesi caldi. Ma anche no, perché Goebbels non è morto poi così tanto tempo fa.

Che ne pensate? Qualcuno lo conosce? Lo aggiungiamo?
Guardo dopo dal pc. Intanto io vi sto recuperando Mosca 2042 e vi assicuro che è bellissimo. Una satira continua, feroce, molto russa.
Tempo di scegliere la prossima lettura, e tempo di guardare Telegram.
Io intanto ho finito Mosca 2042 e sono in pieno hangover letterario. Strillo al capolavoro.
Io intanto ho finito Mosca 2042 e sono in pieno hangover letterario. Strillo al capolavoro.

Io intanto ho finito Mosca 2042 e sono in pieno hangover letterario. Strillo al capolavoro."
Mi stai proprio tentando... 😱

Io intanto ho finito Mosca 2042 e sono in pieno hangover letterario. Strillo al capolavoro."
Wow!

Io intanto ho finito Mosca 2042 e sono in pieno hangover letterario. Strillo al capolavoro."
..."
Anche io sono tentata... Lo eleggiamo prossima lettura?
Diciamo che se avete un minimo di conoscenza dei grandi autori russi e della storia europea, una volta che TizioCaio arriva a Mosca parte una presa in giro del comunismo che, francamente, mi chiedo come mai l'autore sia morto serenamente nel suo letto l'anno scorso e non abbia subito incidenti, a parte l'esilio.
Aggiungo però che la seconda parte della prima sezione, quella che finisce a pagina 91, l'ho trovata noiosetta. Ero pronta a partire per la Mosca del futuro e non capivo la necessità di tale digressione, che prende senso solo dopo.
Aggiungo però che la seconda parte della prima sezione, quella che finisce a pagina 91, l'ho trovata noiosetta. Ero pronta a partire per la Mosca del futuro e non capivo la necessità di tale digressione, che prende senso solo dopo.
Raffaele wrote: "Comprato Mosca 2042! Grazie Roberta per la curiosità suscitata. 🙂"
oddio ora mi sento responsabile
oddio ora mi sento responsabile

Per me va bene!"
Anche per me.
Raffaele wrote: "Ovviamente anche per me va bene (ed è tutta colpa di Roberta 😁)"
Il senso di responsabilità mi mette ansia. Devo dire però, dato che è un po' che stiamo leggendo, che non c'è stato nulla che non mi sia piaciuto per niente. Anche quel delirio pseudoreligioso della prima lettura ha un merito, almeno quello di essere un delirio pseudoreligioso mascherato da romanzo. Mi piace davvero molto vedere come i vari autori hanno criticato ciò che ritenevano meritevole di critiche.
Il senso di responsabilità mi mette ansia. Devo dire però, dato che è un po' che stiamo leggendo, che non c'è stato nulla che non mi sia piaciuto per niente. Anche quel delirio pseudoreligioso della prima lettura ha un merito, almeno quello di essere un delirio pseudoreligioso mascherato da romanzo. Mi piace davvero molto vedere come i vari autori hanno criticato ciò che ritenevano meritevole di critiche.
Roberta wrote: "non c'è stato nulla che non mi sia piaciuto per niente"
A me non è piaciuto La fila, nel senso che mi ha deluso enormemente, e Gli anni del riso e del sale, che proprio non sono riuscita a leggere e ancora non ho capito se non era il periodo giusto o non era il libro giusto.
A me non è piaciuto La fila, nel senso che mi ha deluso enormemente, e Gli anni del riso e del sale, che proprio non sono riuscita a leggere e ancora non ho capito se non era il periodo giusto o non era il libro giusto.

