Sfide lunatiche per lettori eclettici discussion
Sfida 23 - alla maniera di...
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Daniela S.
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Questo libro, della stessa autrice di The Railway Children ovvero I figli della ferrovia, che ho letto molte volte nella mia infanzia e riletto anche in tempi più recenti, è davvero incantevole. Cinque bambini si trovano all'improvviso proprietari di un tappeto magico che contiene un uovo di fenice... avventure e disavventure si moltiplicano, in una Londra vittoriana che mi ha ricordato quella di Mary Poppins, dove i genitori sono creature un po' distanti e adorate e i figli, se non sorvegliati da una bambinaia, sono molto lasciati a se stessi ma anche molto liberi.
Sarebbe un libro per bambini, ma per bambini di 100 anni fa. Non sono sicura che ai bambini di oggi piaccia, mentre credo che possa piacere a molti adulti. A me è piaciuto molto. Leggo per evadere, per distrarmi, mi piace leggere un libro che faccia immergere completamente in un mondo diverso e che spinga ad andare avanti per vedere cos'altro succederà, e questo libro mi ha dato tutte queste cose.

Non so se i gialli siano il mio genere favorito, fatico a pensare quale sia il mio genere favorito. Certo è che non ho gialli in casa ancora da leggere perchè li leggo appena li compro, e credo che questo significhi che li leggo più volentieri di altri generi.
Avevo sentito parlare di questo giallo, dove ci sono riferimenti a otto delitti perfetti descritti in altrettanti libri gialli. Durante la narrazione vengono spoilerate la trama e la soluzione di tutti i gialli, quindi un buon percorso potrebbe essere di leggere prima i libri citati, almeno quelli disponibili.
I libri sono:
1) Agatha Christie - A. B. C. Murders (La serie infernale)
2) Patricia Highsmith - Strangers on a Train (Sconosciuti in treno o L'altro uomo) da questo libro è stato tratto il film di Hitchcock L'altro uomo del 1951
3) Ira Levin - Death Trap (Trappola mortale)
4) A. A. Milne - Red House Mystery (Il dramma di Corte Rossa)
5) Anthony Berkeley Cox - Malice Aforethought
6) James M. Cain - Double Indemnity (La morte paga doppio)
7) John D. Macdonald - The Drowner (Dovere di uccidere)
8) Donna Tartt - A Secret History (Dio di illusioni)
Io di questi ho letto solo 1 4 8 e del 2 ho visto il film.
Inoltre è bene avere letto anche L'assassinio di Roger Ackroyd della Christie perchè anche di questo viene spoilerata la trama.
Il libro è senz'altro avvincente e l'ho letto molto velocemente. Ci sono diversi colpi di scena che capovolgono completamente tutto quello che il lettore poteva avere tentato di ricostruire. Inoltre il protagonista è un libraio, quindi si vive proprio immersi nei libri... Lo consiglio!

Il libro è del 1968, quindi prima che Michael Crichton diventasse famoso. L'ambientazione ospedaliera che è comune a tanti altri gialli che ho letto (come ad esempio quelli di Robin Cook) senz'altro è accattivante. Ho trovato la lettura piacevole, ma niente di più. Ci sono dei punti di vista chiaramente maschilisti e di body shaming, forse scusabili visto che è un libro di più di cinquanta anni fa, ma non per questo meno fastidiosi. Tuttavia la lettura è stata interessante perchè il libro tratta di aborti e mostra cosa era abortire negli Stati Uniti prima della sentenza Roe versus Wade della Corte Suprema che è stata ribaltata da un'altra sentenza nel 2022.

L'autore è uno storico inglese vissuto nella seconda metà dell'ottocento. Questo libro è una raccolta di saggi pubblicati su varie riviste o discorsi che ha tenuto negli ultimi anni dell'ottocento.
Leggere in quali luoghi (un paio di volte Cambridge) e occasioni nelle quali ha tenuto i discorsi porta ad immaginare il mondo accademico inglese di fine ottocento: immagino enormi aule fredde e un po' umide, e un pubblico rigorosamente maschile e vestito di scuro.
Non è stata certo una lettura scorrevole. Alcuni saggi, in particolare quelli sulla rivoluzione americana e sulla rivoluzione francese, avrebbero richiesto una conoscenza approfondita della storia di quei periodi, che io non possiedo; purtroppo attualmente sono troppa pigra per cercare di approfondire la conoscenza di questi due avvenimenti, anche se riconosco che è una occasione mancata.
Il saggio più interessante per me è stato quello sul Concilio Vaticano del 1870, nel quale venne stabilito il principio dell'infallibilità del Papa. In questo saggio Lord Acton ricostruisce il periodo precedente al Concilio, raccontando delle posizioni dei vescovi di vari paesi in proposito.
Interessanti anche i saggi sullo studio della storia e sulla storia della libertà nel Cristianesimo, anche se non posso dire certo di avere capito tutto.

