Colosseum. Sfide all'ultima pagina discussion

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Lapvona
Un anno Fantastico
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GdL Squadra Horror - 1° Lapvona
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Ho iniziato e letto una cinquantina di pagine di questo libro molto curioso.
La scrittura è davvero estemamente evocativa e riflessiva. Il New England degli albori, si sente, anche se non capisco bene in che periodo sia ambientato, per capire se possa rientrare nel periodo. Proseguo e vediamo...



Pensava che facesse guadagnare punti alla sua anima"
Guadagnare punti? Nel Medioevo c'erano le tessere a punti per l'anima? Tipo tesserina Esselunga? 😀
Una domanda: ma bisogna staccare il cervello perché è di genere fantastico e quindi la verosimiglianza non importa? Oppure il fantastico si manifesta in ambiti ben precisi? Perché la storia di Ina che campa ascoltando il canto degli uccelli mi sembra molto borderline...

Diciamo che le parti dell'allattamento sono davvero inquietanti :O

Diciamo che il Fantastico in questo romanzo è solo di facciata, anzi è solo accennato. Mi pare che l'autrice avesse voluto raccontare una storia inquietante, pestando giù sulle scene splatter e morbose, di proposito. Se l'inizio mi stava piacendo, ora incomincio a stufarmi. Anche i personaggi mi rimangono distanti. Lapvona? Sinceramente la sta lasciando troppo all'immaginazione del lettore, perchè rimane, praticamente, solo un nome!
Boh, vediamo come ha imbastito il finale e vi aggiorno...


Esatto, la sto vivendo anch'io così!

Oh-oh, non è che mi stia venendo tanta voglia di leggerlo a questo punto! Gli darò una chance ma di sicuro a giugno non riesco. Però le storie morbose e con particolari ributtanti non fanno proprio per me.

Oh-..."
Se portano da qualche parte... per ora sembra quel programma di cui rifuggo anche il promo: la dottoressa pimple popper! 😀

In copertina è raffigurato il quadro di Francisco de Zurbarán, L'Agnus Dei: un agnello con le zampe legate su sfondo nero. Esempio di pittura religiosa e spirituale del '600 spagnolo. C'entra qualcosa col libro? Abbastanza, ma il libro che ho appena letto è un miscuglio di molte situazioni, personaggi, difficilmente identificabili, anzi direi che il risultato finale è stato un bel minestrone rancido, come quando lo si lascia settimane alla calura estrema dell'estate più torrida mai esistita ed incomincia a prendere un colore verdastro con la superficie biancastra, tipica delle muffe e l'odore che emana è di putrescenza totale. Ecco, la lettura di quest'opera mi ha catapultato in un luogo dove la putrescenza, non solo fisica, ma anche e soprattutto mentale, la fa da padrone!
Se nelle prime 100 pagine, la lettura mi era risultata molto coinvolgente, con una scrittura molto evocativa e con una storia intrigante seppur inquietante e l'interesse verso tutto ciò era al limite della fascinazione, forse direi più curiosità, perchè gli avvenimenti sono davvero molto macabri.
Comunque le successive 100 pagine circa invece, si sono rivelate l'esatto opposto delle prime, con voler rendere le parti splatter volutamente ancora più estreme ed invece lasciare al caso alcune situazioni che alla fine, mi hanno reso la lettura a dir poco noiosa ed irritante.
Le ultime pagine: il finale, invece non l'ho proprio capito, se mai ci fosse qualche oscuro messaggio di fondo, io non l'ho colto. Quello che si è rivelato invece, è un finale che dà un'enfasi, magari solo velatamente, ma soprannaturale ad una storia di degrado dell'umanità dove non esistono ideali personali nè solidarietà, dove il prezzo della vita è a scapito di qualcuno che vede in quella precisa persona una minaccia, dove non vi è rispetto alcuno verso niente.
Le latrine dopo una finale di Champions League sono più pulite di questa storia! Ora vado a farmi, almeno, una mezza dozzina di docce :S


Di Othessa Mosfegh avevo letto due libri, Il mio anno di riposo e di oblio e Eileen. Entrambi mi erano piaciuti ma nonostante questo non avevo messo Lapvona tra gli want to read perché fin da subito la sinossi mi aveva causato qualche dubbio.
Però quando ho visto che era stata proposto qua sul gruppo ho pensato: perché no?
Avendo già letto altro, posso dire che ci sono alcuni elementi che tornano sempre.
Il mio anno di riposo e di oblio parla di una ragazza giovane, bella e ricca che decide di prendersi un anno di riposo in senso letterale: per un anno dormirà la maggior parte di tempo possibile grazie ai sonniferi.
Eileen invece è ambientato negli anni 50/60 e parla di una ragazza solitaria e vagamente disturbata che vive con un padre alcolizzato e lavora in una prigione per minorenni.
Tutti e tre i protagonisti sono giovani solitari, esclusi, diversi, egoisti, disturbati.
Anche negli altri due libri qua e là c’era qualche scena un po’ schifosa ma temo che questo diventi il focus dell’intero libro in questo caso. Gli altri due libri li ho sentiti comunque “sinceri”, piacciano o non piacciano, qua sento tutto più costruito. Per ora sono abbastanza all’inizio e il libro è scorrevole, non mi sta dispiacendo, ma ho come l’impressione che sia una storia morbosa per il gusto di essere morbosa.
Soprattutto non capisco bene la scelta di ambientare la storia in una sorta di medioevo (ci sono le patate però, quindi non è chiaro se il periodo sia quello) che è il solito medioevo nero stereotipato che ha poco a che vedere con la realtà storica. Per esempio, per quanto Villelm possa essere fuori di testa, nella società feudale non era proprio concepibile che (view spoiler)