Patryx wrote: "Io come Roberta ho provato interesse per tutti i libri letti: alcuni non mi sono piaciuti ma sono comunque contenta di averli letti perché trovo interessante il genere e mi piace vedere sia come si..."
Sì, l'idea è questa. Il fatto che un libro mi sia piaciuto o meno sta cominciando a lasciare il posto a una competenza più grande, che riguarda appunto il modo in cui la letteratura affronta una realtà che non le piace. Finora abbiamo anche letto solo critiche al regime in essere. Probabilmente Mosca 2042 mi ha colpito di più perché ha scelto un tono canzonatorio per sottolineare incongruenza che altri hanno presentato come una cappa oppressiva. Fatto sta che ultimamente troppo spesso, parlando di distopie, viene da pensare all'eroe americano/a che, quasi singolarmente, rovescia una qualche forma di dittatura e riporta la libertà. La libertà poi diventa il "e vissero felici e contenti" delle fiabe, quello che non è mai narrato. Nei libri letti finora invece non c'è la necessità del lieto fine a tutti i costi, il percorso sembra più importante del finale. Mi porto già avanti dicendo che in Mosca 2042 leggerete uno degli explicit più pusillanimi che io abbia mai incontrato, ma che ho trovato perfetto per chiudere la storia.
Non voglio parlare di anti-eroe, semmai di non-eroi che spesso partono da necessità personali. Nessuno vuole esplicitamente rovesciare lo status quo, per lo meno non alla Bruce Willis quando rimane solo a farsi saltare in aria sull'asteroide per salvare la Terra. Mi sembra anche che quasi nessuno pensi all'intero pianeta, semmai giusto alla propria patria.
Ora devo tornare al lavoro, semmai continuo dopo.
Sì, l'idea è questa. Il fatto che un libro mi sia piaciuto o meno sta cominciando a lasciare il posto a una competenza più grande, che riguarda appunto il modo in cui la letteratura affronta una realtà che non le piace. Finora abbiamo anche letto solo critiche al regime in essere. Probabilmente Mosca 2042 mi ha colpito di più perché ha scelto un tono canzonatorio per sottolineare incongruenza che altri hanno presentato come una cappa oppressiva. Fatto sta che ultimamente troppo spesso, parlando di distopie, viene da pensare all'eroe americano/a che, quasi singolarmente, rovescia una qualche forma di dittatura e riporta la libertà. La libertà poi diventa il "e vissero felici e contenti" delle fiabe, quello che non è mai narrato. Nei libri letti finora invece non c'è la necessità del lieto fine a tutti i costi, il percorso sembra più importante del finale. Mi porto già avanti dicendo che in Mosca 2042 leggerete uno degli explicit più pusillanimi che io abbia mai incontrato, ma che ho trovato perfetto per chiudere la storia.
Non voglio parlare di anti-eroe, semmai di non-eroi che spesso partono da necessità personali. Nessuno vuole esplicitamente rovesciare lo status quo, per lo meno non alla Bruce Willis quando rimane solo a farsi saltare in aria sull'asteroide per salvare la Terra. Mi sembra anche che quasi nessuno pensi all'intero pianeta, semmai giusto alla propria patria.
Ora devo tornare al lavoro, semmai continuo dopo.

Devo ammettere che ho abbandonato L'inattesa piega degli eventi di Brizzi ma è che io e il calcio siamo proprio su pianeti lontani!

Spero che il gruppo di lettura prosegua ancora a lungo!
Raffaele wrote: "Spero che il gruppo di lettura prosegua ancora a lungo!"
Anch'io! Abbiamo iniziato a ragionare di società alternative ormai un anno e mezzo fa, e speriamo di continuare. Tanto, materiale ce n'è.
Anch'io! Abbiamo iniziato a ragionare di società alternative ormai un anno e mezzo fa, e speriamo di continuare. Tanto, materiale ce n'è.
Siamo certamente un sotto gruppo tranquillo, ma funzioniamo. Non vedo una chiusura nel prossimo futuro, anzi. Continuano ad aggiungersi titoli.

Comunque concordo che ogni libro e' stato interessante e non vedo l'ora di iniziare il prossimo, che mi pare prometta bene!