Insomma questa prima lettura era molto importante: avrebbe deciso se avevo preso una grossa cantonata oppure no! Ma è andata bene. Il libro, che è stato pubblicato per la prima volta nel 1964, mi è piaciuto molto!
Il Garrick del titolo è un uomo di teatro inglese vissuto nel settecento. Il titolo si riferisce ad un anno che la protagonista e suo marito, attore di teatro, passano nella cittadina di nascita di Garrick, dove vengono allestiti spettacoli in un nuovo teatro a lui dedicato. Varie cose accadono in questo periodo, e la protagonista ne uscirà con nuove consapevolezze rispetto a se stessa, al suo matrimonio e al suo ruolo di genitore.

Questo libro ha 59 pagine. Ho avuto la fortuna di trovarlo in biblioteca in una bellissima edizione del 1935 (il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1934), autografata dall'autrice. Non avevo mai letto niente di Hilda Vaughan, ma la conoscevo come moglie di Charles Morgan, del quale ho letto e apprezzato molti libri.
La storia è una storia d'amore d'altri tempi, molto delicata e gradevole. Il tema si trova in altre opere: un grande amore ritorna, dopo essere stato creduto perduto, ma nel frattempo è stato creato un legame stabile. I finali possibili di queste situazioni sono tanti, quello qui raccontato è uno di questi, che l'autrice riesce a rendere vero e sentito.

Questo libro è senz'altro molto importante nella letteratura italiana del secolo scorso, e quindi mi sentivo molto in colpa per non averlo ancora letto. Ho sempre trascurato molto autori ed autrici italiani, per leggere invece letteratura anglosassone che mi è più congeniale. Eppure, anche questa volta, non ho trovato di essermi persa molto, in tutti questi anni.
Il libro colpisce senz'altro per le descrizioni, tanto che mi sono fatta un giretto su Procida con street view, cercando di identificare alcuni luoghi e soprattutto di vederli come li ha visti la Morante, ancora selvaggi e non turistici. Ma tra i personaggi ne salvo solo uno, nel quale davvero ho potuto trovare dei tratti positivi. Gli altri sono così occupati a dare immagini di se stessi, a falsificare, dissimulare e svilire qualsiasi sentimento provino, che dopo un po' diventano irritanti. Sto cercando di ricordare dove altro ho trovato una tale negatività e dopo un po' mi è venuto in mente: in un romanzo di Italo Svevo (guarda caso, un autore italiano), La coscienza di Zeno: Arturo come Zeno, devono dare mostra di disprezzare tutto e tutti, odiare tutto e tutti.
In gran parte della narrazione misoginia e violenze fisiche e verbali si sprecano. Questo libro viene fatto leggere alle superiori, e non mi sembra per niente adatto.

In quegli anni circolavano in casa mia le riviste di Selezione dal Reader's Digest e anche quei libroni marroni che contenevano i condensati 😣 dei libri più venduti del momento. Ho letto tantissimi libri in questa forma condensata e poi ho passato anni a cercare le versioni integrali.
Un libro che avevo tanto amato era la versione condensata di Miracle at Carville, che in italiano si intitolava Ritorno alla luce. Era la storia autobiografica di una ragazza statunitense di diciannove anni che alla fine degli venti scopriva di avere la malattia di Hansen (che allora veniva chiamata lebbra) ed era costretta quindi a cambiare completamente vita per andare a curarsi in un lebbrosario.
Nei giorni scorsi ho scoperto che questo libro si trova nell'Internet Archive e ho quindi avuto la possibilità di leggere la versione integrale. Non solo, ma sono riuscita a trovare appunto questo, No One Must Ever Know, che racconta la sua vita negli anni seguenti alla pubblicazione del primo libro, e l'ho divorato.
In quegli anni non solo non c'era una vera cura per questa malattia, ma i malati erano costretti a nascondersi. L'autrice ha cambiato nome una volta entrata nel lebbrosario e ha ripreso il suo vero nome solo quando ne è uscita. Ha pubblicato i libri con lo pseudonimo, per cui ha dovuto nascondere a tutti, a parte pochi parenti e amici che sapevano della sua malattia, di avere scritto due libri che hanno avuto un discreto successo. Addirittura racconta di avere partecipato a conversazioni dove si parlava del suo libro, senza potere rivelare di essere lei l'autrice.
Il libro è molto toccante e racconta di una vita difficile, fatta di progetti e speranze continuamente distrutti, nella quale però l'autrice ha imparato a godere delle piccole cose. Inoltre racconta la storia di questa malattia e l'evoluzione delle cure e del dibattito a riguardo nel secolo scorso.