Soprattutto non capisco bene la scelta di ambientare la storia in una sorta di medioevo (ci sono le patate però, quindi non è chiaro se il periodo sia quello) che è il solito medioevo nero stereotipato che ha poco a che vedere con la realtà storica."
Ecco, identiche impressioni :S


Verosimile... 🙄

Quello che mi sembra finora è che sia volutamente disturbante.
Vi aggiornerò...

Fin da subito è evidente che l’intento principale dell’autrice sia quello di scioccare il lettore e disgustarlo con scene come quella dell’uva (la più evidente tra tante), con descrizioni che indulgono sulla sporcizia o la bruttezza e con personaggi complessivamente tutti negativi e meschini.
L’autrice ha colto la palla al balzo per inserire tutto ciò senza fatica ambientando la storia in un paesino che apparentemente dovrebbe richiamare una sorta di medioevo. Non credo che la Moshfegh volesse fare un effettivo richiamo storico: bradipi, patate e altri elementi anacronistici non sono degli errori, avendo letto anche altro della Moshfegh non la considero certo così ignorante da fare errori che non farebbe nemmeno un alunno delle scuole medie (stesso discorso per la Penguin), sono delle scelte consapevoli che insieme alla vaghezza del mondo descritto servono a collocare la storia in un medioevo fantastico mai esistito che da una parte incarna tutti i nostri stereotipi peggiori sul medioevo (ignoranza, fame, povertà, malattie, fede cieca, Chiesa corrotta, nobilotto crudele) dall’altra è specchio del nostro mondo.
Gli abitanti di Lapvona siamo noi: egoisti e ignoranti, ma soprattutto succubi di poteri più forti che non fanno i nostri interessi, ma che vogliono farci credere il contrario. E guardando il livello della scena politica internazionale contemporanea non credo che i nostri politici siano meglio di Vilellm e padre Barnaba, anzi. Gli abitanti di Lapvona non possono ma in fondo nemmeno vogliono investigare troppo sul fenomeno dei banditi o sulla mancanza di acqua, perché ciò farebbe cadere tutte le loro certezze senza forse dargli però la forza o l’opportunità per ribellarsi. Noi facciamo la stessa cosa.
Credo che questo paragone sia interessante, peccato che la Moshfegh indulga davvero troppo nel disgustoso es i continui richiami all’allattamento di adulti. Anche le esagerazioni sono volute. Però il troppo stroppia.
In conclusione, secondo me l’autrice poteva gestire in modo migliore la sua idea. D’altra parte il libro è scorrevole, l’ho letto senza annoiarmi, il suo stile di scrittura non è male e l’interiorità dei personaggi è approfondita bene perciò per me alla sufficienza ci arriva, pur essendo il suo peggior libro che ho letto finora.

Grazie! Di solito la mia pigrizia fa in modo che i miei commenti alle letture siano un po’ affrettati 😅 Però questa cosa dei gruppi di lettura mi piace molto e mi ispira per impegnarmi di più nello scrivere quello che penso su un libro


Il libro è ambientato in un mondo che non è il nostro (c’è pure la magia) e in un epoca che non è il nostro Medioevo o un tal secolo preciso. Anche il mondo descritto è vaghissimo, non ci sono richiami particolari a luoghi precisi. Quindi per me ben vengano elementi che facciano comprendere che non sta facendo una ricostruzione storica. Altrimenti il lettore potrebbe pensare il contrario. Se avesse voluto fare una ricostruzione, al di là del bradipo, mi sarei irritata molto di più per gli errori ben più gravi che riguardano la mentalità e le abitudini del tempo (sono un sacco! chiunque abbia fatto anche solo un esame di storia medievale o sia anche solo appassionato di storia li troverebbe facilmente). In quel caso cioè se avesse cercato di fare una ricostruzione storica in un modo così grossolano, probabilmente avrei dato addirittura una sola stella, massimo massimo due.


