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Società alternative
Il finale non ha convinto nemmeno me, soprattutto a casua di questo eroe che sembra pescato a caso. Mi aspettavo qualche rivelazione, tipo figlio segreto del padre della patria, invece è proprio un poveraccio qualunque costretto a fare l'eroe

E invece l'ho trovato fantastico! Un po' concordo con chi si lamenta del mancato approfondimento, però secondo me n..."
Leggendo questo commento mi viene il dubbio (quasi certezza) di non averlo quindi capito... ci pensero'.
alesssia wrote: "Leggendo questo commento mi viene il dubbio (quasi certezza) di non averlo quindi capito... ci pensero'."
Non è mica detto. Magari sono io che ci ho letto più cose di quelle che l'autore voleva metterci... Mi piace pensare che ognuno legge in un libro quello che ci vuole leggere, quindi secondo me non esiste l'interpretazione giusta.
Non è mica detto. Magari sono io che ci ho letto più cose di quelle che l'autore voleva metterci... Mi piace pensare che ognuno legge in un libro quello che ci vuole leggere, quindi secondo me non esiste l'interpretazione giusta.

Lo stile narrativo è molto fluido, con un bel tocco di ironia e i personaggi chiave sono caratterizzati in maniera efficace.
Finalmente un romanzo in cui l'aspetto distopico della società è descritto bene, con la giusta attenzione sulla sua evoluzione.

https://www.goodreads.com/topic/show/..."
Mi ricorda Nel paese delle donne, potremmo leggerlo anche solo per compararli.

alesssia wrote: "Non ho ancora iniziato Piano meccanico, ma ho trovato questo: Blonde Roots. Non credo possa fare parte di questo club di lettura (mi pare non ne esista una traduzione ..."
Che togo!
Che togo!
Ho iniziato da poco Piano meccanico e
a) adoro quel modo che ha Vonnegut di dire cose fulminanti in modo divertente, mi è mancato leggere i suoi libri, e
b) l'atmosfera degli anni '50 è bellissima, con le macchine e le valvole, però
c) pone dei temi che sono attualissimi e che Paul, parlando di Seconda Rivoluzione Industriale, potrebbe benissimo applicare alla trasformazione digitale che stiamo affrontando noi: quando i computer faranno tutto il lavoro, cosa faranno gli uomini?
Takaru.
a) adoro quel modo che ha Vonnegut di dire cose fulminanti in modo divertente, mi è mancato leggere i suoi libri, e
b) l'atmosfera degli anni '50 è bellissima, con le macchine e le valvole, però
c) pone dei temi che sono attualissimi e che Paul, parlando di Seconda Rivoluzione Industriale, potrebbe benissimo applicare alla trasformazione digitale che stiamo affrontando noi: quando i computer faranno tutto il lavoro, cosa faranno gli uomini?
Takaru.
Nazzarena wrote: "Ho iniziato da poco Piano meccanico e
a) adoro quel modo che ha Vonnegut di dire cose fulminanti in modo divertente, mi è mancato leggere i suoi libri, e
b) l'atmosfera degli anni '50 è bellissim..."
Mi associo. Sono al 20%, letto quasi d'un fiato, e Paul mi interessa moltissimo.
a) adoro quel modo che ha Vonnegut di dire cose fulminanti in modo divertente, mi è mancato leggere i suoi libri, e
b) l'atmosfera degli anni '50 è bellissim..."
Mi associo. Sono al 20%, letto quasi d'un fiato, e Paul mi interessa moltissimo.
Ho superato la metà a pranzo e mi piace sempre di più. Mi chiedo perché non ne abbiano fatto un film e perché non lo ripropongano adesso che le distopie e la tecnologia vanno tantissimo...
Solo una cosa: mi dà fastidio che le donne siano relegate ad angelo del focolare e stampella dei mariti, ma mi rendo conto che sono gli anni 50 in America...
Solo una cosa: mi dà fastidio che le donne siano relegate ad angelo del focolare e stampella dei mariti, ma mi rendo conto che sono gli anni 50 in America...