A parte alcune diciamo ingenuità sul personaggio femminile (sicuramente Wendy è la donna che ogni uomo in fuga in un thriller vorrebbe al suo fianco, ma è un personaggio altamente improbabile) il libro si legge bene, diverte e coinvolge. Non è molto lungo, e non posso fare a meno di pensare che oggi queste meno di 200 pagine sarebbero almeno raddoppiate.

Mi interessava leggere questo libro perché da anni seguo la famiglia Duggar. Un pomeriggio di una quindicina di anni fa, quando ancora guardavo la televisione, mi capitò di vedere un programma su una famiglia numerosa degli Stati Uniti. Iniziai a guardare le puntate disponibili e poi a seguire la famiglia e i suoi componenti sui social (cosa che faccio tutt'ora). Mi incuriosiva il modo in cui affrontavano e organizzavano la loro vita quotidiana con tutte le difficoltà e i problemi causati dal loro grande numero (erano i genitori e 14 figli quando ho iniziato a seguirli, sono poi diventati i genitori e 19 figli e poi contemporaneamente hanno cominciato ad arrivare nuore, generi e nipoti).
Non sto qui a fare la storia della famiglia, che è piuttosto complicata e si può trovare ovunque. Una loro particolarità, comunque, era l'essere cristiani ma osservanti di regole molto particolari. Avevo capito da tempo che alcune delle figlie sposate, tra cui l'autrice di questo libro, avevano un po' preso le distanze dell'educazione che avevano ricevuto ma, almeno alcune di loro, senza distaccarsi dalla famiglia o entrare in conflitto con essa. Ero curiosa di sapere in che modo fosse avvenuto questo processo, quindi ho comprato questo libro e ho trovato la risposta alle mie domande. Tra l'altro si racconta dell'allontanamento dall'organizzazione piuttosto controversa guidata da Bill Gothard, un pastore che è stato molto famoso e seguito da migliaia di persone negli Stati Uniti negli ultimi decenni.
Il libro è molto interessante e racconta, credo con onestà (perché dubitarne, come fa qualcuno?) il percorso personale di crescita dell'autrice.

Ho trovato questo libro davvero straordinario, anche se, tra i romanzi di Dickens che ho letto, Bleak House e A Tale of Two Cities rimangono i miei preferiti.
Avevo letto questo libro tanti anni fa, più di una volta, e ne ricordavo alcune parti. Ho poi ritrovato a casa di mia mamma l'edizione che avevo letto ed ho scoperto che era una versione abbreviata e condensata per ragazzi. Mi sono comunque resa conto di quanto quella lettura abbia influenzato le mie letture successive. Ci sono alcune situazioni, come quella del bambino rimasto orfano che viene maltrattato dal patrigno o dalla matrigna, che poi ho ritrovato in tante opere che ho letto successivamente e che per questo conoscevo già. Forse hanno contribuito a costruire la mia comfort zone della lettura.
Rispetto ad altri romanzi di Dickens trovo che questo sia meno triste e di più piacevole lettura. Ad esempio quando David viene mandato a Salem mi aspettavo disastri, e così non è stato.
Trovo che le descrizioni delle situazioni e degli stati d'animo siano molto efficaci e alcune molto belle, come questa:
As I think of them going up and down before those school-room windows-the Doctor reading with his complacent smile, an occasional flourish of the manuscript, or grave motion of his head; and Mr.Dick listening, enchained by interest, with his poor wits calmly wandering God knows where, upon the wings of hard words-I think of it as one of the pleasantest things, in a quiet way, that I have ever seen. I feel as if they might go walking to and fro for ever, and the world might somehow be the better for it.
Che dire della prima stretta di mano tra David e Uriah Heep, ugh, e anche di come Dickens descriva bene il disagio di David quando arriva a scuola a Canterbury, e anche i suoi primi innamoramenti? Io la trovo una scrittura efficace e scorrevole.
Ho trovato alcuni capitoli un po' pesanti ma poi al capitolo dopo c'era qualcosa che mi faceva riprendere interesse.
I personaggi di Dickens sono davvero memorabili e a volte mi sorprendo a confrontarli con personaggi di romanzi più recenti e mi sembra che non ci sia davvero confronto in quanto a caratterizzazione. Penso a mr Dick, Uriah Heep, mr Micawber, la zia Betsey.
E se per anni mi sono chiesta com'è che il signor Bennet fosse arrivato a sposare la signora Bennett di Orgoglio e pregiudizio, qui ho trovato una spiegazione letteraria nel matrimonio tra David e Dora!