Sono arrivata all'autunno, stasera conto di finirlo.
Ma se devo dirla tutta, quello che posso dire è semplicemente imbarazzante: disturbante senza motivo, inverosimile e non ho ancora capito cosa vuole dirci.
Personaggi che sembrano buttati lì a caso...
Cos'è? Uno spaccato degli abitanti di Lapvona?
È un modo per dire che nessuno di loro ha una redenzione?
Vediamo se sul finale c'è qualche miglioramento. Spero almeno in una spiegazione o almeno del perché di qualche cosa, qualsiasi cosa


Non sapevo cosa aspettarmi da questo libro, anche perché ultimamente non leggo con molta attenzione le sinossi e mi lascio trasportare dai voti che trovo qui su GR. Non avevo delle alte aspettative ma non mi aspettavo nemmeno di ritrovarmi a provare un rifiuto totale per quello che leggevo.
Non è per i temi disturbanti, anzi. Ma è proprio tutto tutto il problema.
Personaggi insulsi, stereotipati, ma soprattutto tanti. A che servono così tanti personaggi? Che poi ti ricordi solo i nomi e il resto nel frattempo si è andato a perdere.
La storia non ha né capo né coda, non si capisce come inizia, né tantomeno il finale ha un epilogo che potesse dare una spiegazione.
La parte disturbante mi ha ricordato molto Il Profumo ma anche qui, anzi molto di più, ho letto solo un sacco di pippe mentali solo fine a se stesse.
Scene inverosimili, come ad esempio le api in bocca o le scene di allattamento.
Ma di cosa stiamo parlando?
Altre parti talmente lunghe e noiose da risultare soporifere.
Insomma, per me un grande no. Mi dispiace.

Completamente d'accordo. Non ho capito questa scelta di aggiungere Personaggi a caso, tipo (view spoiler)

Anche se in parte delle sinossi che ho cercato ho letto "romanzo medievale". Mah.. Non si capisce.


Vero Ajeje? :-)"
Sì sì, un Medioevo alternativo, ma siamo lì :)
Vedo che si sta rivelando sempre più un successone, questa lettura XP

Evidentemente non l'ho capito.
Sicuramente è una lunga allegoria con messaggio profondo che io non ho capito 😁😁

Evidentemente non l'ho capito.
Sicuramente è una lunga allegoria con messaggio profondo che io non ho capito 😁😁"
Neanch'io l'ho capito :O

Ecco il mio commento:
Come preannunciato nei miei vari commenti e stati di avanzamento l’ho trovato irritante. Perché la prosa, per quanto molto semplice, o forse proprio per quello, è scorrevolissima ed efficace e mi ha portato a leggerlo piuttosto velocemente… quando lo prendevo in mano. Ho infatti sofferto di scarsa voglia di andare avanti perché sembra tutto buttato lì a caso. Bene potersi immergere nel personale punto di vista dei vari – forse troppi – personaggi. Malissimo quando questi si perdono in elucubrazioni senza capo né coda, a volte irrealistiche perché troppo filosofiche (Grigor) a volte anacronistiche (Marek che sottomette ogni azione alla volontà di “guadagnare punti” per la propria anima, come cosa: una raccolta della tesserina della Coop?), seguite da azioni del tutto insensate (compreso il finale). L’elemento fantastico non ha nessun impianto, nessuna coerenza. Aggiungiamo particolari assurdi e disgustosi, come se l’autrice avesse voluto trasformare questo romanzo nell’equivalente narrativo di una puntata di Real Time a metà fra “Body Bizarre”, “La dottoressa Pimple Popper” e “Malati di pulito”. Anacronismi come se piovesse, forse voluti, per carità, magari si tratta di tanto tempo fa, di una galassia lontana, lontana e non del nostro mondo, ma se lo fai, chi mi dà la certezza che qualcuno non sia cercato, ma dovuto solo a pigrizia? Un finto Medioevo in cui la siccità è provocata da un lago di acque rubate (non dall’assenza di pioggia?), in cui si espone il peggio di sporcizia e bassezza morale (anche del clero) e rozzezza per poi rompere, a poche pagine dalla fine, la quarta parete e parlare al lettore di “intervento divino”. Pessimo.
Sinossi
Il racconto si svolge nel corso di un anno nel villaggio medievale di Lapvona, un luogo povero e timorato di Dio che viene perennemente prosciugato dei suoi averi dal signore feudale che vive in cima alla collina. Marek, il figlio storpio, bistrattato e delirante di un pecoraio, non ha mai conosciuto sua madre; suo padre gli ha detto che è morta durante il parto. Una delle poche consolazioni per Marek è il suo legame duraturo con l’ostetrica cieca Ina, che lo ha allattato quando era un bambino, come ha fatto con tanti bambini del villaggio. Ma i doni di Ina vanno oltre all’accudimento dei neonati: possiede una capacità unica di comunicare con il mondo naturale. Il suo dono la trasforma in veicolo di conoscenze sacre. Per alcune persone, la casa di Ina nei boschi fuori dal villaggio è un posto da temere e da evitare, un luogo senza Dio. Tra di loro c’è padre Barnaba, il prete della città e lacchè del depravato signore e governatore Villiam. Il disperato bisogno del popolo di credere che ci sia qualcuno che ha a cuore i suoi interessi è messo a dura prova da Villiam e dal sacerdote, specialmente in questo anno di siccità e carestia eccezionali. Ma quando il destino porta Marek vicino alla famiglia del signore, nuove forze occulte sconvolgono il vecchio ordine. Entro la fine dell’anno, il velo tra cecità e vista, vita e morte, mondo naturale e mondo degli spiriti si rivelerà molto sottile.