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Speciale Violante
Celebrando Bianca Pitzorno
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Speciale Violante
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Speciale Violante è stato, credo, il mio primo libro della Pitzorno (quando ancora non sapevo che era sarda! Eoni fa, in pratica!); sono anni che non lo rileggo, ma lo ricordo che vero affetto - anche se, mi rendo conto, sopratutto per la parodia delle telenovelas ( che ricordo molto bene), mentre invece mi era sfuggita la critica sociale (o l'adeguarsi alla realtà sociale, per quanto scomoda) nella rappresentazione di una famiglia in crisi.
E qui mi viene da riflettere su quanto Bianca Pitzorno sia stata sempre avanti nel descrivere famiglie imperfette, genitori manchevoli o deboli - e su quante critiche le debba esser costato, se conosco bene gli italici costumi...
E qui mi viene da riflettere su quanto Bianca Pitzorno sia stata sempre avanti nel descrivere famiglie imperfette, genitori manchevoli o deboli - e su quante critiche le debba esser costato, se conosco bene gli italici costumi...
Books mentioned in this topic
Speciale Violante (other topics)Speciale Violante (other topics)
Principessa Laurentina (other topics)
Per festeggiare Bianca Pitzorno ho letto Speciale Violante e Principessa Laurentina (che ho appena finito di leggere e mi ha lasciata col magone, ma per il quale aprirò un post a parte, pur essendo il sequel di Violante).
QUI potrete trovare la scheda del libro sul sito di Bianca Pitzorno (attenzione, perché contiene la sinossi completa del libro e potreste incorrere in spoiler).
Partendo dal racconto delle vacanze dei tredici anni di Barbara e delle sue due amiche del cuore, Vittoria e Valentina, Speciale Violante ci mette subito davanti a un problema. La vita di Barbara non è spensierata come quella di tutti gli altri ragazzi. Negli anni '80 essere figli di divorziati era meno comune che ai giorni nostri e chi lo era si sentiva una mosca bianca, soffrendo non soltanto per la separazione da uno dei due genitori, ma anche per la diversità dai coetanei. Marcella, la madre di Barbara, poi, non si è comportata correttamente nei confronti dell'ex marito: nutre forti rancori (e in Laurentina continueremo a vedere), mettendogli i figli contro. E' una situazione molto dolorosa, soprattutto per Barbara; per Claudio, suo fratello, il problema è meno grave, forse perché è più grande di quasi sei anni. Barbara, tuttavia, ha ancora bisogno della figura del padre che, diciamocelo chiaro, anche se è andato via di casa, non è poi quel mostro che dipinge la madre.
Il romanzo è poi una satira bella e buona sui polpettoni televisivi che negli anni '80 e primi '90 andavano per la maggiore, le telenovelas sudamericane, un vero e proprio fenomeno di costume. [Ricordo che ai tempi di Dancing Days - telenovela brasiliana degli anni '80 - la gente in estate si affrettava a tornare dalle spiagge per vedere la nuova puntata o, se l'aveva persa, faceva la coda al telefono a gettoni per chiamare qualcuno che gli raccontasse cosa fosse accaduto - e il bello è che da una puntata all'altra non accadeva quasi niente di nuovo!]
Tutto questo per farvi capire che il fenomeno di costume era talmente esteso che anche le persone più colte e insospettabili non se ne perdevano neanche una puntata. Così, passi per la Carlina, passi anche zia Elvira, che è una donna sola e curiosa, ma quando Barbara scopre che Valentina, la sua amica colta e 'moderna' non perde neanche una puntata di Violante, ovvero l'orfana di Merignac, non crede ai suoi occhi e alle sue orecchie.
Spesso in queste telenovelas venivano utilizzate attrici bambine. Bravissime, per carità, ma che vita potevano mai condurre? E' il caso di Violante/Scintilla Luz/Assuntina, una bambina prodigio, che ormai è diventata un'adolescente viziatissima e prepotente che non piace a nessuno, sfruttata da tutti, in primis dai suoi genitori e dal suo agente. Scintilla è capricciosa e vive una vita irreale, fatta di scene, costumi, sala trucco.
Nonostante tutti i soldi che guadagna, è poverissima, perché non ha amici, non ha affetto, non ha una vera vita, a parte quella che si svolge sul set.
Il fatto che la troupe abbia scelto proprio Dorgo, il paese di villeggiatura delle tre protagoniste, per girare la nuova serie, creerà una storia nella storia: anche noi seguiremo la telenovela, raccontata a 'puntate' ora da un personaggio, ora dall'altro, facendoci conoscere il personaggio di Ettore, lo sceneggiatore, sempre pronto ad attingere a episodi di vita vera o dai capolavori della letteratura per creare colpi di scena, personaggi e situazioni paradossali. La Pitzorno sa che non c'è niente che non sia stato già sentito, già visto, già scritto e su questo presupposto fa sì che Ettore trasformi gli episodi della telenovela tagliando e cucendo scene e personaggi in base alle esigenze del momento.
Gli abitanti di Dorgo sono spiazzati: quando qualcosa che esce dal piccolo schermo coinvolge così tanto e occupa una fetta così importante della giornata i più ingenui arrivano a confondere la realtà con la finzione, i personaggi reali con quelli televisivi. Vedere due nemici giurati sullo schermo che camminano a braccetto nel paese crea non poca confusione.
Che poi attori e regista abbiano solo i nomi (d'arte) sudamericaneggianti e invece siano italianissimi, contribuisce a dimostrare che niente di ciò che esce dal teleschermo è reale, tutto è finzione.
(view spoiler)[Sul finale le nostre protagoniste verranno coinvolte in veste di attrici, ma non si monteranno la testa: forse è stato l'esempio dell'antipatica Scintilla a farle rinunciare al desiderio di costruirsi una carriera da attrici, con grande dimostrazione di buonsenso. (hide spoiler)]
Adesso lascio la parola a chiunque volesse commentare questo libro, pieno di spunti di discussione.