Appena iniziato piano meccanico e già mi piace molto. Buone letture a tutte/i.
E anche Player Piano è stato letto, devo dire con grande soddisfazione.
Ho avuto un secondo di smarrimento quando il nostro eroe era sotto siero della verità, nel senso che la discesa verso il finale mi è iniziata un pochino bruscamente.
C'è tanta americanità in questo romanzo. Lui e lei sono una famiglia da Happy Days, la gita aziendale ai Meadows è il riassunto di tutte quelle attività di team building che tanto piacciono agli statunitensi, che hanno creato i boy scout e che ambiscono a campeggiare tra i grizzly 2 settimane l'anno, anche se per le restanti 50 abitano in uno sgabuzzino newyorkese.
L'ossessione per il Q.I. e in genere per la quantificazione di tutto, anche dell'astratto, è un'altra qualità che ho sperimentato nel mio anno in USA e di cui non sento per nulla la mancanza. Non a caso tocca allo straniero mettere in imbarazzo lo status quo con la traduzione schiavo/cittadino. E' lui che si interessa a come verrà riempito il tempo libero che le macchine hanno regalato all'uomo comune, mentre il suo chaperone assiste alla propria distruzione a causa di un errore amministrativo contro cui nulla può una vita di successi lavorativi.
Il finale - e io speravo in un finale come questo - è ancora americanissimo: the more things change, the more they stay the same. Le macchine, qualsiasi strumento, non è intrinsecamente buono o cattivo, dipende tutto dall'uso che se ne fa: un coltello può tagliare il pane o pugnalare una persona, ma finchè rimane sul tavolo è un soprammobile inerte. Vonnegut, nonostante parli ancora di transistor e tubi, arriva a sfiorare anche l'intelligenza artificiale, con le macchine che parlano tra loro per scambiarsi le schede segnaletiche delle persone, tuttavia non fa il salto dalla meccanica all'elettronica.
Ho avuto un secondo di smarrimento quando il nostro eroe era sotto siero della verità, nel senso che la discesa verso il finale mi è iniziata un pochino bruscamente.
C'è tanta americanità in questo romanzo. Lui e lei sono una famiglia da Happy Days, la gita aziendale ai Meadows è il riassunto di tutte quelle attività di team building che tanto piacciono agli statunitensi, che hanno creato i boy scout e che ambiscono a campeggiare tra i grizzly 2 settimane l'anno, anche se per le restanti 50 abitano in uno sgabuzzino newyorkese.
L'ossessione per il Q.I. e in genere per la quantificazione di tutto, anche dell'astratto, è un'altra qualità che ho sperimentato nel mio anno in USA e di cui non sento per nulla la mancanza. Non a caso tocca allo straniero mettere in imbarazzo lo status quo con la traduzione schiavo/cittadino. E' lui che si interessa a come verrà riempito il tempo libero che le macchine hanno regalato all'uomo comune, mentre il suo chaperone assiste alla propria distruzione a causa di un errore amministrativo contro cui nulla può una vita di successi lavorativi.
Il finale - e io speravo in un finale come questo - è ancora americanissimo: the more things change, the more they stay the same. Le macchine, qualsiasi strumento, non è intrinsecamente buono o cattivo, dipende tutto dall'uso che se ne fa: un coltello può tagliare il pane o pugnalare una persona, ma finchè rimane sul tavolo è un soprammobile inerte. Vonnegut, nonostante parli ancora di transistor e tubi, arriva a sfiorare anche l'intelligenza artificiale, con le macchine che parlano tra loro per scambiarsi le schede segnaletiche delle persone, tuttavia non fa il salto dalla meccanica all'elettronica.