Questo libro mi attirava da tempo e finalmente l'ho trovato in una libreria di libri usati. Ho quindi iniziato a leggerlo con molto entusiasmo ma poi ho rallentato un po' la lettura. Nella parte centrale, secondo me, non si capisce bene dove l'autrice ci voglia portare, sembra che la storia non progredisca. Però poco dopo la metà la narrazione riprende un buon passo e scorre bene fino alla fine. Ho comunque preferito la prima parte, la parte finale mi ha lasciato un po' insoddisfatta. Nel complesso comunque la dolce-amara storia d'amore tra Clare e Henry mi è piaciuta molto.

La sovraccoperta di questo libro dice: "Che accada poco, in queste pagine, è pura apparenza". Insomma, non è che io sia molto d'accordo. Uno scrittore passeggia e riflette sulle sue cose e su quello che vede. Dopo avere letto altri libri di Handke si è un po' abituati al suo modo di scrivere, alle riflessioni autobiografiche, ai pensieri che prendono spunto da suggestioni dettate da ciò che lui osserva della realtà (come ad esempio in Il peso del mondo). Per cui qui io ci ho trovato poco di nuovo. Interessanti, comunque, come rappresenta il proprio rapporto con i lettori e, nell'ultima parte, l'incontro con il traduttore. Le scene dove compare il gatto sono carine.

Questo libro è in gran parte costituito da dialoghi che sembrano tanti sermoni uno di fila all'altro, sulla conduzione della Chiesa, sulla vocazione e il comportamento che un prete deve tenere, su temi filosofici e politici. Ci sono pochi fatti, non succede quasi niente.
Mi sembra un libro che a suo tempo magari fosse inserito in un dibattito, del quale si sono perse le tracce e del quale io per lo meno non so niente.
(view spoiler)

L'ho trovato molto molto anni '90. Ricordo che a suo tempo ebbe molto successo ma adesso mi sembra un po' datato. Mi somiglia a libri che leggevo in quel periodo, ho letto molti libri che si svolgevano in India negli anni '80 e '90; forse allora lo avrei apprezzato di più.
Non è stata una lettura scorrevole. Ad un certo punto ho fatto fatica ad andare avanti. Fin dall'inizio si capisce che c'è un avvenimento intorno al quale ruota tutta la storia, avvenimento che viene anticipato e preannunciato e che si verifica solo verso la fine del libro. Solo che tutto questo, invece di creare aspettativa e curiosità, mi ha annoiato, tanto che quando la cosa poi è successa avevo quasi perso interesse.

Avevo questo libro nel Kindle, ma senza i disegni, fatti da una delle due autrici, per cui, appena l’ho trovato, ho comprato il cartaceo con i disegni, che sono molto carini, per quanto un po’ cupi, sono in bianco e nero ma più neri che bianchi.
Le autrici, che sono due cugine irlandesi, descrivono un loro viaggio nella regione viticola di Bordeaux (prima nel Medoc poi a Libourne) alla fine dell'800, in ottobre, al tempo della vendemmia. Visitano vigneti e aziende (anche quella del famoso Mouton-Rothschild, prima che fosse famoso) ma non direi che le loro impressioni siano positive. Viene posto molto l'accento su piccole avventure e disavventure, la fuga continua dai cibi ricchi di aglio, lo scandalo e lo schifo per l'uva pestata con i piedi e la loro "revulsion" quando viene loro offerto di assaggiare il mosto così prodotto, il sollievo quando vengono ospitate in una casa dove trovano "English management and comforts".
Insomma le ho trovate molto poco avventurose, poco aperte a capire ed apprezzare la cultura dei luoghi visitati, che mi sembra una condizione necessaria per scrivere un buon libro di viaggio. Può essere che le due cugine siano meglio come romanziere che come scrittrici di viaggi e magari darò loro un'altra occasione, visto che ho anche i loro romanzi The silver fox e An Irish Cousin nei miei libri da leggere.
In questo viaggio le due cugine si erano portate uno dei primi modelli di macchina fotografica Kodak. Non ci dicono poi che fine abbiano fatto le foto scattate.

Adam Dalgliesh opera in un lungo arco di tempo: il primo volume è del 1962, questo che ho letto è del 1997 e fanno la comparsa i telefoni cellulari. Non so bene come sia la sua linea temporale: nel primo romanzo, che ho letto, è già vedovo e dovrebbe avere almeno trent'anni. In questo dovrebbe avere almeno sessant'anni ma non sembra.
Il libro mi è sembrato un po' lungo ma non è stato noioso; è uno di quei gialli dove bisogna procedere facendosi portare per mano, perché gli indizi vengono scoperti via via e non si hanno assolutamente le informazioni necessarie per capire come sono andate le cose. Rimangono diverse cose in sospeso: ad esempio persone che mentono alla polizia, e il lettore lo sa, ma non vengono scoperte. (view spoiler) . Non mi ha entusiasmato tanto.

