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GDL Settembre - Il cognome delle donne
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✨Virè
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Sep 17, 2024 10:52PM

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Le cinque protagoniste sono tutte ben delineate, donne con caratteri e caratteristiche diverse, ma tutte ugualmente interessanti. La stessa Selma, che dovrebbe essere la principale, che fa da unione tra la generazione precedente e la successiva, con un carattere apparentemente remissivo, una salute cagionevole, rivela una bella storia.
Inoltre mi è piaciuto molto il contesto storico, inizia a ridosso della guerra e finisce negli anni 80-90 e l'autrice lascia molto spazio a quelle trasformazioni nella società, alle innovazioni tecnologiche, a fatti di cronaca che hanno segnato gli anni del dopoguerra: lo sbarco sulla luna, l'arrivo della lavatrice e della televisione, gli omicidi di Moro e Impastato, solo per citarne alcuni.
Quello che non ho apprezzato molto invece è che i racconti della seconda parte deviano troppo dalle protagoniste. Mentre la prima parte su Rosa la vede protagonista assoluta, già la seconda su Selma e poi su Patrizia vede quasi prevalere la figura di Santi, marito e padre su quella delle protagoniste. Le storie di Selma con il rappresentante di formaggini e di Patrizia con Cosimo, non sono trattate dal punto di vista principale, ma da quello secondario di un altro personaggio di famiglia che li osserva o ci si imbatte. Questo credo sia dovuto semplicemente al fatto che l'autrice abbia voluto dividere una arte per ogni personaggio, raccontanto però la vita della famiglia cronologicamente. Non sono del tutto convinta che questa sia stata la scelta migliore per il racconto.
Infine il finale mi è sembrato un pizzico arronzato, l'ultima parte ha pagine e pagine sulle partite dei mondiali e su altri dettagli, per poi chiudere le vite delle tre sorelle accennando ad eventi importanti nelle ultimissime pagine.

Per quanto riguarda lo spazio dedicato alle figure femminili non ho avvertito questa grande differenza: in fin dei conti le pagine dedicate esclusivamente a Rosa sono di gran lunga inferiori a quelle delle altre protagoniste... La figura di Santi è molto forte ed in linea con la mentalità del l'uomo padrone: non mi è dispiaciuto che gli sia stato dedicato più spazio. Sul finale sono d'accordo con te, un po' troppo evasivo...

Sicuramente il finale è frettoloso e per alcune cose il punta di vista "sbagliato" non aiutava. Sarebbe stato bello scoprire qualcosa di più dei pensieri di Selma nella seconda parte della sua vita.
Io della terza generazione ho amato molto Lavinia. In apparenza la più frivola, la meno dotata intellettualmente ma sempre presente prima con la nonna e poi con le sorelle.
Scrittrice al suo esordio promossa con riserva.


sono contenta questo mese di aver letto/ascoltato delle belle storie. non troppo dissimili quelle di Verdimura, la malnata e le donne della famiglia Quaranta perchè, per me, nonostante il cognome di quelle donne non fosse (o almeno per tutte) Quaranta, quella era la famiglia che le ha accolte, se ne è presa cura e le ha cresciute. Io ho inteso così, perchè è quello che piaceva a me, il significato del titolo.
Nel discorso finale l'autrice fa pronunciare queste parole: "lo sapete, vero, che il cognome delle donne non esiste. Portiamo sempre quello di un altro maschio".
Per le tre sorelle Maraviglia portare quello del padre Santi non le ha fatte sentire meno parte della famiglia Quaranta, vero fulcro di tutto il libro, anche se alla fine non vogliono rinunciarvi per prendere quello di un altro uomo.
Bellissimo il personaggio di Rosa

Non saprei dire quale personaggio ho apprezzato di più, perchè in realtà sento vicine un pò tutte per un aspetto o per un altro; sicuramente, però, mamaranna Rosa è un mito!
Ottime le incursioni della Storia, danno un senso di realtà che ha permesso di dare significato anche ad azioni e a creare un buon contesto alla trama.
Per me è stato un 5 stelle!