Per di più ho trovato poco rispondente alla realtà dei nostri tempi (purtroppo) il grande prestigio sociale derivato dalla competenza e dal titolo di studio.
Ehi, gente, come siamo messi per dicembre? Scegliamo un titolo e accavalliamo capodanno, oppure lasciamo andare il mese con letture libere e ci rimettiamo in pari a gennaio?
Nazzarena wrote: "Ehi, gente, come siamo messi per dicembre? Scegliamo un titolo e accavalliamo capodanno, oppure lasciamo andare il mese con letture libere e ci rimettiamo in pari a gennaio?"
Credevo che Vonnegut coprisse anche dicembre, grazie per avermelo ricordato!
Io leggerei, ho bisogno di un nuovo distopico. Magari qualcosa di corto, tipo La notte della svastica che sono 200 pagine.
Però mi rendo conto che con le biblioteche chiuse può essere un problema è un libro vecchio. Cosa ne pensate di La giornata di un opričnik? 170 pagine e dovrebbe essere su mlol (ora non posso controllare, lascio a voi)
Credevo che Vonnegut coprisse anche dicembre, grazie per avermelo ricordato!
Io leggerei, ho bisogno di un nuovo distopico. Magari qualcosa di corto, tipo La notte della svastica che sono 200 pagine.
Però mi rendo conto che con le biblioteche chiuse può essere un problema è un libro vecchio. Cosa ne pensate di La giornata di un opričnik? 170 pagine e dovrebbe essere su mlol (ora non posso controllare, lascio a voi)

Per me va bene: ce l'ho e lo volevo leggere da un po'.

Ma ce lo leggiamo sotto l'albero e ripartiamo a gennaio con un libro nuovo o manteniamo il bimestre? Perchè a me piace iniziare l'anno nuovo con letture nuove, ecco. Mi "secca" il gruppo di lettura dicembre-gennaio. L'ordine naturale delle cose vuole un novembre-dicembre e un gennaio-febbraio.

Concordo! Lo leggiamo sotto l'albero.

Si, meglio non avere strascichi del 2020...

Cerchero' di recuperare nelle vazanze natalizie, non potendo rientrare in patria e non fidandomi ad uscire di casa avro' un sacco di tempo libero!
Ho finito La giornata di un opričnik, e non l'ho capito.
Primo: non è una distopia, secondo me meglio definirlo ucronia.
Secondo: amici che già avevano letto Sorokin mi hanno avvertita che è strano, ma non pensavo a questi livelli!
Allora: siamo in Russia e c'è lo zar, re-dio. Sappiamo che c'è stata una terza rivoluzione, che un muro ci divide dall'Europa, che la produzione mondiale è in mano alla Cina, nostro partner commerciale che si è preso anche parte del nostro territorio.
Non sappiamo e non sapremo il perchè di questa geopolitica.
Gli opričnikisono esistiti davvero: sostanzialmente Sorokin prende una parte della storia di Ivan il terribile e la trasporta in un presente-futuro, sostituendo i cavalli con macchine sportive.
Amando la letteratura russa credevo di avere qualche competenza in più per capire il testo, ma devo alzare le mani. Intuisco che sia tutta una grandissima allegoria, quasi sicuramente una presa per il sedere, ma mi manca la conoscenza della storia dell'impero.
Sospetto anche che tutte le canzoni/poesie siano la caricatura di opere esistenti, che ovviamente non conosco. L'unica cosa che mi è apparsa chiara è il riferimento, in chiave negativa, all' Accordo di Belaveža.
Insomma, sono contenta di aver letto qualcosa di più sperimentale del solito, ma giuro che a distanza di quasi una giornata sono ancora qui a chiedermi "cosa *bip* ho letto?!?"
Primo: non è una distopia, secondo me meglio definirlo ucronia.
Secondo: amici che già avevano letto Sorokin mi hanno avvertita che è strano, ma non pensavo a questi livelli!
Allora: siamo in Russia e c'è lo zar, re-dio. Sappiamo che c'è stata una terza rivoluzione, che un muro ci divide dall'Europa, che la produzione mondiale è in mano alla Cina, nostro partner commerciale che si è preso anche parte del nostro territorio.
Non sappiamo e non sapremo il perchè di questa geopolitica.
Gli opričnikisono esistiti davvero: sostanzialmente Sorokin prende una parte della storia di Ivan il terribile e la trasporta in un presente-futuro, sostituendo i cavalli con macchine sportive.
Amando la letteratura russa credevo di avere qualche competenza in più per capire il testo, ma devo alzare le mani. Intuisco che sia tutta una grandissima allegoria, quasi sicuramente una presa per il sedere, ma mi manca la conoscenza della storia dell'impero.
Sospetto anche che tutte le canzoni/poesie siano la caricatura di opere esistenti, che ovviamente non conosco. L'unica cosa che mi è apparsa chiara è il riferimento, in chiave negativa, all' Accordo di Belaveža.
Insomma, sono contenta di aver letto qualcosa di più sperimentale del solito, ma giuro che a distanza di quasi una giornata sono ancora qui a chiedermi "cosa *bip* ho letto?!?"
Guarda, io già mi sentivo ignorantella leggendo Mosca 2042, ma se questo non l'hai capito neanche tu direi che posso anche evitare di iniziarlo...