Qualche critico ha detto che si tratta di un libro sovversivo, e l'autrice è d'accordo, ha affermato che era quello che voleva ottenere con il suo personaggio e la sua storia.
Per scrivere il libro, l'autrice ha studiato da sola chimica su un vecchio libro e anche provato alcuni esperimenti. Addirittura una volta un vicino allarmato dalle fiamme ha chiamato i pompieri.
La protagonista fa canottaggio, e questo è un elemento autobiografico che l'autrice ha messo nel romanzo.
Da questo libro è stata tratta una serie che andrà in onda nell'ottobre/novembre 2023 su AppleTV+.
La prima cosa che mi è venuta in mente quando ho finito questo libro è stato Charles Dickens. Nel libro c'è un riferimento a Oliver Twist, che è un libro che sto leggendo in questo momento. Questo può avermi condizionato, ma mi viene in mente anche Bleak House. Orfani di origine misteriosa, benefattori sconosciuti, un protagonista continuamente abusato, umiliato, e alla fine i misteri vengono risolti, i cattivi della storia si pentono o vengono puniti (anche se non ho trovato il finale abbastanza catartico dopo tutto quello che avevo subito mettendomi nei panni di Elizabeth). In Dickens i protagonisti sono maltrattati perché poveri, soli e abbandonati. Elizabeth è maltrattata perché è una donna che non si adatta al ruolo che la società ha imposto alle donne negli anni '50. Ho letto di recente una biografia di Rosalind Franklin, la scienziata che negli anni 50 fu defraudata dei suoi meriti da due colleghi maschi, e ho trovato molti punti di contatto tra le sue esperienze e quelle di Elizabeth nel libro.
Immagina se tutti gli uomini prendessero sul serio le donne. L'educazione cambierebbe. La forza lavoro sarebbe rivoluzionata. I consulenti matrimoniali fallirebbero. [...] Quando le donne comprendono questi concetti di base, possono iniziare a vedere i falsi limiti che sono stati creati per loro [...] da politiche culturali e religiose artificiali che collocano gli uomini nel ruolo altamente innaturale della leadership di un solo sesso.
Il personaggio di Mad, una bambina molto precoce, è un po' improbabile, certo non più del cane pensante che comunque adoravo. Spero che non lo tolgano dalla serie.


All'inizio questo libro non è riuscito a coinvolgermi ma dopo il primo terzo è diventato più interessante. È una bella storia, una favola a lieto fine, con dei tratti un po' cupi ma mai troppo cupi. La protagonista ha rischiato di essermi un po' antipatica in certi punti.
Il Giardino segreto mi è piaciuto di più.

Questo libro autobiografico ha come filo conduttore I Promessi Sposi che ho riletto da poco, si svolge in parte a Marina di Pietrasanta dove sono stata in vacanza tante volte, in parte a New York dove sono stata da poco e anche in un'altra parte degli USA dove dovrei andare presto. Insomma era proprio il libro giusto per me in questo momento.
È stata una lettura molto interessante e scorrevole, anche nella parte centrale che parla più in particolare di Manzoni e dove vengono analizzati diversi personaggi de I Promessi Sposi.
Avevo sentito nominare l'autore ma non ho mai letto niente di lui, se mi capita leggerò altri suoi libri.

Ho letto questo libro per il tema del mese di maggio di Goodreads Italia, che era "romanzo di formazione". Questo libro ha vinto il National Book Award degli Stati Uniti, Time lo ha incluso nella sua "Time 100 Best English-language Novels from 1923 to 2005"; nel 1998, la Modern Library ha classificato The Moviegoer al sessantesimo posto nella lista dei cento migliori romanzi in lingua inglese del ventesimo secolo.
Nonostante questo, non è che abbia amato questo libro alla follia. Ho trovato la narrazione un po' sconnessa, i fatti narrati a volte sono poco collegati tra loro e ho pensato di trovare più citazioni da film, anche se ce ne sono alcune.
Binx Bolling sta per compiere trent'anni, a New Orleans in una settimana di Carnevale negli anni Cinquanta. Ha un lavoro, un gruppo composito e residuale di parenti vicini e lontani, dai quali viene preso in giro per il suo interesse alla ricerca.
La ricerca è quella cosa alla quale chiunque si dedicherebbe se non fosse sprofondato nella quotidianità della propria vita.
Ci sono anche alcuni motivi ricorrenti che trova nella sua vita, ad esempio la ripetizione:
Una ripetizione è la rievocazione dell'esperienza passata al fine di isolare il segmento di tempo che è trascorso in modo che esso, il tempo trascorso, possa essere assaporato di per sé e senza la consueta adulterazione di eventi che intasano il tempo come noccioline nel croccante.
O la rotazione:
Una rotazione che definisco come l'esperienza del nuovo oltre l'aspettativa dell'esperienza del nuovo.
E si trova continuamente a cercare di evitare il malessere, che arriva inaspettato e blocca ogni possibilità di relazione tra le persone.
Il malessere è il dolore della perdita. Il mondo è perduto per te, il mondo e le persone in esso, e rimani solo tu e il mondo e tu non sei in grado di essere nel mondo più di quanto lo sia il fantasma di Banquo.
La domenica pomeriggio è sempre il momento peggiore per il malessere.
Binx oscilla tra ricerca e quotidianità (e alla fine per cosa opta? Dipende dalle interpretazioni); è una persona solo apparentemente sistemata ma in realtà ancora in fieri.

