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L'età fragile
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La Sfida dei desideri > Gdl agosto - L'età fragile

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Manuela Rotasperti (manu_pota) | 700 comments L'età fragile di Donatella Di Pietrantonio


Pippo.Gota | 4387 comments Non avevo visto il gdl. Iniziato da troppo poco, per poter commentare


Manuela Rotasperti (manu_pota) | 700 comments Io sono a metà... Che dire, molto scorrevole, ma aspetto di finire per dire la mia... A presto :)


Manuela Rotasperti (manu_pota) | 700 comments È il libro vincitore del premio Strega 2024. Io credo però che, per apprezzare il libro, sia necessario valutarlo aldilà del premio vinto. Questo perché si mostra un libro semplice, senza colpi di scena, dalla trama lineare e ciò che colpisce, a mio avviso, non è la storia raccontata, per quanto grave, ma le conseguenze e le fragilità che comporta, sia per le vittime dirette, ma anche per le persone con cui queste ultime hanno dei legami. Ed è qui che riporta il titolo del libro: una fragilità che non ha età, che può colpire chiunque, che mette paura, che modifica le relazioni... e che rende indispensabile esserci, anche quando si crede non sia necessario: "In certi momenti bisogna esserci nella vita dei figli, anche se sembra inutile." Donatella Di Pietrantonio mette al centro la fragilità dei legami: quelli tra genitori e figli, in cui l'attaccamento materno (in questo caso) rende difficoltosa l'accettazione che un figlio vada per la propria strada, che può essere anche diversa da quella che si auspicava per lui. Spesso le rinunce dei figli diventano fallimenti per i genitori, ma spesso la felicità si nasconde proprio in quelle rinunce. Ma anche la fragilità di un matrimonio, se le incomprensioni non vengono affrontate con il dialogo; o anche la fragilità di un'amicizia, se non si fonda su fiducia, sincerità e conforto. Innegabile poi la fragilità conseguenza di un trauma subito, impossibile da cancellare, capace di minare la sicurezza nel profondo... una ferita che richiede comprensione e presenza dei legami più forti. L'autrice si è ispirata ad un fatto di cronaca nera realmente accaduto nella sua terra, in Abruzzo; probabilmente al delitto del Morrone, in cui persero la vita due giovani ragazze e ne sopravvisse solo una, come nel romanzo. Anche qui entra in gioco un altro tema importante: il coinvolgimento di un'intera comunità, l'eco di un delitto su tutto il paese, il cui nome sarà sempre legato a questo misfatto, motivo di tristezza, ma soprattutto di vergogna, per tutti. Il libro è scritto in prima persona: la voce narrante è quella di Lucia, alle prese con una figlia distante ed un passato che continua a bussare. Vi sono così diversi salti temporali, non sempre individuabili nell'immediato, in quanto ogni capitolo si apre con un personaggio che è possibile individuare solo procedendo nella lettura: forse a sottolineare il labile confine tra presente e passato, quando quest'ultimo continua ad cessere una presenza rilevante. La scrittura è scorrevole, i capitoli molto brevi, così come le frasi, concise e dirette. Spesso i discorsi vengono riportati in forma indiretta da chi racconta, focalizzando la narrazione su un unico punto di vista. Una lettura che non ho amato alla follia, ma che sicuramente ho apprezzato.


MonicaEmme | 6616 comments Come nel titolo ho trovato questo libro fragile.
La storia è quella di Lucia, divorziata da Dario col quale ha condiviso vent’anni della sua vita, mamma di Amalia che abita a Milano, ma torna nella casa natale. Lucia vorrebbe capire l’ apatia e la riservatezza della figlia che, a sua volta, si chiude sempre più nel suo mondo introspettivo. Sullo sfondo un paese segnato da un vecchio delitto ai danni di bambine.
Queste pagine sono un luogo di malessere psicologico in cui ho faticato a stare. Fin troppo intimo.


Manuela Rotasperti (manu_pota) | 700 comments Peccato che abbia mantenuto un unico punto di vista...


MonicaEmme | 6616 comments Non vi avevo pensato! In effetti sarebbe stato interessante il pensiero del marito e della figlia.


message 8: by Manuela (last edited Aug 09, 2024 10:00AM) (new) - rated it 4 stars

Manuela Rotasperti (manu_pota) | 700 comments Anche della vittima... Ma sarebbe stato un altro romanzo!