Non so se in effetti sia distopia o ucronia (ho sempre difficoltà con le definizioni e con i confini netti); dall'idea che me ne sono fatta, anche io come Roberta, penso si tratti di un'allegoria che non va tanto lontano dalla realtà attuale russa dove Putin ha poteri quasi da monarca assoluto e fa leva sul nazionalismo anche con l'appoggio della chiesa russa.
Ci sono anche scarsi riferimenti al mondo esterno: la Cina, ormai superpotenza tecnologica, l'Europa e gli USA decaduti e privi di autonomia energetica e tecnologica.
Quello che mi è piaciuto molto è il racconto dal punto di vista di personaggi che appaiono assolutamente convinti delle loro azioni e della normalità del loro sistema di vita. Mai un cedimento, mai un dubbio, (view spoiler) . Questo aspetto è accentuato nel secondo romanzo che, in ogni breve capitolo, racconta la vita in questa nuova Russia da diversi punti di vista (ce n'è anche uno dedicato al nostro opričnik) e utilizzando vari generi letterari (epistolare, testo teatrale, racconto).
Patryx wrote: "Io ho letto sia La giornata di un opričnik sia Cremlino di zucchero (che ne è l'ideale prosecuzione) e mi sono piaciuti molto entrambi.
Non so se in effetti è distop..."
Allora Cremlino di zucchero risale la classifica. Ero orientata verso La coda, ma se dici che è una sorta di prosecuzione...
Non so se in effetti è distop..."
Allora Cremlino di zucchero risale la classifica. Ero orientata verso La coda, ma se dici che è una sorta di prosecuzione...

Non so se in e..."
Sono una serie di racconti, con diversi protagonisti, tutti ambientati nella nuova Russia.
Patryx wrote: "Roberta wrote: "Patryx wrote: "Io ho letto sia La giornata di un opričnik sia Cremlino di zucchero (che ne è l'ideale prosecuzione) e mi sono piaciuti molto entrambi..."
Ok, mi hai convinto!
Ok, mi hai convinto!
Inizio anch'io l'opričnik.
E vi divulgo questa notizia, credo che ci interessi:
https://www.hallofseries.com/news/bra...
E vi divulgo questa notizia, credo che ci interessi:
https://www.hallofseries.com/news/bra...
Finito.
Wow, che viaggio!
Spettacolo puro, per me che di storia russa contemporanea ne so una cippa, ma sospetto che tutto, ogni cosa in questo libro sia una parodia e/o satira di qualcosa che sono troppo ignorante per afferrare... comunque si capisce anche solo dalle citazioni di Puškin e Pasternak e Majakovskij, e dal fatto che nel testo sono disseminati easter eggs (nel corso della narrazione Komjaga dice "umiliati e offesi" e "vita e destino", per esempio).
Già da solo è un 4*, ma gli do 5* per il sottotesto che so che c'è anche se non lo vedo, in attesa di leggere con calma la pagina wiki in inglese, che riporta un'analisi abbastanza articolata.
Wow, che viaggio!
Spettacolo puro, per me che di storia russa contemporanea ne so una cippa, ma sospetto che tutto, ogni cosa in questo libro sia una parodia e/o satira di qualcosa che sono troppo ignorante per afferrare... comunque si capisce anche solo dalle citazioni di Puškin e Pasternak e Majakovskij, e dal fatto che nel testo sono disseminati easter eggs (nel corso della narrazione Komjaga dice "umiliati e offesi" e "vita e destino", per esempio).
Già da solo è un 4*, ma gli do 5* per il sottotesto che so che c'è anche se non lo vedo, in attesa di leggere con calma la pagina wiki in inglese, che riporta un'analisi abbastanza articolata.