Questo libro non mi ha convinto molto, e potrebbe essere un problema di traduzione. Intanto il titolo: cosa c'entra il Chianti? Vengono nominate tante varietà di vino italiano nel libro ma mi sembra che il Chianti non compaia mai; la famiglia protagonista è di origine abruzzese, quindi il Chianti non può essere legato nemmeno a quello. Ho visto che in effetti in altre edizioni il titolo è "La confraternita dell'uva". Inoltre ho trovato alcune espressioni un po' forzate e volgari e mi chiedo se suonassero allo stesso modo nella versione originale. Un altro esempio: il protagonista, Nick Molise, ad un certo punto viene chiamato Nick Malice ma viene tradotto con Nick Malizia, senza spiegare in una nota che Molise e Malice hanno una pronuncia simile.
Alcuni personaggi mi sono sembrati un po' eccessivi e quasi caricaturali, come Nick e la moglie. Mi sono piaciute di più la figura di Henry, il narratore, e la storia di come è arrivato ad essere uno scrittore.

All'inizio il libro ci mostra due donne sposate, due coppie chiuse nella loro infelicità e in una vita piatta. Capiamo che c'è e può esserci molto di più sotto e speriamo che succeda loro qualcosa. Nonostante il suo aspetto ruvido, Grace ha una ricca vita interiore e le sue riflessioni personali sono complesse e affascinanti. Nora è molto impegnata con la vita familiare, ma è vivace e creativa e smorza le sue esternazioni per garantire la tranquillità coniugale. L'incontro con un uomo cambierà la loro vita, o meglio il loro modo di vedere le cose (e cambierà un po' anche lui). Non molto, ma quanto basta. Entrambe le coppie acquisiscono una maggiore consapevolezza di sé e della propria relazione. Forse qui la parte romanticizzata è un po' spinta, estrema: nella realtà avrebbero probabilmente preso la via più breve, e le coppie si sarebbero lasciate. Nel dialogo finale tra Gerald e Nora le parole di Gerald suonano un po' irreali.
Ci sono belle descrizioni di ambienti naturali.

Avevo sentito tanto parlare di questo libro e volevo leggerlo da molto tempo. Forse è per questo che l'ho trovato un po' deludente. Durante la lettura non ho trovato nulla di particolarmente spaventoso, (view spoiler) Mi è piaciuta e penso sia stata ben descritta l'evoluzione del personaggio di Elinor .
"Hill House itself, not sane, stood against its hills, holding darkness within; it has stood so for eighty years and might stand for eighty more. Within, its walls continued upright, bricks met neatly, floors were firm, and doors were sensibly shut; silence lay steadily against the wood and stone of Hill House, and whatever walked there, walked alone."

Da piccola leggevo i Diabolik dei miei zii, quando andavamo da mia nonna in estate, e ricordo che mia mamma non era tanto contenta. Ho continuato a leggere Diabolik per anni e ad un certo punto avevo anche raccolto una discreta collezione.
Da tempo volevo leggere questo libro. La storia della nascita di Diabolik un po' la conoscevo, e poi qualche anno fa avevo visto un documentario. Questo libro è ricoo di immagini e fotografie, e cala la vita delle due sorelle Giussani nella storia dell'Italia di quegli anni. Molto interessante.

Questo libro è uscito a novembre 2022; avrei voluto comprarlo subito ma mi seccava spendere tanto per l'edizione in copertina rigida. Aspettavo che uscisse una edizione meno costosa, alla fine ho capitolato e ho comprato l'edizione per Kindle.
Ho visto che il titolo in italiano è tradotto "Friends, amanti e la Cosa Terribile". Trovo che sia davvero fuorviante. Sicuramente Matthew Perry ha giocato sul doppio senso, friends nel senso di persone amiche e friends nel senso della serie. Ma nel libro si parla molto poco della serie Friends.
La storia della vita di Matthew Perry è la storia di una continua lotta contro la dipendenza da alcol e da antidolorifici, iniziata quando aveva solo quindici anni, e dimostra una volta di più, se ce ne fosse bisogno, che soldi e fama non danno la felicità. Purtroppo è una lotta ancora in corso. Una lettura un po' triste.