Pippo.Gota | 4387 comments L'ho finito ieri e mi sono presa del tempo per scrivere un commento più di testa che di pancia ma non credo che ci riuscirò.
Già mi sono approcciata con un sacco di mie remore personali visto che l'autrice l'avevo molto amata con L'arminuta quanto sofferta con Mia madre è un fiume e Borgo sud.
Di questo libro ho apprezzato il tentativo di raccontare un'età che nonostante per me sia passata da un bel po' mi ricordo molto bene. Le insicurezze che la caratterizzano penso non mi abbiano ancora abbandonato. Mi sono però trovata davanti a due storie che non sono riuscita a legare, che non sono andate a fondo, tutto rimane in superficie. Il finale onirico ha fatto perdere un sacco di punti all'insieme


Milluminodimmenso | 1344 comments Ricevuto per il compleanno e già iniziato anche io....non vi leggo per il momento


Pippo.Gota | 4387 comments Tanto millumino ha gli occhi chiusi 🙈
Ho pensato che oltre al libro in questione in particolare è po' il genere ad avermi stancata. Gli autori italiani hanno intrapreso un tipo di storie, o un modo di raccontarle non so, che mi cattura poco.
Forse dovrei allontanarmene


Manuela Rotasperti (manu_pota) | 700 comments È la trama in sé che dice poco... Sé vuoi una storia che ti coinvolga e ti emozioni, @Pippo.gota ti consiglio Tutta la vita che resta!


Pippo.Gota | 4387 comments Grazie per il consiglio. Il mese scorso ho mancato il gdl ma mi sarebbe piaciuto molto


Milluminodimmenso | 1344 comments Pippo.Gota wrote: "Grazie per il consiglio. Il mese scorso ho mancato il gdl ma mi sarebbe piaciuto molto"

Se volessimo recuperare in autunno anche a me piacerebbe dedicarmici al consiglio di @Manuela ma vorrei far passare il periodo estivo...


Milluminodimmenso | 1344 comments Anche io ho finito da un pezzo e anche o ho dovuto attendere prima di buttare giù nero su bianco qualche impressione, un po' per via del periodo estivo preso con l'organizzazione delle ferie e la chiusura di casa (sic), un po' perché per me "giudicare" la Di Pietrantonio resta difficile, le voglio bene, alle storie che scrive, a come le scrive, a quello che riesce a comunicare....
Ammetto che questo libro a differenza di altri, è più debole in fatto di trama e di costruzione narrativa, il fatto delittuoso potrebbe essere quello come qualsiasi altra storia, più o meno tragica; la sensazione che ne ho scaturito io è stata quella di voler affrontare da parte dell'Autrice, l'incomunicabilità di rapporti tra generazioni, per vedute diverse o perché quello accaduto nel proprio passato è qualcosa con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno e con cui dobbiamo misurare noi e il nostro comportamento verso gli altri.
In un primo momento ho ritenuto che l'Età Fragile fosse quella dell'Adolescenza, in cui si fa fatica a passare per la crescita dovendo lasciare un nido sicuro e tuffandoci nella Vita (cattiva) degli Adulti.
Poi riflettendoci (e leggiucchiando i vostri commenti) ho realizzato che l'Età fragile è sempre, quando un figlio di misura col genitore, quando un'amica deve rendere conto a un'altra, quando i giovani sono a confronto con gli anziani... è come se vivessimo sempre tutti ogni giorno dentro un'Età Fragile, fatta di insicurezze e di traumi mai superati e che ci condizionano.

Si forse non è la migliore storia della Di Pietrantonio, forse non è una storia che lascia il sengno come quella dell'Arminuta e la sorella Adriana eppure anche qui, secondo me, l'Autrice infarcisce in poche pagine tanti spunti di riflessione, ci lascia dentro una voglia di riflettere su chi siamo noi e come siamo con gli altri..


Manuela Rotasperti (manu_pota) | 700 comments Milluminodimmenso wrote: "Anche io ho finito da un pezzo e anche o ho dovuto attendere prima di buttare giù nero su bianco qualche impressione, un po' per via del periodo estivo preso con l'organizzazione delle ferie e la c..."

