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GDL: Una rosa per Emily di W. Faulkner
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Anto_s1977
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Nov 19, 2018 11:47AM

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“Gli alberi da frutta sbocciarono in folate di rosa e di bianco, come grappoli di api fragranti attorno ad alveari di case grigie e scolorite e stinti covoni di fieno” .
Tre racconti con donne fuori dall’ordinario. E un Faulkner che brilla ancora una volta nella scelta delle parole, nella regia di storie che hanno un che di folle ma allo stesso tempo qualcosa di perfettamente normale. Donne ferite dalla vita, dagli uomini, dalla famiglia perfettamente descritte in pochi tratti.
Zilphia Gant, non meno bianca del cuscino sul quale poggiava, aveva due occhi che sembravano buchi fatti col pollice in un pezzo di carta assorbente , stanca della vita prima ancora di viverla, per colpa di una madre asfissiante a sua volta ferita; Miss Emily Grierson, gli occhi, che si muovevano da un visitatore all’altro… sembravano due carboni piantati in una pagnotta cruda e la solitudine come unica compagna; e la piccola Juliet una monella sottile come un giunco, scurissima di pelle, con gli occhi stretti, neri e insondabili come quelli di un animale di pezza, e una folta capigliatura nera bruciata dal sole. Cosa è normale in un animo ferito? La caparbietà di donne che bastano a se stesse, forti, sole pur se insieme a qualcuno. La consapevolezza di questa solitudine a renderle ancora più forti, spietate con la vita, pronte a prendersi da essa tutto il possibile.
Una conferma della bellezza della scrittura di Faulkner, che mi aveva già conquistata al primo sguardo con “Mentre morivo” e che adesso ritrovo in questi brevi racconti.
“Così rimase seduta nell’oscurità, osservando la fanciullezza che l’abbandonava… il mondo era questo, sotto di lei e sopra la sua testa, eterno vuoto e sconfinato” .

I racconti sono bellissimi e stanno molto bene insieme. Personaggi storti, scorbutici, feriti che arrancano nella vita e spesso per tutta la vita. Donne che incontrano uomini, o che li combattono. La crescita, la giovinezza, la vecchiaia, la testardaggine, la società onnipresente che giudica e che spia.
Ma sopra tutta questa ineluttabile miseria umana si erge maestosa la scrittura di Faulkner, un gigante dalla penna pesante che scava parole sul foglio, lo scalpella e lo cesella come un Michelangelo della pagina, a martellate. Una prosa lenta, spigolosa, densa, potente. Perfetta.
Faulkner...
E pensare che ho letto così poco di lui!
Voto:10



Comunque le immagini che evoca sono splendide. Prendi il riferimento agli occhi, sempre presente e che rende perfettamente la figura.


Ho iniziato anche io. Appena finisco il primo racconto passo a commentare e a leggere quanto avete scritto.
Per ora la scrittura di Faulkner, dura e secca, mi sta piacendo (alla faccia di L'urlo e il furore che non mi era piaciuto per niente)
Contenta io :))
Per ora la scrittura di Faulkner, dura e secca, mi sta piacendo (alla faccia di L'urlo e il furore che non mi era piaciuto per niente)
Contenta io :))
Finito il primo racconto e mi ha un tantino inquietata.
Lasciamo perdere la violenza della signora Gant nei confronti di Zilphia, quello che mi ha dato più brividi è che la ragazza (come purtroppo succede spesso anche nella vita reale) potenzialmente perpetui lo stesso modello di comportamento con la "figliastra".
Cmq, bello bello. Attacco il secondo
Lasciamo perdere la violenza della signora Gant nei confronti di Zilphia, quello che mi ha dato più brividi è che la ragazza (come purtroppo succede spesso anche nella vita reale) potenzialmente perpetui lo stesso modello di comportamento con la "figliastra".
Cmq, bello bello. Attacco il secondo


Anche Una rosa per Emily è cattivo di brutto!!!
Mi è piaciuta molto la descrizione della società che circonda Emily, la curiosità morbosa che la attornia (non a torto, visto il finale!), il senso di soffocamento del vivere in un ambiente piccolo e fare una vita anticonvenzionale. Bello anche questo.
Mi è piaciuta molto la descrizione della società che circonda Emily, la curiosità morbosa che la attornia (non a torto, visto il finale!), il senso di soffocamento del vivere in un ambiente piccolo e fare una vita anticonvenzionale. Bello anche questo.
Finito! Ragazzi, l'ultimo racconto mi ha commossa, mannaggia a me!
Povera Juliet, caratterino, certo, ma anche ingenua e dolce. E' proprio vero che il male è nell'occhio di chi guarda. Tra l'altro lei è l'unica delle donne raccontate da Faulkner in questa raccolta a non essere (ancora?) una criminale, ma semplicemente una vittima. E' come se fosse una Zilphia o una Emily prima di indurirsi per colpa della vita.
Grazie Amaranta per avere proposto questo libro, mi ha riconciliata con Faulkner e adesso credo che potrò riprovare con altro di suo ^^
Magari proprio Mentre morivo :))
Povera Juliet, caratterino, certo, ma anche ingenua e dolce. E' proprio vero che il male è nell'occhio di chi guarda. Tra l'altro lei è l'unica delle donne raccontate da Faulkner in questa raccolta a non essere (ancora?) una criminale, ma semplicemente una vittima. E' come se fosse una Zilphia o una Emily prima di indurirsi per colpa della vita.
Grazie Amaranta per avere proposto questo libro, mi ha riconciliata con Faulkner e adesso credo che potrò riprovare con altro di suo ^^
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