A feminist publisher of outstanding books for all readers
Since we began in 1973, our mission has been to champion women’s voices and bring them to the widest possible readership around the world. From fiction and politics to history and classic children’s stories, our writers continue to win acclaim, break new ground and enrich the lives of readers. More recently, as part of our commitment to an ever more inclusive feminism, we also publish and welcome submissions from writers of underrepresented genders.
È un libro struggente, molto bello, molto coinvolgente anche perché, come dice Hilary Mantle nell'introduzione:
"La maggior parte delle lettrici donne oggi sentirà di non essere come nessuna delle due rivali, ma se sono oneste vedranno un po' di se stesse in entrambe.".
Siamo negli anni '50 e il marito della coppia protagonista pensa che avere un'amante sia una cosa naturale e non si sente affatto in colpa. Non si chiede cosa ne pensi sua moglie, se ne sa qualcosa e se sì come si sente; si sente pienamente autorizzato ad avere tutto nella vita, senza considerazione per gli altri. La moglie deve semplicemente accettare la situazione. Così dice il marito alla moglie, parlando della propria relazione:
"Ti darà fastidio solo se lo permetterai. Dopotutto, c'è spazio per più di una cosa buona nella vita, non è vero?"
Alla fine è come se la colpa fosse della moglie, perché non ce la fa a sostenere la situazione.
Non dobbiamo guardare questo libro con gli occhi di oggi. Invece è un libro che ci dà un quadro chiaro di come vivevano le donne allora.
Ho letto il libro sull'Internet Archive.

Il Santo è un personaggio un po' ambiguo. Combatte le ingiustizie ma a volte ha un'idea di giustizia molto personale e spesso agisce per denaro. Nonostante tutto questo è un personaggio molto astuto ed è divertente vedere come riesce a levarsi dai guai e a risolvere anche le situazioni più intricate.

Ho letto questo libro perché me lo ha consigliato mia sorella; è il primo di una serie, anche se tra un libro e l'altro le connessioni sono molto deboli.
Comunque sì, l'ho perdonata 😄 Il libro mi è piaciuto, le diverse storie raccontate che si intrecciano l'una con l'altra erano abbastanza interessanti da fare andare avanti per vedere cosa sarebbe successo. Trollope descrive l'educazione sentimentale di due ragazze molto diverse, sia per carattere che per estrazione sociale, Alice e Lady Glencora. Ho trovato universali e abbastanza moderne le situazioni in cui le due ragazze vengono a trovarsi e i sentimenti e le emozioni che provano. Ci sono diversi personaggi maschili piuttosto antipatici.

Questo libro del 1967 è piuttosto particolare: è la storia dei primi quattro mesi dopo l'alluvione di Firenze del 4 novembre 1966, scritta da una scrittrice statunitense che viveva a Firenze in quegli anni. Il libro descrive dettagliatamente le prime ore di quella giornata e anche tutto quello che accadde nei giorni successivi. Anche se ho sentito più volte raccontare quei giorni, ho scoperto cose che non sapevo, come la storia dei 120 cavalli dell'ippodromo delle Cascine che furono sepolti lì e che ancora giacciono lì o la storia dell'enorme calza della Befana piena di carbone che fu appeso ad un ponte il 6 gennaio 1967 per l'Arno che si era comportato male.
Questa lettura mi ha fatto comprendere meglio la preoccupazione e lo sgomento dei fiorentini, dell'Italia e del mondo intero per il danneggiamento e la perdita di tante opere d'arte.

Questo libro però ho proprio deciso di leggerlo in versione originale, visto che l'ho comprato nuovo e avrei potuto anche comprarlo in italiano.
Sono arrivata a leggere questo libro dopo avere visto la serie su Netflix. La storia è tenera e delicata e Nick e Charlie sono due personaggi che si amano subito. I disegni sono bellissimi, sono rimasta minuti interi ad ammirare ogni pagina. Leggerò anche i volumi successivi.

La storia senz'altro mi ha preso, tanto che ho dovuto leggere tutto il libro nel giro di ventiquattr'ore, però non posso dire che mi sia piaciuta molto. L'idea del cruento serial killer all'americana in salsa friulana mi è sembrata poco convincente. Lo stesso per la contrapposizione piuttosto stereotipata commissario/donna/navigata e subalterno/maschio/novellino.

