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GDL: Una stanza chiusa a chiave di Y. Mishima
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Anto_s1977
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Nov 30, 2017 02:56AM

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Questo libro non mi è piaciuto per niente. Racconta di un malsano sentimento nei confronti di una bambina di 9 anni, che scompare all'improvviso, così come è apparso, appena il protagonista, Kazuo Kodama, si rende conto che la bambina è diventata donna.
Il protagonista, che fino a quel momento ha vissuto una vita piatta, si chiede se sia un sadico. Oltre questo, non succede niente. E meno male! Perchè se (view spoiler) , gli avrei dato una stella, o forse nessuno.
Molto ambigui, comunque, i personaggi della bambina e della governante.
Anche "Lolita" tratta lo stesso argomento, ma è tutt'altra cosa!

E' difficile parlare di questo libro. Leggendolo ho visto tutto il pensiero di Mishima che poi lo portò al suicidio. Metterlo in parole è complicato, decisamente complicato. C'è un primo livello, dove il protagonista Kazuo Kodama, che dopo aver avuto un rapporto adulterino con Kiriko in una stanza per l'appunto chiusa a chiave, si ritrova a desiderare carnalmente e a sognare dettagliatamente la "lacerazione" della carne della piccola Fusako, di nove anni, al punto da arrivare a un passo dal trasformare in realtà questo desiderio. C'è un secondo livello, dove Kazuo rappresenta la disperazione dell'uomo medio giapponese dopo la sconfitta della seconda guerra mondiale. La catastrofe del paese si riflette anche sullo spirito delle singole persone che sprofondano appunto nella disperazione. E da qui il terzo livello: la trasgressione. I "bar dei giuramenti" frequentati nei sogni di Kazuo rivelano delle fantasie erotiche sadiche da fare invidia al Marchese De Sade. In quei racconti traspare nitidamente la passione per la morte dell'autore, in un Giappone che in molti giapponesi in quel dopoguerra non hanno più riconosciuto come loro, in perenne crisi economica e incertezza politica. Il romanzo è decisamente scandaloso, ma a mio avviso solo per coprire i conflitti personali e il desiderio di solitudine, di "chiudere a chiave la porta".


Di che ti preoccupi? Immagino che anche tra i giapponesi ci siano scrittori "normali". Mishima non è tra quelli!!! Permea tutto quello che scrive di pessimismo, di direzione verso la morte... quasi tutto in realtà, visto che quando vuole riesce a raggiungere dei punti altissimi di lirica... ma a me piace per cui... non sono molto obiettiva! ;)
Anche se del resto nell'arte non si può essere mai obiettivi: o piace o non piace!

Per quanto riguarda le impressioni personali la lettura non mi ha affatto disturbato pur essendo l'argomento scandaloso per eccellenza. Sarà un problema di poca empatia da parte mia? Forse. Ma è anche per la prosa di Mishima che è un fiume calmo ed ipnotico che scivola tra le pagine come il protagonista nella vita, denso di dolore, di desiderio, di storia, che racconta perfettamente un certo Giappone fatto di solitudine ricoperta da una crosta di abitudini sociali, una cultura nella quale "la vita" non è il valore massimo e perderla, o rinunciarvi è un evento perfettamente accettabile. Il nostro protagonista è una sorta di straniero di Camus con gli occhi a mandorla consapevole di essere soggetto a desideri che oltraggiano la morale ma altrettanto consapevole del fatto che la Morale è, in quel tempo ed in quel luogo, troppo lontana dalla natura umana. E' immorale Fusako che sembra non piangere della morte della madre e si avvicina a Kazuo? E' immorale la governane/madre/balia/sensale? E i frequentatori dei" Bar dei giuramenti"? (personaggi onirici, certo, ma che prontamente Mishima ci fa poi scorgere e riconoscere nella realtà, come a ricordarci che ogni uomo ha un suo lato profondo ed oscuro e che non traspare). O forse più immorale di tutti è proprio il Ministero delle Finanze dove Kazuo lavora, il grande burattinaio di un paese che raggruppa i suoi sopravvissuti e li mette in fila con una maschera sorridente in faccia, uomini donne e bambini, a lavorare per ricostruire il paese?
Un romanzo scandaloso, che pone domande, un libro potente e doloroso da un autore doloroso e potente.
Per me voto:8