Lo segnalo qui perché mi sembra che posso entrare, a pieno titolo, nelle distopie... o nelle utopie? 😉
Non è già in elenco? Ormai mi confondo.
Qualcuno ha già iniziato Mosca 2042? L’ho passato anche a una compagna di classe e dice che le sta piacendo, attendo con ansia i vostri commenti
Qualcuno ha già iniziato Mosca 2042? L’ho passato anche a una compagna di classe e dice che le sta piacendo, attendo con ansia i vostri commenti

Qualcuno ha già iniziato Mosca 2042? L’ho passato anche a una compagna di classe e dice che le sta piacendo, attendo con ansia i vostri commenti"
Ho dato una rapida occhiata all'elenco nel post numero 1 e mi sembra di non averlo visto, ma ultimamente sono così stordita che potrei essermi sbagliata...
Mosca 2042 lo sto aspettando, in cartaceo, dalla biblioteca. Spero non mi facciano aspettare troppo.

Qualcuno ha già iniziato Mosca 2042? L’ho passato anche a una compagna di classe e dice che le sta piacendo, attendo con ansia i vostri commenti"
Io penso di iniziarlo a fine mese.
Ma secondo voi può essere critica alla società moderna, o è semplicemente una fantozziana cagata pazzesca?
Il destino del papa russo
Il destino del papa russo

Il destino del papa russo"
Dalla sola trama e da qualche notizia pescata in rete mi sembra più la prima ma non potrei giurarci. Vero è che il romanzo è breve e con le sue 185 pagine potremmo scoprirlo velocemente. Inoltre è stato pubblicato nel 2016 e se è passato così bene in sordina può darsi che si siano messi d'impegno per evitare che lasciasse traccia. Cioè non si è fatto rumore con questo libro per favorirne la discesa nel dimenticatoio e questa potrebbe essere una strategia per annullare gli effetti di un libro ben fatto. Forse.
Simona wrote: "Roberta wrote: "Ma secondo voi può essere critica alla società moderna, o è semplicemente una fantozziana cagata pazzesca?
Il destino del papa russo"
Dalla sola trama e da qualch..."
La vodafone mi ha regalato il Kindle Unlimited gratis per 3 mesi: lo prendo, lo sfoglio e al massimo lo restituisco al volo.
Il destino del papa russo"
Dalla sola trama e da qualch..."
La vodafone mi ha regalato il Kindle Unlimited gratis per 3 mesi: lo prendo, lo sfoglio e al massimo lo restituisco al volo.

Il destino del papa russo"
Dalla sola tr..."
Brava! Sacrificati per tutti noi!
Simona wrote: "Roberta wrote: "Simona wrote: "Roberta wrote: "Ma secondo voi può essere critica alla società moderna, o è semplicemente una fantozziana cagata pazzesca?
Il destino del papa russo..."
In realtà sono davvero delusa di questo Kindle Unlimited. Ancora ancora si può sfogliare la saggistica, ma nella narrativa sono pagine e pagine di romanzi rosa con maschi senza camicia in copertina. Ovviamente non si può differenziare tra autopubblicati ed editori normali. Francamente non pagherò mai 9,90 al mese, è come se Netflix mandasse in onda solo cinepanettoni. Poi gli autopubblicati si mettono i tag da soli e così, se cerco per esempio "grammatica russa", ci trovo invariabilmente la storia della sfigata della high school che fa innamorare il bello e dannato di turno. Anche no!
Il destino del papa russo..."
In realtà sono davvero delusa di questo Kindle Unlimited. Ancora ancora si può sfogliare la saggistica, ma nella narrativa sono pagine e pagine di romanzi rosa con maschi senza camicia in copertina. Ovviamente non si può differenziare tra autopubblicati ed editori normali. Francamente non pagherò mai 9,90 al mese, è come se Netflix mandasse in onda solo cinepanettoni. Poi gli autopubblicati si mettono i tag da soli e così, se cerco per esempio "grammatica russa", ci trovo invariabilmente la storia della sfigata della high school che fa innamorare il bello e dannato di turno. Anche no!