Per il resto mi è sembrato piuttosto noioso, forse anche perchè il medioevo non è proprio il mio tempo storico preferito. La storia di come Shakespeare e la moglie si sono conosciuti e innamorati mi è sembrata solo un modo di allungare il racconto, e le presunte doti di stregoneria della moglie solo un modo per creare una certa atmosfera. Per chi avesse visto la serie A Discovery of Witches - Il manoscritto delle streghe, sembra quando Diana e Matthew vanno nel medioevo, insomma un medioevo piuttosto finto.



Come avevo scritto, ho avuto qualche problema per trovare un autore o una autrice che mi fossero antipatici. Poi all'inizio del mese in un mercatino ho visto questo libro usato e ho pensato che in effetti Patricia Highsmith non l'ho mai potuta sopportare. Poveretta, non che mi abbia fatto nulla in particolare. Semplicemente mi ha illuso perché anni fa ho pensato che una giallista che scriveva negli anni cinquanta potesse fornirmi qualcosa di magari simile ai gialli classici che mi piacciono tanto. Quando ho scoperto che il suo genere era più noir che giallo classico ci sono rimasta male e dopo avere provato a leggere uno o due libri, e nemmeno ricordo bene quali, uno forse era Urla d'amore, l'ho definitivamente mollata.
Per quanto riguarda questo libro non mi ha mai attirato particolarmente, e lo stesso vale per il film che infatti non ho mai visto. La lettura di questo libro mi conferma che questa autrice non fa per me, perché devo dire che non mi è piaciuto molto. L'omicida che la fa franca non mi si confà.
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1.1 Adatto al te adolescente No One Must Ever Know di Betty Martin
2.1 Autore che ti ispiri antipatia The Talented Mr Ripley di Patricia Highsmith
3.1 Autore argentino Mafalda controcorrente. 999 strisce per sorridere e riflettere di Quino
4.1 Con meno di 100 pagine A Thing of Nought di Hilda Vaughan
5.1 Con più di 800 pagine David Copperfield 1 David Copperfield 2 di Charles Dickens
6.1 Copertina gialla e blu Hamnet di Maggie O'Farrell
7.1 Da una serie con più di 4 volumi Una certa giustizia di P.D. James
8.1 Opera prima ed unica al 2022 Lessons in Chemistry di Bonnie Garmus
9.1 Film/serie tv in uscita nel 2023 Fiori sopra l'inferno di Ilaria Tuti
10.1 <100 valutazioni in GR Essays On Freedom And Power di John Emerich Edward Dalberg-Acton
11.1 >400K valutazioni in GR The Time Traveller's Wife di Audrey Niffenegger
12.1 Scelto per nessun altro punto Diary of Florence in Flood di Kathrine Kressmann Taylor
13. Che sia per tutti (+7) The Phoenix and the Carpet di E. Nesbit
14. Che ti intriga da tempo Le regine del terrore: Le ragazze della Milano bene che inventarono Diabolik di Davide Barzi
15. Consigliato da (...) mia sorella Can You Forgive Her? di Anthony Trollope
16. Da/per un'altra sfida The Movie-goer di Walker Percy
17. Del tuo genere favorito Eight Perfect Murders di Peter Swanson
18. Di autore già letto Pomeriggio di uno scrittore di Peter Handke
19. Atmosfera anni '80-'90 Il dio delle piccole cose di Arundhati Roy
20. Finalmente ho letto (narrativa) La confraternita del Chianti di John Fante
21. Finalmente ho letto (non narrativa) Friends, Lovers, and the Big Terrible Thing di Matthew Perry
22. Fuori dalla tua zona di comfort Una volta qui era tutta campagna di Fabio Fazio
23. Già in possesso all'1/1/23 A Little Princess di Frances Hodgson Burnett
24. Lettura mancata nel 2022 Sposi a Manhattan di Manlio Cancogni
25. No, non avevo mai letto... The Garrick Year di Margaret Drabble
26. Non in possesso all'1/1/23 I sei giorni del Condor di James Grady
27. Piacerebbe a Mercoledì Addams The Haunting of Hill House di Shirley Jackson
28. Punk/irriverente Alias the Saint di Leslie Charteris.
29. Scelto da catalogo di casa editrice The Tortoise and the Hare di Elizabeth Jenkins
30. In lingua originale Heartstopper: Volume One di Alice Oseman
31. Scelto per le illustrazioni In the Vine Country di Edith Œnone Somerville e Martin Ross.
32. Scritto sotto pseudonimo A Case of Need di Jeffery Hudson (pseudonimo di Michael Crichton)
33. Tradotto da (non inglese) Diario di un curato di campagna di Georges Bernanos
34. Uscito nel 2023 Becoming Free Indeed: My Story of Disentangling Faith from Fear di Jinger Duggar Vuolo
35. Storia di formazione L'isola di Arturo di Elsa Morante
36. Volume unico Una nota in musica di Rosamond Lehmann