sono nuovo e non vorrei essere l'ultimo a leggere il libro di dicembre. Preferisco essere tra i primi a iniziare il libro di Gennaio.
Come Funziona? Chiunque può proporre un libro?
Io vorrei leggere La strada di Cormac McCarthy ma temo che un testo così famoso sia già stato selezionato in passato ( confesso che non ho controllato).
Qualcuno ha un'altra idea?
Nazzarena wrote: "Io avrei un titolo, se nessuno si fa avanti."
Tu proponi, vediamo.
A me interesserebbe Blocchi, per esempio. Uno dei primi titoli in cui sono incappata stilando la lista. O 334. Mi sento retrò.
Tu proponi, vediamo.
A me interesserebbe Blocchi, per esempio. Uno dei primi titoli in cui sono incappata stilando la lista. O 334. Mi sento retrò.
Roberto wrote: "Ciao,
sono nuovo e non vorrei essere l'ultimo a leggere il libro di dicembre. Preferisco essere tra i primi a iniziare il libro di Gennaio.
Come Funziona? Chiunque può proporre un libro?
Io vorre..."
Funziona più o meno per alzata di mano. Siamo abbastanza in pochi da scegliere la prossima lettura in modo poco formale.
Sì, la Strada è già stata letta, anche se io personalmente non avevo aderito. Nulla vieta però che, se anche gli altri appassionati di alternatività non l'abbiano letto, possiamo riproporlo qui.
sono nuovo e non vorrei essere l'ultimo a leggere il libro di dicembre. Preferisco essere tra i primi a iniziare il libro di Gennaio.
Come Funziona? Chiunque può proporre un libro?
Io vorre..."
Funziona più o meno per alzata di mano. Siamo abbastanza in pochi da scegliere la prossima lettura in modo poco formale.
Sì, la Strada è già stata letta, anche se io personalmente non avevo aderito. Nulla vieta però che, se anche gli altri appassionati di alternatività non l'abbiano letto, possiamo riproporlo qui.

Roberto wrote: "Io vorrei leggere La strada di Cormac McCarthy ma temo che un testo così famoso sia già stato selezionato in passato ( confesso che non ho controllato)."
Forse l'abbiamo letto un po' tutti, ma mi spingo oltre e voglio dire una cosa ufficialmente: secondo me La strada non rientra nel tipo di distopie che stiamo leggendo in questo gruppo, perché più che altro è un post-apocalittico senza approfondimento sulla società, ed è la società alternativa (eponima del gruppo) che a noi interessa.
Roberta wrote: "Nazzarena wrote: "Io avrei un titolo, se nessuno si fa avanti."
Tu proponi, vediamo.
A me interesserebbe Blocchi, per esempio. Uno dei primi titoli in cui sono incappata stilando l..."
Sono d'accordo sul retrò. Tant'è che Blocchi è uno dei titoli che vorrei leggere anche io. L'altro era Kallocaina.
Sentiamo come bela il resto del gregge?
Forse l'abbiamo letto un po' tutti, ma mi spingo oltre e voglio dire una cosa ufficialmente: secondo me La strada non rientra nel tipo di distopie che stiamo leggendo in questo gruppo, perché più che altro è un post-apocalittico senza approfondimento sulla società, ed è la società alternativa (eponima del gruppo) che a noi interessa.
Roberta wrote: "Nazzarena wrote: "Io avrei un titolo, se nessuno si fa avanti."
Tu proponi, vediamo.
A me interesserebbe Blocchi, per esempio. Uno dei primi titoli in cui sono incappata stilando l..."
Sono d'accordo sul retrò. Tant'è che Blocchi è uno dei titoli che vorrei leggere anche io. L'altro era Kallocaina.
Sentiamo come bela il resto del gregge?

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Mi è piaciuto molto, anche se man mano che si procedeva nella storia mi pareva più confuso e non si..."
Vero? Non pensavo che noi italiani avessimo una dote per questi universi paralleli, fa venir voglia di leggere di più.