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Stoner
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Tesori nascosti > Stoner

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message 1: by Graziano (new)

Graziano Fusilli | 272 comments Mod
In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".

Oggi l'opera e gli autori prescelti sono: “Stoner" di John Williams.

Ci sono letture che si faticano a terminare ed è il caso (nel mio caso) del romanzo "Stoner" di John Williams: ho davvero fatto fatica a finirlo semplicemente perché non avevo alcuna intenzione di concludere la lettura: la mia attenzione mi ha imposto di andare piano, di procedere con calma, per gustarne ogni parola. Ho sentito talmente tanto parlare di questo romanzo e ho letto così tante opinioni diverse (anche opposte!) a riguardo da voler quasi desistere dalla sua lettura. Ma, alla fine, la curiosità ha avuto il sopravvento e, dunque, anche la sottoscritta è caduta nella "rete" di William Stoner! Una vera e propria malia, è stato come cadere vittima di un sortilegio, perché ne sono rimasta davvero incantata; un qualcosa di inspiegabile che ti lega ad una narrazione in apparenza piana, lineare. Una storia tanto semplice quanto semplice e naturale può risultare il comune (finanche un po' noioso e piatto) scorrere d'una vita assolutamente priva di accento o moti memorabili. Eppure, l'autore è riuscito a vincere ogni mia resistenza, scavandomi nel petto una voragine di sensazioni diverse. E ho cercato di dare una spiegazione a tutto questo... Però - mi sono anche detta - com'è possibile definire razionalmente l'emozione? L'onda del trasporto emotivo che ti spoglia e pone innanzi i personaggi nelle loro fragilità e debolezze? Nei loro sogni gloriosi e cadute? Oppure, ancora, te li fa sfilare inerti nelle scelte errate e nel soccombere davanti ad un reale desolato o avanzare con affanno verso il traguardo? Ebbene, il romanzo di John Williams mi ha spiazzato: il protagonista, il professor Stoner, poi, mi ha completamente e inesorabilmente rapita. Col suo accogliere gli eventi, spesso subirli e scendere a compromessi con colleghi, amicizie e affetti; con la sua aria talvolta dimessa ma pure animata dal guizzo di un'intelligenza brillante, sebbene tenuta quasi sempre rigorosamente a bada, col suo porsi, infine, un passo indietro rispetto agli altri, accettandone il giudizio e rinunciando forse alla prima vera occasione di felicità di nome Katherine. Ma il tutto - e qui vi ho trovato tutta la grandezza del personaggio - con una dignità e un temperamento che ho fatto davvero fatica a non amare o sentire vicino! Qualcuno ha definito questo romanzo un "miracolo letterario" che narra in modo affettuoso e compassionevole una vita semplice e silenziosa. Una vita che da poco interessante, se esaminata con cura e rispetto, può diventare straordinaria. E tale risultato è ottenuto (anche) grazie ad una scrittura pacata, sensibile e incredibilmente chiara, pur trattando temi ostici (la guerra, le perdite, le disillusioni), pur imbattendosi nel terreno accidentato dei sentimenti e della loro espressione (l'amore e il rapporto con i genitori, la tenerezza filiale, l'autodistruttività di certi comportamenti, il matrimonio e il tradimento). In estrema sintesi, io ho trovato tutta la narrazione pervasa dall'amore e dal tentativo di dare risposta a quegli interrogativi talmente apodittici da farti perdere il sonno... Perché viviamo? Cosa dà valore ad una vita? Che significa amare?

Qualche cenno sull’autore John Williams… Nato in una famiglia di modeste condizioni economiche, si iscrisse all'Università di Denver solo dopo la fine della Seconda guerra mondiale alla quale aveva preso parte in qualità di sergente delle United States Army Air Forces in India e in Birmania dal 1942 al 1945. Si dedicò agli studi e a Denver ricevette il Bachelor of Arts nel 1949 e il Master of Arts nel 1950. Durante la sua permanenza all'Università di Denver pubblicò i suoi primi due libri: il romanzo Nothing But the Night (1948) e la raccolta di poesie The Broken Landscape: Poems (1949). Nel 1950 Williams si iscrisse all'Università del Missouri, dove nel 1954 ottenne un dottorato di ricerca in Letteratura inglese. Nel 1960 pubblicò il suo secondo romanzo Butcher's Crossing, nel quale descrisse la vita di frontiera nel Kansas attorno al 1870; due anni dopo pubblicò la sua seconda raccolta poetica (The Necessary Lie). Il terzo romanzo di Williams, Stoner, la storia romanzata di un professore universitario di inglese, fu pubblicato dalla Viking Press nel 1965, mentre il suo quarto romanzo, Augustus (Viking, 1972), una rappresentazione dei tempi violenti di Augusto, pubblicato nel 1972, vinse il National Book Award nel 1973 ex aequo con Chimera di John Barth. Un quinto romanzo, intitolato The Sleep of Reason (Il sonno della ragione), rimase incompiuto a causa della sua morte.

La recensione è a cura di Rita Pagliara.


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