Condivido tutto 😊


MonicaVandina | 2477 comments Mi trovo d'accordo con le sensazioni di Pippo.Gota: ho amato molto L'arminuta, quasi per niente Borgo Sud e anche questo titolo non è riuscito a stare al passo col vincitore del Premio Campiello. Inizialmente anch'io ho pensato che l'età fragile fosse quella della figlia Amanda, e sicuramente nei personaggi degli adolescenti si rivela in modo più visibile, ma, ci dice il libro, in ogni momento della vita possiamo dover fare i conti con la nostra vulnerabilità e le nostre paure. A mio parere il racconto della relazione madre Lucia, padre Dario figlia Amanda viene soffocata dalla narrazione del dramma di Dente del Lupo, la figura del padre di Amanda è solo accennata così come la vita di Amanda a Milano e la brevità della scrittura della Di Pietrantonio che tanto ho apprezzato in L'Arminuta qui mi è sembrata mancante dell'approfondimento che mi sarebbe piaciuto. Ho comunque apprezzato alcuni aspetti della storia e l'ho letto volentieri.


Manuela Rotasperti (manu_pota) | 700 comments Bene @MonicaVandina :)


Mickdemaria | 1331 comments Mi unisco a questo gdl e scopro che il mio poco entusiasmo è condiviso da molti. Anche io avevo amato l'Arminuta, anche io avevo storto la bocca per Borgo sud e avevo rimpianto di aver aperto Mia madre è un fiume. Questa nuova fatica letteraria della Di Pietrantonio non è faticosa per il lettore, che si trova davanti un romanzetto dall'agile lettura nel quale la vicenda criminale è forse l'unica cosa vagamente interessante, mentre l'indagine sui rapporti umani, portata avanti attraverso una sorta di flusso di coscienza, la trovo superficiale e non particolarmente interessante. La vicenda dell'incidente milanese, la frequentazione del coro, la fisioterapia, il rapporto con Dario e Doralice.. per me ha tutto un gusto un po' posticcio, poco genuino, sicuramente poco accattivante. Come mai abbia riscosso questo successo è per me un mistero, ma il mistero ancora più grande è come l'autrice di Borgo Sud, Mia madre è un fiume e L'età fragile sia riuscita a scrivere L'arminuta.
Voto: 6


message 20: by ✨Virè (new)

✨Virè (vire) | 2751 comments Mi aggiungo anche io ai giudizi tiepidi di Mick, Pippo e Monica. Ricordo ancora i pianti durante la lettura dell'Arminuta, così come non mi era dispiaciuto Mia madre è un fiume. Avevo trovato sempre una scrittura incisiva, capace di arrivare dritto al cuore.
Qui invece ho trovata trama e stile molto freddi. L'autrice vuole parlare dell' età fragile, ma mette tante cose insieme senza approfondirle, cosa che invece aveva fatto nei libri che ho letto in precedenza. I personaggi sono abbozzati, tante cose, come la crisi di Amanda non vengono effettivamente chiarite.
Ad un certo punto la protagonista parla con il marito scoprendo che il matrimonio è finito, lui ha seguito la carriera, lei è rimasta nel paese di origine, ma nel dialogo si evince come tutto sia finito senza che nessuno facesse nulla...ecco è la sensazione che ho avuto in tutto il libro. Un racconto lasciato a sé stesso, senza investimento, senza applicazione...tre quattro idee buttate su carta alla rinfusa, con uno stile che si limita a descrivere, senza guizzi né incisività.
Credo che il premio sia stato dato più per il nome che per il contenuto.
Detto questo, ho letto negli ultimi due mesi, proprio grazie a questa sfida, sia Tutta la vita che resta che Cuore nero, due libri tragici, ma bellissimi, che meritano molto di più di questo, a mio avviso.


Klela | 2686 comments Non sto gridando al capolavoro e sento tutte le vostre "critiche" come veritiere, però devo dire che non mi ha proprio lasciato indifferente. E' vero che lascia mille cose in sospeso (rispetto ai personaggi, non alla trama del fattaccio che si era capita sin dall'inizio) e che non sono personaggi memorabili, però non lo butto via ecco. L'arminuta era effettivamente un altro livello, su questo concordo totalmente.


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