Qualcuno mi ha detto che ci sono tantissimi libri in lingua ma pochissimi titoli in italiano
Avevo già aggiunto I Mandible. Una famiglia, 2029-2047 all'elenco, ma senza informarmi più di tanto sul libro. Oggi trovo questo articolo su Esquire e pondero. Questa distopia, per esempio, ha un retrogusto di Brexit, ovvero di una nazione che sceglie (deve?) di isolarsi dal resto del mondo.
L'articolo parla di una distopia economica: gli USA perdono il primato di potenza finanziaria e, di conseguenza, di potenza in generale. Sono costretti a chiudersi a riccio.
Ripeto, non ho ancora letto il romanzo, ma credo di aver notato un particolare. In tutte le distopie la società analizzata è chiusa, senza rapporti con un esterno che potrebbe mettere in dubbio la loro organizzazione. Se però in libri come Noi il protagonista nasce in una società alternativa già costituita, i romanzi più recenti sentono il bisogno di sottolineare la differenza tra quello che c'era e quello che c'è. La nuova vita è dichiaratamente un peggioramento di quella vecchia. Penso ai Mandible, ma anche a Da noi non può succedere, che per il momento ho solo sfogliato. Mi piacerebbe capire se questo cambiamento di trama si abbina a qualche periodo storico particolare.
https://www.esquire.com/it/cultura/li...
L'articolo parla di una distopia economica: gli USA perdono il primato di potenza finanziaria e, di conseguenza, di potenza in generale. Sono costretti a chiudersi a riccio.
Ripeto, non ho ancora letto il romanzo, ma credo di aver notato un particolare. In tutte le distopie la società analizzata è chiusa, senza rapporti con un esterno che potrebbe mettere in dubbio la loro organizzazione. Se però in libri come Noi il protagonista nasce in una società alternativa già costituita, i romanzi più recenti sentono il bisogno di sottolineare la differenza tra quello che c'era e quello che c'è. La nuova vita è dichiaratamente un peggioramento di quella vecchia. Penso ai Mandible, ma anche a Da noi non può succedere, che per il momento ho solo sfogliato. Mi piacerebbe capire se questo cambiamento di trama si abbina a qualche periodo storico particolare.
Nel suo ultimo romanzo, I Mandible. Una famiglia 2029–2047 (66thand2nd, traduzione di Emilia Benghi), Lionel Shriver immagina un destino spaventoso per il suo paese: il crollo del dollaro e la fine dell’egemonia economica. L’introduzione della valuta internazionale bancor polverizza i risparmi degli americani, per ordine del Presidente Alvarado (il primo latinoamericano a capo del governo) il debito nazionale viene azzerato, le riserve d’oro dei cittadini confiscate e il paese tagliato fuori dai mercati. L’inflazione schizza alle stelle, le strade si riempiono di senzatetto vestiti di cashmere, la vita quotidiana si trasforma in una lotta alla sopravvivenza.
https://www.esquire.com/it/cultura/li...

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La cappa distopica e' chiara e presente, ma forse un po' troppo ribollita verso la fine, con spiegazioni sempre piu' assurde e forse non necessarie.
Rispondendo al commento di Roberta su una ipotetica "fila Americana": (view spoiler)[ sono contenta che nessuno abbia cercato di "abbattere a mani nude lo status quo, coordinare una rivoluzione globale, detronizzare il tiranno di turno e riportare la democrazia." Molto piu' credibile e realista questa mollezza araba. Alla fine ci sia abitua a tutto, no? (hide spoiler)]
Rispetto al dottor Tareq: (view spoiler)[ a me pare che cerchi di ribellarsi, ma la morte di Yehia (o almeno cosi' ho interpretato la mancanza di ulteriori notizie nel documento) gli ha impedito di dimostrarci se avesse il coraggio di andare in fondo alla sua decisione. (hide spoiler)]