Nel segno del... Giallo! discussion
Generale
>
E a noi?
date
newest »

message 1:
by
Bruna
(new)
Oct 09, 2022 06:13AM

reply
|
flag
Non preoccuparti, Bruna, vedo se posso fare qualcosa io per il doppio topic :)
Per quanto riguarda l'argomento, è una cosa che noyo spesso anch'io.
Credo che dipenda dal fatto che gli autori mettono sempre più se stessi nel loro personaggio fino a - molto spesso - identificarsi con esso. Quindi se in passato i riferimenti biografici erano accenni da cogliere dopo un'attenta lettura e magari qualche aiutino dello stesso autore, ora è diventato tutto lampante.
Poi credo - e spero - che ci siano delle eccezioni per cui l'autore è così bravo da creare dal nulla un personaggio che "vive di vita propria" con gusti musicali così precisi da sbalordire.
Per quanto riguarda l'argomento, è una cosa che noyo spesso anch'io.
Credo che dipenda dal fatto che gli autori mettono sempre più se stessi nel loro personaggio fino a - molto spesso - identificarsi con esso. Quindi se in passato i riferimenti biografici erano accenni da cogliere dopo un'attenta lettura e magari qualche aiutino dello stesso autore, ora è diventato tutto lampante.
Poi credo - e spero - che ci siano delle eccezioni per cui l'autore è così bravo da creare dal nulla un personaggio che "vive di vita propria" con gusti musicali così precisi da sbalordire.

È sicuramente più facile e con l'editoria che per contratto chiede tanto (o troppo) agli autori, forse è la strada più immediata.

Tra l'altro sfocia spesso nella pedanteria questo tipo di scrittura
E dopo tutte le chiacchiere, c'è la risoluzione del caso e non ci ricordiamo più quale fosse il mistero :D

Comunque dovendo fare una classifica di idiosincrasie, preferisco tutta la vita sapere quello che legge e ascolta un personaggio piuttosto che cosa ha mangiato a cena

la parte "gialla" ormai nei romanzi italiani è sempre più evanescente.
Sembrano tanto Aghati Christi de noaltri.
Il chiacchiericcio tra i personaggi e la caratterizzazione degli investigatori chella Christie è già tanto se riescono a guardarlo con un telescopio.
Ci ho provato per anni a leggere iprimi romanzi dei giallisti italiani, l'unica a reggere è Alice Basso, più per i personaggi che per il leto giallo, tutti gli altri non sono arrivati al secondo volume.

della Scarpetta che ho tentato di leggere ad esempio era così brutto che non sono riuscita ad andare avanti. E anche nei gialli non italiani io trovo sempre meno trama gialla e sempre più lunghe chiacchiere che sembrano estratti da manuali (di cucina moda architettura bricolage… quale manuale sia dipende chiaramente dagli interessi dell’autore e non da esigenze narrative). Forse una certa stanchezza è naturale: dopo quasi due secoli di trame gialle ormai c’è poco da inventarsi. Oppure dipende dall’ egocentrismo degli autori, un po’ come quando durante le trasmissioni d’intrattenimento alla radio o alla televisione ti accorgi che si stanno divertendo molto tra di loro invece di pensare a divertire il pubblico. Che sarebbe come se al ristorante il cameriere dopo averti portato il piatto e avertelo magnificato se lo mangiasse pure lasciandoti a digiuno

🤣🤣🤣
A me non dispiacciono le divagazioni culinarie, ma dipende. Sono reduce da Nadia Morbelli, che più che trame gialle scrive menu veri e propri, con tanto di carta dei vini, e lei non l'ho proprio retta. Per fortuna che erano solo tre libri e che ho finito la serie.

Il citare musica "nostra", piatti tipici, golosità, mi fa sentire a casa, non mi disturba per niente, anzi!
Ho per esempio appena finito i due libri della serie della Annabella Abbondante (Annabella Abbondante. La verità non è una chimera e Annabella Abbondante. L'essenziale è invisibile agli occhi) dove mi è venuta una voglia di assaggiare sto caffè al pepe che quasi quasi faccio un salto a Lucca! Per non parlare di Gaber, De Andrè. Branduardi! E che dire della Rosa Teruzzi che alle sue scalcagnate detective del Giambellino fa ascoltare tutta la musica milanese di mio padre - nonchè leggere i miei libri preferiti, visto che la protagonista era una libraria prima di diventare fioraia!
Ma non credo sia una cosa solo italiana: ho finito da poco la trilogia di Villar (Occhi di acqua, La spiaggia degli affogati e L'ultimo traghetto) dove, con mia somma soddisfazione si apprezza il vino bianco in tutte le sue forme in contrasto con il rosso!.
Ma questo per stare sul leggero.
Una delle scrittrici che più amo è la Louise Penny; e credo che lei sia maestra nel "commisturare" la storia gialla con molto di più. Specialmente in The Brutal Telling o Bury Your Dead il ruolo del passato, dela Storia con la S maiuscola, aggiunge tanto - forse l'essenziale - alla trama.


No no ma in generale non fa che parlare del bianco che beve (e io sono contenta, che mi sento sempre dire che sono una bevitrice all'acqua di rose perchè non amo i rossi!!!).
Poi certo, in Villar l'indagine è molto ben trutturata, ma - ed è per questo che l'ho amato tanto - si parla anche di molto altro: accettare il diverso, accettarsi come "diversi", analisi delle dinamiche familiari - le madri terribili sembrano un monito al cliché della madre perfetta di stampo italiano...
Insomma la trama mystery - che qui non è una scusa come spesso invece nei gialletti italiani di cui parlavamo prima - è comunque comprimaria con altro. E questo ne fa, per me, un gran libro. Non paragonabile a quelli di cui sopra...

Il problema è che spesso la qualità del libro non è tale da giustificare tutte queste divagazioni.
Ma ad esempio la stessa Vanina Guarrasi (di cui ho letto solo il primo libro per ora, ma mi è piaciuto) se parlasse un po' di meno della vecchietta che le prepara manicaretti non è che mi farebbe schifo...
Books mentioned in this topic
Annabella Abbondante. La verità non è una chimera (other topics)Annabella Abbondante: L’essenziale è invisibile agli occhi (other topics)
Occhi di acqua (other topics)
La spiaggia degli affogati (other topics)
L'ultimo traghetto (other topics)
More...
Authors mentioned in this topic
Rosa Teruzzi (other topics)Louise Penny (other topics)